011 - Gli Angeli - Cardinal Congar

011. Gli Angeli

1. Perché poca devozione. Perché non formata sulla Scrittura che genera una persuasione intima, calda e consolante; ma su libri che assumono andatura teorica, artificiale, sentimentale, verbale. Anche il carattere individualista è strettamente moralista della nostra pietà.

Un angelo custode è dato a ciascuno di noi, ma ancora rivela un piano sociale, una concezione della salvezza vista come salvezza nella Chiesa, nel corpo. La spiritualità invece antica e tradizionale nella Chiesa è quella del «Te Deum», lode a Dio per la Redenzione e la vittoria del Cristo ormai compiute, gioia di questa lode in cui in unione con tutto il creato, con tutta la Chiesa, con tutto il Cielo, il cristiano trova il senso della vita, nella certa concordanza della propria felicità e della gloria di Dio. Direttamente l’accento non è messo sullo sforzo ascetico personale, né sulla salvezza personale da realizzarsi con penosi sforzi da parte nostra; l’accento è posto sia sull’iniziativa sovrana di Dio, sia sul valore universale della salvezza. Questa spiritualità è più favorevole; gli angeli vi ritrovano assai naturalmente il loro posto prima di tutto pensando che Dio trova in essi una lode e una obbedienza perfetti: “Benedite Dio voi Angeli suoi ecc...” (Sal 103,20).

2. Il fondamento è il posto nell’economia del regno di Dio che riunisce gli uni agli altri in una certa maniera, in una sola Chiesa. Non fanno parte della Chiesa militante allo stesso modo nostro; non ricevono la vita divina da Gesù e dalla croce di Gesù.

Ma in cielo si forma una sola Chiesa di tutti gli amici di Dio (Dn 7). Alla Croce di Cristo essi debbono una santa funzione, un ministero che li rende nobili (Eb 1,14).

In virtù di questo ministero cadono sotto l’influenza di Cristo unico mediatore della nuova economia di grazia; da Lui la ricevono. A questo titolo sono assunti e incorporati nel regno di Cristo, fanno parte della Chiesa come “spiriti posti a servizio, e nella Chiesa militante sono come ausiliari”. Fanno parte del Corpo Mistico e della Chiesa. Nostri fratelli nell’origine soprannaturale, vegliano su di noi, ci aiutano.

Non conosciamo tutta la bellezza di un’anima in grazia e san Giovanni dice che la prerogativa di figli di Dio non ci è ancora completamente nota (1Gv 3,2), ma essi vedono tutta la dignità di un’anima. Servono Dio in se stesso e lo adorano, e anche in noi.

Nel vas fictile1 custodiscono il tesoro della vita divina, questo germe della gloria “di coloro che debbono ricevere la eredità della salvezza”2.

“Non disprezzate uno solo di questi piccoli ecc...” (Mt 18,10). Sono cari a Dio, perciò li ha affidati agli angeli. Ma anche: senza essere distratti dalla visione di Dio, lo ritrovano anche nelle loro anime come in uno specchio d’innocenza e di candore. Padre nostro che sei nei cieli dell’anime. Gli «angeli del Volto», gli «angeli della Presenza» non abbandonano il Volto di Dio perché nell’anima c’è un riflesso del Volto di Dio.

Un altro motivo sono le lotte contro gli spiriti malvagi (Ef 6,12). Le grandi lotte del mondo sono spirituali; sono le idee quelle che conducono il mondo: c’è un’opposizione ai Vangeli. Una minima deviazione dottrinale può avere ripercussione incalcolabile. Un solo grado di più di carità è più importante di tutti i mondi sensibili (Pascal3). Fedeltà dunque e castità supreme riguardo alla verità, perché l’oro della carità senza di essa è piombo. E noi siamo miopi, mutevoli, impressionabili, ci occorre un angelo di pace, una fedele guida.

Esiste un anti-regno, un insieme di forze spirituali personali impegnato contro di noi, un piano opposto alla luce e mediazione di Cristo (Ef 2,2), affrontano due ordini diversi, due principi, due città. Il Signore legava l’avvento del regno al potere e al fatto di cacciare i demoni (Mt 8,28; Lc 11,20; At 10,38), potere trasmesso alla Chiesa. Gesù li ha vinti (Gv 12,31). Ecco perché abbiamo bisogno degli angeli: per “essere noi, fango, la luce del mondo”.

(Da Congar, Le vie4, p. 202 sq.)

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