21/01/1981 - 251 - Salmo 44

21/01/1981

251. Salmo 44

21 gennaio 1981

È il salmo innanzi tutto della regalità di Gesù, del suo trionfo, del suo splendore. Noi, con san Paolo, diciamo: il «Signore» Gesù (Rm 10,9): “Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti sarai salvo”.

“Per questo, infatti, Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei vivi e dei morti” (Rm 14,9).

È la proclamazione di quanto Dio ha compiuto risuscitando Gesù dai morti (At 3,5), ponendolo alla sua destra (Rm 8,34), costituendolo “Signore e Cristo” (At 2,36), assoggettando a Lui tutto il cosmo e le sue forze.

È Re necessariamente per natura e per conquista.

“Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi” (1Cor 15,25).

È un re universale: domina su tutte le persone, su tutti i luoghi. “Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome sopra ogni altro nome, perché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio ecc...” (Fil 2,9-10). “Dominerà da mare a mare” (Sal 711). Domina su tutti i tempi: passato, presente, futuro: “Gesù Cristo ieri, oggi e sempre (in saecula)” (Eb 13,8).

Cristo è il centro dell’universo. “Re dei re, Signore dei signori” (Ap 19,16). Cristo ha fondato questa sua signoria nel sacrificio di sé, offrendosi olocausto e vittima al Padre.

La regalità è la sintesi della sua vita. È proclamato Re nell’Annunciazione (“Avrà il trono ecc...2), Re nella nascita, Re sulla Croce e nella Risurrezione.

La sua regalità è assoluta e totale: si estende a tutte le realtà terrene e le realtà celesti, le visibili e le invisibili (Col 1,16-20), i morti e i vivi, è il Principio: della Creazione, della Rivelazione e della Redenzione. È il Capo di tutta l’umanità (“di ogni uomo il capo è Cristo”; 1Cor 11,3), Capo della Chiesa (Col 1,18; 2,10-19; Ef 1,22), di ogni Principato e di ogni Potenza. Tutto deve essere ricapitolato, cioè riportato a Lui (Ef 1,10).

Partecipare alla sua regalità comporta per il cristiano prima di tutto ripetere la sua esperienza, rifare le sue scelte, morire con Lui per partecipare alla sua salvezza. Tutto sta nel morire all’uomo vecchio per potersi rivestire del nuovo (Ef 4,22-24). Morire al mondo perché è regno di satana, cioè regno di menzogna, di ingiustizia, di infelicità; morire al peccato, morire alle passioni disordinate.

E con lui dobbiamo risorgere di una risurrezione vera e manifesta, stabile, pronta. “Per cui, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo siede alla destra del Padre; abbiate il gusto delle cose di lassù, non di quelle della terra” (cfr Col 3,1). Ecco: gustare la vita cristiana nel suo complesso, nelle sue manifestazioni, nella sua vitalità salvifica; gustare una vita cristiana piena e generosa fino in fondo. E non gustare le cose della terra, quello che amano i mondani, quello che celebrano, quello che esaltano. Essere maturi è avere, così, una stabilità di buon gusto: non procedere stentatamente come di malavoglia, fare un po’ di bene con nel cuore la nostalgia del male.

“Tu sei il più bello”3. La gloria e il trionfo di Cristo diventano ancora quelli di ogni cristiano che è sempre un risorto in Lui e per Lui. Perché, secondo quanto insegna la Scrittura, vivere la fede è un rivestirci di Cristo (Rm 13,14). Riflettiamo bene quanto sia carica di significato questa espressione.

Cristo è la via4 e ognuno di noi deve essere il “buon profumo di Cristo” (2Cor 2,15). “La notte è avanzata, il giorno è vicino. È ormai tempo di svegliarci dal sonno” (cfr Rm 13,11-12).

Cristo è la verità5. Lui è la luce piena che illumina ogni uomo e noi dobbiamo abbracciare tutta questa luce per noi e per essere diffusori: “Risplenda la vostra luce ecc...”6.

Cristo è la vita7, per cui siamo chiamati a rimanere in Lui, a rimanere nel suo amore (Gv 15,4. 10), per dare frutto, un frutto di vita eterna.

“Le tue vesti sono tutte mirra, ecc...”8. E questo profumo di Cristo che riempie l’universo e che troviamo intenso nella Chiesa è questo di cui dobbiamo inebriarci. Un entusiasmo vivissimo di Lui, della sua bellezza, del suo fascino, della sua parola, del suo esempio. Perché siamo allora così pigri nel seguirlo? Forse perché siamo pigri e svogliati nel contemplarlo. Forse perché ci lasciamo prendere da altre luci che ci frastornano e i falsi splendori ci accecano.

“Alla tua destra sta la regina”9. “Cristo ha amato la Chiesa e ha sacrificato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola al fine di farsi comparire la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef 5,25-27).

Noi dobbiamo insistere nel capire questa grandezza di amore. Per arricchirla e donarla, per renderla bella, Lui si è dato alla morte: “Nessuno ha amore più grande di colui che sacrifica la propria vita per i suoi amici” (Gv 15,13), “Per loro io sacrifico me stesso, perché essi pure siano consacrati nella verità” (Gv 17,19).

Osserva ancora San Paolo che l’ha amata tanto da renderla il suo prolungamento, il suo corpo: “È il suo corpo che forma la pienezza di Lui, che dalla Chiesa riceve il suo intero e universale compimento” (Ef 1,22-23). La Chiesa è il totus Christus10 (Sant’Agostino). È il Corpo nato nel suo mistero pasquale. E lo nutre con il proprio Corpo e il proprio Sangue nella celebrazione eucaristica. Dove vi è una continua annunciazione e celebrazione della morte del Signore, fin tanto “che Egli venga” (1Cor 11,26), è una continua attuazione del mistero Pasquale nel quale si costituisce il Corpo Mistico. È proprio qui, quindi, che si manifesta la vera natura pasquale della Chiesa, perché proprio mediante la celebrazione eucaristica vengono ripresentati e attuati la vittoria regale e il trionfo della Morte e Risurrezione di Cristo.

Nell’Eucarestia troviamo perciò Gesù Re che unisce la sua Chiesa al mistero della sua redenzione. Ogni volta che il sacrificio della Croce con il quale Cristo nostra Pasqua è immolato (1Cor 5,7) viene celebrato nell’Eucarestia, si rinnova l’opera della nostra redenzione e viene rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli che costituiscono un solo corpo in Cristo.

“La figlia del re è tutta splendore”11. La Chiesa è il luogo dove Gesù riversa i tesori della sua parola e della sua grazia, dove continua, prolunga, porta a compimento la sua azione vivificante. Sotto i segni sacramentali è Gesù che ci porta al Padre, è ancora la sua mano che guarisce, è ancora la forza che esce da lui che compie i prodigi.

La Chiesa è bella di incredibile bellezza. E le sue “gemme”12 sono le lacrime dei penitenti, sono il sangue dei martiri; il suo “tessuto d’oro”13 sono le preghiere dei contemplativi, le penitenze dei santi, le opere di carità e di missionarietà. È un continuo scambio di amore.

Inutilmente contro di lei vomitano le calunnie, le offese, le insinuazioni cattive. È una regina e vince sempre perché in lei è la potenza del suo sposo divino, di Cristo Re. Le persecuzioni non fanno che accrescere i suoi ornamenti. La sua Croce é la Croce di Cristo ed è trionfo e porta alla Risurrezione.

E ogni giorno il Paradiso si apre ed entrano nella palazzo le figlie nell’esultanza, nella gioia che non avrà fine14.

E il mistero della Chiesa si attua in Maria in modo eccelso e magnifico: “Dal Signore Maria è esaltata quale Regina dell\'universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte” (Lumen Gentium, 59).

“La Chiesa pensando a Lei […] si va ognor più conformando al suo Sposo” (Lumen Gentium, 65).

“La Beata Vergine, per il dono e l\'ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio Redentore, e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa; la Madre di Dio è figura della Chiesa” (Lumen Gentium, 63).

Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS