22/02/1982 - La Grazia santificante

22/02/1982

103c. La Grazia santificante: come presentarla alle diverse età

22 febbraio 1982

Scuola Materna. Non sono troppo piccoli per non dare loro qualche nozione del tesoro che posseggono in sé. Non potranno avere un’idea chiara del soprannaturale, della loro elevazione, ma della dignità di figli di Dio, sì. Una volta appresa, potranno collaborare e istituire un rapporto vivo e cosciente con il Padre, un orientamento della preghiera e una docilità con lo Spirito Santo che posseggono.

E il modo? Vi sono molte cose che destano la loro meraviglia e per questo suscitano la loro interrogazione. Quale la causa? Perché il papà è così forte? Perché è così grande? Perché è cresciuto? Il nutrimento: mangiando si cresce e si diventa forti. Anche loro, piccoli, se mangiano diventeranno forti. Racconti di martiri che colpisce la loro fantasia e la loro sensibilità. Come mai sono diventati così forti? Perché hanno mangiato un cibo adatto all’anima; hanno ricevuto da Dio un dono grande: la grazia. Un dono meraviglioso e misterioso che viene da Dio, che è la vita stessa di Dio in noi. Gesù ha parlato dell’acqua viva1. Chi è assetato, si sente venir meno dalla debolezza, ma se beve riceve vigore; l’acqua lo ristora, lo vivifica. Così chi beve dell’acqua viva che viene da Dio ha l’anima ricca, viva, agisce con slancio e forza.

Gli interrogativi che porranno saranno utilissimi. L’acqua viene dal rubinetto: di dove viene la grazia? È Dio che ce la dà e la prende dalla sua stessa vita.

Un bambino quando l’ha ricevuta? In un giorno santo e grande, un giorno di festa, il giorno del Battesimo. Un grande sentimento di ammirazione e di riconoscenza: “Signore ti ringrazio di questo dono che ho nell’anima e che mi ha fatto diventare tuo figlio”.

Sviluppare il senso della paternità di Dio. Non esaurire presto l’argomento. Insistere sulla custodia di questo dono. Che cosa significa custodire. C’è qualche insidia: si può perdere? Senza suscitare troppa apprensione, rilevare la preziosità e il pericolo per non perderlo.

La grazia può aumentare se siamo buoni. È una forza che ci rende capaci di vincere i capricci e di accettare un compagno antipatico. Se la mamma ti dà una mano, tu vi metti la tua; se la maestra ti insegna, tu stai attento. Invece se uno rifiuta la mano cade; chi non sta attento non impara.

Ecco bisogna corrispondere al dono di Dio, facendo attenzione, ascoltando la vocina, lasciandosi guidare da essa. Il saper perdonare: la grazia aiuta a vivere da figlio di Dio. Bisogna che arrivino a capire il dono di Dio e a lasciarsi vivificare da esso.

Scuola elementare. Il concetto della grazia attraverso gli esempi.

I bambini vedono bere il vino, ne vogliono. Si mescola un po’ d’acqua con il vino e i piccoli bevono contenti. Una goccia d’acqua unita al vino ne prende il colore e il sapore. Così la nostra anima, ricevendo la grazia, si trasforma, diventa partecipe della natura di Dio e capace di vivere la sua vita.

Parabola del mercante2. La perla preziosa è la grazia. Voglio parlarvi della pietra preziosa perché la stimiate come l’unico vero bene della vita, e innamorarvene, e conservarla gelosamente nel cuore. Innesto. Questo bacchettino morto in contatto colla vita vera ne riceve l’umore, diventa una cosa sola con la vite e a suo tempo metterà fuori rami, foglie, frutti. “Io sono la vite”3. Innestati in Cristo. Battesimo, incorporati, diventati figli di Dio, rami vivi di Gesù, membra del Corpo Mistico, corpo che non si vede ma vivo e reale. Santo.

Divisione della grazia. Dovere di stimarla, conservarla, domandarla. Istruisco e poi educo.

“Padre santo tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano una cosa sola in noi. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità” (Gv 174). La preghiera di Gesù è esaudita; per il Battesimo noi siamo una cosa sola con Gesù e con il Padre. Ricevendo la grazia, abbiamo ricevuto l’ospite divino il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Quando siamo in grazia abbiamo Dio dentro di noi e ci dona tante grazie attuali per arrivare in Paradiso. Quale conto ne facciamo; come cerchiamo di aumentarla, di ascoltare Dio che parla in noi? La riconoscenza verso il Padre che ci ha fatto figli, ci fa santi, fa scomparire il peccato.

Educarli a innestare nella preghiera il concetto: “La grazia vostra sia sempre con me”5, “… piena di grazia”6, “Gloria al Padre”.

Abituarsi a fare silenzio. Comporre una preghiera.

Dio si deve compiacere di noi, come di Gesù. Il valore dei sacramenti ricevuti bene e spesso. Il valore delle opere buone.

Per la Scuola Media. Centralizzare sulle parole di Gesù: “Perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Perché la vita si assicurata e resa sovrabbondante in un’opera di mirabile collaborazione all’opera di Cristo, tutto deve essere messo in questa luce. Creazione dell’uomo. Redenzione (Pasqua). Morale.

Tenere presente che i comandamenti, soprattutto quello della carità che li riassume, sono per uomini cioè dei soggetti capaci di vivere la vita divina; quindi di osservarli con amore di figli. Tutta l’opera di assistenza e di educazione deve diventare mezzo di azione nel senso di aiutarli a comprendere meglio la vita divina e a realizzarla in se stessi.

Nell’esposizione bisogna avere la massima chiarezza ed esattezza. Mettere in rilievo tutto quello che di forte e di vivo il tema comporta. Non limitarsi alla formula: “È un dono soprannaturale”; se ci si ferma qui il concetto di grazia resta in zona anonima, astratta, arida. Necessita sia tenuto presente il donatore e il suo intermediario, Cristo, che agisce continuamente nell’anima elevata a figlia. La grazia non consiste in una qualità statica che eleva l’anima, meno ancora nell’assenza del peccato mortale, ma è una vita nuova e una partecipazione alla famiglia di Dio. Da Gesù è presentata come acqua viva che zampilla7 fino alla vita eterna.

È una immagine efficacissima. È elemento vitale, ristora, sostiene nell’arsura e nella fatica. Viva: perché è un organismo vivo, capace di espansione e di vivificare tutto un comportamento con gli atti conseguenti, in modo da dare la persuasione che chi vive in grazia possiede una forza e una vitalità nuova nel suo operare. Zampilla fino alla vita eterna: è forza che è sorgente di forza, che si moltiplicherà, che si diffonderà, che porterà il massimo frutto nel pieno realizzarsi della vita in Dio goduta e vissuta gloriosamente.

“Io sono la vite”8: esiste negli individui ma li unisce al Capo e alle membra del Corpo Mistico. Aspetto sociale.

Poi figli di Dio, fratelli di Gesù. “Ci ha predestinati”9.

Il ragazzo adolescente vuole veder chiaro prima di impegnarsi, e all’impegno si concede tanto più generosamente quanto più si sente attore e protagonista. Ora la grazia è impresa e problema avvincente.

Il dramma dell’uomo, creato figlio della luce, finito schiavo nelle tenebre e riabilitato dalla grazia. È la relazione con Uno che possiede la vita e la vuole dare. Comunicazione persistente.

L’adolescente ha le sue grandi difficoltà che contrastano con il regno della grazia:

a) istinto, sensi, sentimenti non di rado sfrenati e morbosi;

b) distrazione, superficialità e mobilità dello spirito avido di novità e trasmigrante da una fantasia all’altra;

c) tentativi di originalità che degenerano in grettezze, millanterie, banalità e volgarità;

d) incertezza e stanchezza nel sentirsi sospinti o trascinati in opposte direzioni dalle forze del male e del bene;

e) orgoglio che annebbia l’intelletto, esalta le pretese di autosufficienza e respinge i valori di provenienza diversa dal proprio io;

f) negativismo e scetticismo di reiterati fallimenti sul terreno pratico e speculativo;

g) infatuazione dei moderni successi della tecnica e della scienza che conduce a disprezzare i tempi andati.

Bisogna presentare l’ideale con vivacità. Perché in Dio sta la vera gioia e la vera vitalità. In Lui si può fare del bene a sé e agli altri.

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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    Umberto Roversi

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