Quaderno 28 - La speranza 1971

QUADERNO 28

Esercizi Spirituali – 1971

Beatus vir, cuius est nomen Domini spes eius1 (Salmo 39)

1 Corso: Fanciulli cattolici (quelli che hanno fatto la 4° e la 5°) dal 30 Agosto a tutto il 1 Settembre

1 “Beato l\'uomo, la cui speranza è il nome del Signore” (Cfr Sal 40 [39], 5).

2 Corso: 2-3 Settembre 1971 Beniamine (quelle che hanno fatto la 4 e la 5 classe)

Sulla «Speranza»

1 Meditazione. Che cosa è la virtù teologale della speranza. Dio ci ha creati, ci ha redenti. Vuole che raggiungiamo il nostro fine, ha una sua Provvidenza perché ci ama, ce l’ha promessa e per questa vita e per raggiungere l’eterna vita. Dio ci ha messo qui perché diventiamo santi. La santità è il nostro vero fine. È un fine meraviglioso, bellissimo, possibile. Dio ci ha promesso tutto l’aiuto. Come dobbiamo avere fiducia. Dio infallibilmente mantiene ciò che promette. Sta dunque in te la possibilità della riuscita. Se vuoi. Come sei vissuta fino adesso? Per essere santa? Quale decisione? quale fiducia? quale lotta? Sei vissuta solo istintivamente? solo umanamente? Che cosa ti proponi di realizzare?

2 Meditazione. Dio è il primo ed è la mia gioia. Non speravit in pecunia et thesauris2. Porre in Dio tutta la nostra speranza. Aspetto ingannevole delle cose fuori di Dio. Mettere Dio al primo posto. Le cose ci servono per raggiungerlo. Il diavolo e i suoi alleati bugiardi. Il problema della salvezza dell’anima. La bilancia della giustizia di Dio. Il ventilabro di Giovanni Battista3. Volere raggiungere la virtù del timore di Dio. Sperare tutto da Lui, temere di perdere con lui tutto. Certezza del suo aiuto nella lotta contro il peccato e le sue occasioni. Esame di coscienza sullo stato attuale dell’anima.

3 Meditazione. L’Inferno. Gesù che più di tutti ci ama ci ha messo in guardia e ci ha parlato dell’inferno il luogo senza speranza. Che cosa è l’inferno: pena dell’assenza di Dio, amore, e gioia; pena del fuoco; pena dell’essere insieme odiandosi. Chi va all’inferno: coloro che vogliono, che non sperano il Paradiso, che sperano solo nel loro egoismo, che rifiutano l’amore di Dio e dei fratelli. Bisogna aver paura di andare all’inferno cioè di restare per l’eternità nell’odio. Stato attuale dell’anima. Non porre premesse nella vita estremamente pericolose.

2 Cfr La Bibbia di Gerusalemme, nota a Siracide 31,8. 3 Cfr Mt 3,1-12.

2 Giorno

1 Meditazione. L’amicizia con Gesù. La speranza non è virtù passiva, ma è sommamente attiva e dinamica. Gesù ci ha indicato due elementi: compiere le opere e trafficare (servo, talenti4) e la vigilanza (come servi che aspettano5). Bisogna farsi virtù sode, i fondamenti, altrimenti non si realizza e quel poco di lavoro che si può fare si rompe subito. Ma come fare a farsi delle virtù così grandi? Ecco la speranza che ci dice che non possiamo riuscire che con Gesù, per mano di Gesù. Dobbiamo dunque vivere con Lui. Gesù è il trionfatore, ha vinto tutti gli ostacoli: peccato, morte, demonio, mondo (Mistero pasquale). Fare una vita con Lui: cioè realizzare una vera amicizia. Ognuna di voi una autentica amica di Gesù. Come si fa a realizzare tale amicizia: conoscenza, stima; è il primo elemento. Come conoscere Gesù? Attraverso la riflessione sulla sua parola e i suoi esempi, la meditazione e la preghiera. Poi amarsi: come ci ha amato Gesù. Il Cuore di Gesù. La devozione al Sacro Cuore. Come ricambiamo il suo amore. Esame di coscienza. Poi gli amici si aiutano: come aiutare Gesù nell’opera della salvezza. Poi gli amici si confidano. Preghiera.

2 Meditazione. Gesù l’amico che perdona, e guarisce. Siamo deboli e siamo peccatori: ma Gesù è un amico così buono che non solo non ci abbandona, ma ci ricerca per aiutarci e guarirci. Lasciarci cercare e prendere da Gesù. Andargli incontro. Imparare a pentirci. Esercitare spesso il nostro pentimento, con frequenza dopo i peccati, nell’esame di coscienza della sera, nella confessione. Rivedere le nostre confessioni: se sono state così un incontro. Sviluppare le idee di sacramento-gioia; sacramento-amore; sacramento-aiuto. Farsi aiutare dal sacerdote, con semplicità. Non è difficile fare la Direzione Spirituale, dire i peccati motivandoli. Chiedere i consigli.

3 Meditazione. Come attuare l’amicizia con Gesù. 1. Con la fede: credere profondamente, credere vivamente. Abbiamo Gesù vivo nell’Eucarestia e che opera. È per noi. 2. Con la purezza. Non si può essergli amici se non a questa condizione. Ha scelto i puri, sono la sua preferenza. 3. Con la decisione: vincendo ogni pigrizia e ogni compromesso. Esaminarsi su questi punti.

4 Cfr Mt 25,14-30. 5 Cfr Lc 12,35-40. Omelia nella Messa: il vino nuovo negli otri nuovi6. Attuare una autentica novità di vita. Nell’amore di Gesù. Devozione al Sacro Cuore. Oggi primo venerdì cominciare i primi nove venerdì; quali punti di appoggio e di revisione.

6 Cfr Lc 5,38.

3 Corso: agli Uomini Trinità, 4-6 Settembre 1971

Introduzione. Preziosità di questo tempo. Non si sciupa poco raccolto se si sciupa un po’ di seme. Preziosità del silenzio, preziosità della preghiera. Per voi, per le vostre famiglie, per le vostre comunità parrocchiali, per gli uomini che si aspettano da voi.

1 Meditazione. Ger 17,7. La speranza nell’Antico Testamento, principio a tutta la storia della salvezza. È Dio che salva. Testi. Realizzare nella preghiera: rendersi abituale la preghiera dei salmi. Realizzare nei desideri. Realizzare nelle opere. Liberarsi dal carico di confidare in sé e nelle cose. Solo nel Signore. Abbandono, fiducia, gioia.

2 Meditazione. La speranza nel Nuovo Testamento. Testo: Rm 5,5. La migliore speranza che ci è data. Il suo oggetto. Confidenza, promessa. È una condotta di vita. Il trinomio. Incertezza di essere nella carne. Sicurezza del suo aiuto.

3 Meditazione. Adamo: la sua storia e il valore della nostra umanità. Capire e valorizzare in noi i doni di Dio sia nell’ordine dell’anima che nell’ordine del corpo.

4 Meditazione. Abramo: La vocazione alla fede. La nostra vocazione alla fede e alla santità. Dobbiamo diventare santi. La nostra unione con Gesù.

2 Giorno

1 Meditazione. Giacobbe. Prediletto (Bar 3,57; Sal 47,5; Mal 1,2). Vita: Gen 25. 27. 28 sq. Il mistero dell’elezione: come Abele come Isacco. Fin dal seno, non in base alle opere. Rm 9,10-16. Libera azione di Dio che invita e sceglie, dona e perdona. È un fatto d’amore. Caratteristiche dell’amore: la gratuità (1Gv 4) e l’assoluta fedeltà (Rm 11) e la potenza creatrice (Os 11,1; Dt 7,7-9). La casa del cielo. Le torri sumeriche. Gv 1,48. Provvidenza, presenza, prossimità di Dio. Tra Dio e l’uomo vi è una scala di passaggio7. Ha colore profetico. Il vero Betel8 per cui Dio si manifesterà e si offrirà veramente presente è Gesù in cui si realizza la promessa messianica. Corpo risorto di Cristo in cui si uniscono terra e cielo. Lotta con Dio.(Penuel9) Preghiera insistente, combattimento spirituale. Purificazione spirituale attraverso il dolore. Purezza di culto. Gen 31,42; 32,10. Trasformazione : Gen 35,2-3; 46,2-3. Il nostro atteggiamento di fronte alla prova, le nostre tentazioni e i nostri dolori. Scoprire le tentazioni e vincerle. Accettare la legge del dolore.

2 Meditazione. Giuseppe. Figura esemplare. Fede salda, casto, magnanimo, sapiente e saggio. Oggetto della Provvidenza. Dio non abbandona chi ha fiducia in Lui, esalta e glorifica l’umile. Non abbandona chi non l’abbandona. È strumento nel disegno storico-salvifico, entra nella serie dei mediatori e dei salvatori. La nostra vocazione e la nostra missione nel mondo.

3 Meditazione. Mosè (Gs 1,1-7; Gd 1,16-20; 1Cro 6,48-4910; 2Cro 24,4-9; Sal 67; 102; 110; 113). Uomo di Dio, amico di Dio, confidente. Senso della legge, la nostra docilità.

4 Meditazione. Davide. Uomo della confidenza e della preghiera. L’orante. La nostra preghiera: preghiera di lode, di riparazione, di intercessione. Dobbiamo essere degli intercessori.

3 Giorno

1 Meditazione. Elia. Il restauratore dell’alleanza. (2Re 1; 1Re 18). La lotta contro l’idolatria. Il ritorno al deserto. Posizione ecumenica, testimonianza all’universalità del Dio d’Israele. 1Re 17. La vedova. L’assertore della giustizia per i poveri. 1Re 21. Esaltazione di Elia: Eccl 48,1-1311; il suo rapimento: 2Re 2. Mal 3,23-24; Mt 17,10-13; Gv 1,21-23; Mt 16,13: Parallelo con San Giovanni Battista. Mt 3,4; Lc 3,19-20; Mt 11,7-14. Come vestiva, i luoghi solitari, un tenore di vita di privazioni e di digiuni: 2Re 1; Mt 3.

7 Cfr Gen 28,12. 8 Cfr Gen 28,19-22. 9 Cfr Gen 32,23-33. 10 Cfr 1 Cr 6,33-34. 11 Cfr Sir 48,1-11. La nostra povertà. Povertà ascetica: le cose sono impacci. Povertà d’amore essere simili a Gesù. Amore per i poveri perché in essi sta il Signore.

2 Meditazione. Giona. Il disubbidiente. La nostra obbedienza: sacrificio di sé nell’offerta totale della propria volontà a Dio col fine di realizzare una più intima comunione con la divina volontà salvifica. Gesù Cristo è l’esempio e la pienezza dell’obbedienza come olocausto offerto a Dio. Ha salvato ubbidendo. La nostra obbedienza alla volontà di Dio che si manifesta nella Bibbia, in Gesù Cristo e nella sua continuazione che è la Chiesa. La Chiesa è strutturata, e anche istituzione. Obbedienza al Papa e al Vescovo. Valore della obbedienza nella Parrocchia. Nuovo stile di obbedienza e nuovo stile di autorità. Incontro, collaborazione, dialogo, decisione.

3 Meditazione. Daniele. La sua comunità. Il suo apostolato. La sua profezia. Il nostro amore al prossimo: su quali basi e in quali modi. Noi e la comunità.

4 Meditazione. San Giuseppe sposo della Beata Vergine. La sua disponibilità, la sua castità, il suo distacco. Quale castità in una famiglia cristiana. Tendere anche qui alla perfezione. Evitare ciò che è indegno anche se non è peccato. La tua castità, la castità di tua moglie, l’educazione alla purezza dei tuoi figli.

4 Corso alle Aspiranti

Trinità, 7-9 Settembre

6 sera

Introduzione. Conoscere la volontà di Dio e mettersi a sua disposizione. Tacere, ascoltare, parlare.

1 Giorno 1 Meditazione. Che cosa è la speranza. Con la fede Dio ci fa vedere la sua verità. Conosciamo Dio-Verità, con la carità ci uniamo a Dio Amore, con la speranza abbiamo la sicurezza di raggiungere Dio Gioia. Credere che Dio è Gioia, che la sua Provvidenza è per raggiungere lui Gioia, che tutto quello che ci dà è per la gioia, che ci dà l’aiuto per superare ogni genere di difficoltà. Riporre la gioia in Dio. Distinzione tra gioia e piacere. Le nostre gioie.

2 Meditazione. L’insidia alla gioia. L’idolatria del piacere. Arrivare al dominio dell’istinto del piacere. Il peccato nasce da un incontrollato desiderio di un piacere. Dobbiamo guardare i nostri cedimenti al peccato. Perché abbiamo commesso peccato. Di quale piacere (comodità, vanità, impurità) siamo stati schiavi. Liberarsi; il peccato è una schiavitù. Liberarsi dal peccato grave che è schiavitù di satana, che è privazione della grazia, della amicizia di Dio, che è pericolo di inferno. Iniziare una vigorosa liberazione dal peccato veniale che ci impedisce tanto bene, tanti vantaggi, la vera costruzione della nostra personalità. Trovare con verità il nostro difetto predominante guardando alle nostre piccole schiavitù. Andare così verso una maggiore gioia certi che il Signore che ci farà capire la nostra difettosità è pronto ad essere largamente generoso nell’aiuto.

3 Meditazione. Dio ci dà gli aiuti. Ce li dà grandi, ce li dà sempre, ce li dà anche se siamo peccatori, anche se spesso ritorniamo a cadere in peccato. Ce li dà per il nostro sviluppo umano, ce li dà per il nostro progresso soprannaturale. Per avere un aiuto maggiore che cosa dobbiamo fare: 1) molta fiducia, 2) insistere nella preghiera di domanda (le cose spirituali, per le nostre vittorie), 3) senso di umiltà. 4 Meditazione. Abitazione della Santissima Trinità. Il motivo più grande di fiducia e di sicurezza è l’abitare in noi della Santissima Trinità. “Se uno mi ama il Padre ed io ecc...”12. Che cosa vuol dire. Che cosa fa in noi. I nostri doveri di ospitalità. I propositi.

2 Giorno 1 Meditazione. Il pentimento dei peccati. La grande speranza del perdono dei nostri peccati. Non si dà remissione senza il pentimento. Il grande oceano della misericordia di Dio non può dare nemmeno una goccia se non apriamo la nostra anima con il pentimento. Di qui la necessità di acquistare la virtù della penitenza. Necessità per le confessioni, necessità per la vita di sempre. Che cosa è il pentimento, prima di tutto che cosa non è: il meccanismo posto a certe confessioni, sperare in un gesto magico, non si ha il perdono, si accresce la responsabilità; nemmeno si può confondere con un vago sentimento basato su motivi umani. Il vero pentimento nasce dalla Fede, è un atto soprannaturale prodotto in noi dallo Spirito Santo. È odio e detestazione del peccato commesso in una intima persuasione di aver fatto male perché siamo andati contro la volontà di Dio, perché abbiamo meritato i suoi castighi, perché siamo andati contro il suo amore. La grande meditazione del Crocefisso. La volontà decisa di non più ricadere.

2 Meditazione. La nostra unione con Gesù. Con la grazia formiamo un tutt’uno con Gesù. La vite e i tralci. Il Corpo Mistico. La dignità, l’onore, la gioia di essere con Lui. È la nostra Speranza. Come dobbiamo vivere uniti a Lui e rinnovare la nostra esistenza. Le sue scelte devono essere le nostre scelte, i suoi gusti i nostri gusti. Lo stile di Gesù. In particolare la nostra partecipazione al Mistero pasquale. Che cosa farebbe Gesù al mio posto.

3 Meditazione. La nostra purezza. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”13. Relazioni tra la speranza e la purezza. Che cosa non è purezza (ignoranza, paura ecc…). È un problema di fede, di educazione di se stessi, di armonia, di volontà, di amore verso Dio, se stessi e il prossimo. Gli elementi per risolverlo: prudenza e umiltà, visione serena, consiglio, confessione, direzione spirituale. Revisione di vita per rendere positiva e piena la virtù, per impegnarsi nella lotta e nella testimonianza.

12 Cfr Gv 14,23. 13 Mt 5,8. 4 Meditazione. L’amore del prossimo. Dobbiamo amare perché membra del Corpo di Cristo. Chi è il nostro prossimo: superiori, amiche, peccatori, poveri, malati. Contegno e concretezza di carità verso ognuno. Come amare e realizzare il gruppo comunità. Come vincere gli ostacoli, egoismo, orgoglio, invidia. La gioia dell’amore, l’apostolato dell’amore.

3 Giorno

1 Meditazione. La Preghiera e la speranza. Necessità della preghiera. Valore della preghiera nella nostra unione con Gesù e con la Chiesa. Che cosa vuol dire pregare. La conoscenza, la lode, l’amore, la riconoscenza. Come pregare; attenzione, devozione, impegno.

2 Meditazione. La Chiesa e la speranza. Noi apparteniamo al popolo di Dio. Che cosa vuol dire. La nostra posizione e la nostra responsabilità. I beni di essere nella Chiesa. La direzione spirituale. La liturgia.

3 Meditazione. La Santa Messa forza della nostra speranza. Messa Sacrificio. Messa assemblea. Che cosa dobbiamo fare con Gesù. Chi rappresentiamo e per chi preghiamo e ci sacrifichiamo.

5 Corso. Le ragazze

10-12 Settembre 1971

Introduzione. Unità psicologica degli Esercizi. Attivismo. Docilità alla parola, allo Spirito.

1 Meditazione. Speranza è confidenza. Testo: Is 12. Base teologica della speranza. Dio è potenza, sapienza, amore. Dio ha fatto alleanza con noi. L’atteggiamento religioso è sostanziato di confidenza. Dio è «per noi» nella sua misericordia. Non ci si può basare su altre cose né su se stessi, sulla propria giustizia; né sugli altri, maledetto l’uomo che spera nell’uomo14; né sulla organizzazione sociale o politica; né sulla ricchezza; né sul possesso di cose sacre; solamente su Dio e la sua promessa, sulla alleanza con lui. Siamo il suo popolo e il gregge che Egli pasce. Conseguenze: 1) Educarsi su questa idea di fondo: Dio è la mia salvezza. 2) Sostanziare la preghiera nella confidenza. Valore formativo dei salmi. Così Dio vuole che confidiamo. 3) Porre le nostre scelte in Lui e con Lui. Volere solo quello che Lui vuole.

2 Meditazione. Cristo è la nostra speranza. Testo: 1Pt 1,3 sq. Gesù la nostra pace e la nostra ricchezza. Lasciarci possedere da Lui. 3 Meditazione. Eva. Le doti della donna e come svilupparle. 4 Meditazione. Il peccato di Eva. La realtà dei nostri peccati e dei nostri difetti. Dalla speranza la penitenza.

2 Giorno

1 Meditazione. Sara. Le tentazioni della disperazione e la nostra debolezza.

14 Cfr Ger 17,5 2 Meditazione. Rebecca. La presunzione e la nostra leggerezza.

3 Meditazione. Rachele. La speranza e il problema del dolore.

4 Meditazione. Debora. La necessaria umiltà davanti a Dio e l’affermarsi della speranza.

3 Giorno

1 Meditazione. Anna. La nostra preghiera.

2 Meditazione. Le donne vicino a Gesù nel ministero: Lc 8,2-3; Gv 19,25; Lc 24,8. La purezza come riflesso del nostro amore a Dio e a Gesù.

3 Meditazione. Le donne nella Chiesa primitiva. Riflessione sul nostro appartenere alla Chiesa e sul nostro Apostolato.

4 Meditazione. La Vergine Santissima, Spes nostra. Stella matutina. Come è nostro modello nell’amare Gesù. Modello di disponibilità, di umiltà, di amore agli altri. Come ci ama, Consolatium, Refugium, salus, auxilium. Anche noi nella stessa linea.

6 Corso. Agli Aspiranti Trinità, 13-15 Settembre 1971

Introduzione. Serietà, impegno, ascoltare il Signore.

1 Meditazione. La Speranza virtù della gioia. Come andare incontro alla gioia. La grazia. Le virtù teologali. Dio è gioia e vuole che lo serviamo nella gioia. “Vi ho detto questo perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia perfetta”15.

2 Meditazione. I doni di Dio e la speranza. La sua Provvidenza nell’ordine naturale e soprannaturale. Conoscere i nostri doni e volere collaborare con Dio per il loro sviluppo. I doni soprannaturali che sono nella Chiesa. Nel piano di Dio tutto deve servire per la vita eterna.

3 Meditazione. Gli ostacoli alla speranza. I peccati, i difetti, quello predominante. La lotta. La gioia nel vincere.

2 Giorno

1 Meditazione. La nostra unione a Gesù Cristo. È il grande motivo della nostra speranza.

2 Meditazione. Il pentimento dei nostri peccati. Quando c’è e come si afferma.

3 Meditazione. La nostra vocazione alla santità e la purezza.

4 Meditazione. Amare gli altri. In casa, nell’amicizia, verso tutti. Le opere della misericordia.

3 Giorno

1 Meditazione. Il programma. Il valore della nostra Preghiera. Che cosa è pregare. Come e quando pregare.

15 Cfr Gv 15,11. 2 Meditazione. La Chiesa e la speranza. Sentirsi Chiesa. Ricevere nella Chiesa (obbedienza e direzione spirituale); donare nella Chiesa (carismi). Liturgia.

3 Meditazione. La Santa Messa e la speranza. Assemblea. Preghiera e sacrificio. Il Sacrificio del Corpo Mistico. La nostra parte attiva. Pentirsi. Pregare. Ascoltare. Offrirsi. Unirsi. Come fare la Comunione.

4 Meditazione. La Vergine Santissima e la speranza. Stella matutina. Chi è per noi nel piano della salvezza la Madonna. Necessità della sua devozione. Quando si ha la sua devozione.

7 Corso. Alle pre-Gio’ Trinità, 16-18 Settembre ‘71

Introduzione della sera precedente. Andare verso il Signore con entusiasmo e con gioia. È un mondo magnifico che dobbiamo esplorare. Porsi in condizioni adatte. Dio ci chiama, Dio ci dona tutto il suo aiuto. Perciò: ascoltare, distaccarsi, parlare, cercare, pregare.

1 Giorno

1 Meditazione. La speranza virtù teologale. La nostra struttura soprannaturale interiore. Il desiderio che Dio ci mette nel cuore. Dio è la mia gioia. Quali sono le nostre gioie.

2 Meditazione. Cristo è la nostra speranza. La ricchezza e la garanzia che abbiamo in Cristo. I suoi misteri. Il mistero Pasquale. La nostra scelta e la nostra partecipazione.

3 Meditazione. L’aiuto continuo di Dio. La confidenza. La grazia attuale e come ottenerla.

4 Meditazione. Lc 12; Mt 25. I doni ricevuti da Dio confermano la nostra speranza. I doni soprannaturali. I doni naturali: intelligenza, memoria, immaginazione, volontà, capacità affettiva. La maturazione della nostra personalità umana e cristiana.

2 Giorno

1 Meditazione. 1Pt 1,14. Il nostro ideale, la santità. In che cosa consiste, possibilità di raggiungerla. La tua piena maturazione.

2 Meditazione. Ger 18. La nostra docilità al piano di Dio. Si attua: 1) Con la penitenza. Pentimento come si attua. La penitenza deve diventare una virtù. 2) Con la fiducia; vincere i sottoprodotti della disperazione: avvilimento, rassegnazione, crisi. 3) Con l’impegno costante: vincendo la presunzione della leggerezza, del non impegno. 3 Meditazione. 1Gv 2,15; Gv 15,18; 1Pt 5,8. Il combattimento nella speranza. Non è un idillio. Siamo in un mondo ostile. Le tre concupiscenze, il mondo, Satana. Come vincere. Prendere atto delle nostre tentazioni. Diventare mortificati. Spirito di sacrificio. Vincere i capricci. Dominio di sé. La lotta contro Satana si realizza nella fiducia in Dio. Contro il mondo, spirito di contestazione. Non accettare, non aver paura. Indipendenza di giudizio.

4 Meditazione. Mc 5 (indemoniato di Gerasa16). La speranza e la purezza. I puri di cuore vedranno Dio. Purezza = amore. La dignità. La stima e l’amore della nostra dignità di tabernacoli dello Spirito Santo e di membra del Corpo di Cristo. Difesa della purezza in mezzo al mondo. Purezza, conquista. La prudenza. La testimonianza. Virtù sociale.

3 Giorno

1 Meditazione. (Il programma). Ez 3. La Meditazione. Sua necessità e modo di farla.

2 Meditazione. La Chiesa. Sentirsi Chiesa. 1Cor 12. Agire da Chiesa. Ricevere nella Chiesa. Dare nella Chiesa, Parrocchia, Comunità.

3 Meditazione. 1Cor 11. La Comunione. Incorporazione al Cristo reale e al Cristo mistico. Come attuare la preparazione e il ringraziamento.

4 Meditazione. Gv 19,23. La Madonna nostra madre e nostra speranza. La grandezza. La maternità. La nostra devozione. I segni della nostra devozione.

16 Mc 5,1-20.

8 Corso. Alle Donne Trinità, 19-21 Settembre 1971

Introduzione sera precedente. La speranza virtù teologale. Santa Giovanna Francesca Frèmyot de Chantal.

1 Giorno

1 Meditazione. La speranza desiderio soprannaturale, orientamento della nostra vita.

2 Meditazione. La speranza forza che ci fa vincere le difficoltà. Santità, ideale.

3 Meditazione. La speranza confidenza. Abbandono. Come cresce e si sviluppa.

4 Meditazione. Gen 2. Eva. Le qualità naturali da sviluppare. Donna, sposa, madre.

2 Giorno

1 Meditazione. La speranza per i peccatori. Eva ha peccato. Così per la donna il peccato non coinvolge soltanto lei ma sposa e madre danneggia la famiglia. Quali peccati? quali conseguenze?

2 Meditazione. Sara: la disperazione, la rassegnazione, gli avvilimenti.

3 Meditazione. Rebecca: la presunzione, la superficialità, l’imborghesimento. l’adattarsi al mondo.

4 Meditazione. Rachele: La Croce e le nostre croci. Croci che ci vengono da Dio, dalle cose e dagli uomini. Quale fede e quale amore.

3 Giorno

1 Meditazione. Santa Elisabetta madre di San Giovanni Battista. La parola di Dio e la speranza. Preghiera (sua necessità e suo valore). La Meditazione e la sua dinamica. 2 Meditazione. Le donne che seguivano Gesù. La speranza e la povertà. La speranza e la castità. Dono soprannaturale, pieno, gioioso.

3 Meditazione. Le donne nelle comunità apostoliche. Tabita17. La speranza e la Chiesa. Noi Chiesa. Ecclesia orans (valore della preghiera liturgica). Ecclesia patiens (il nostro soffrire aggiunto al Sacrificio della Messa). Ecclesia in opere, il nostro apostolato in Parrocchia.

17 Cfr At 9,36-42. 9 Corso. Alle Giò Trinità, 22-24 Settembre 1971

Introduzione della sera precedente. 1Re 19,9. Elia nella teofania dell’Oreb. Applicazione agli Esercizi. Dio amore, soavità nell’essere con Lui. Perciò: pace, serenità, silenzio, preghiera, abbandono, ascolto. Mettersi in disposizione per ascoltare la sua parola.

1 Giorno

1 Meditazione. La Speranza desiderio di Dio. Dio è la mia gioia per il tempo e per l’eternità. La mia vocazione è la santità.

2 Meditazione. La speranza confidenza in Dio. Cristo è la mia gioia e la mia sicurezza. I suoi misteri. L’accrescersi della speranza.

3 Meditazione. Eva. La speranza e le mie qualità naturali. Come svilupparle nell’ordine della femminilità.

4 Meditazione. Eva. La speranza e la vocazione della donna nel suo incontro con l’uomo. Il senso del fidanzamento.

2 Giorno 1 Meditazione. La speranza dei peccatori. I nostri peccati e le loro implicazioni. Peccato d’Eva.

2 Meditazione. Santa Elisabetta: dell’equilibrio. Il valore della vita ordinaria, e le sue speranze. Fuggire i derivati della disperazione e della presunzione.

3 Meditazione. Santa Elisabetta. La speranza in tutte le varietà della vita. Lo spirito di sacrificio. La vittoria su di noi.

4 Meditazione. Lc 12,35; 1Gv 2; Gv 13. La speranza che combatte contro le idee del mondo. Il coraggio e la testimonianza.

3 Giorno

1 Meditazione. Il programma. Lc 1. Annunciazione. La devozione alla Madonna. I segni della devozione.

2 Meditazione. Lc 2. Il ritrovamento di Gesù. La Meditazione, preghiera. Valore e modo.

3 Meditazione. Gv 19; At 1. Maria Santissima partecipa al Sacrificio e alla vita della Chiesa. Sentirsi Chiesa. Ecclesia orans, patiens, evangelizans.

10 Corso. Ai giovani Trinità, 25-27 Settembre 1971

Introduzione sera precedente. Valore ed efficacia degli Esercizi. Conoscere volontà di Dio, approfondire un altro aspetto del cristianesimo. Riflessione, silenzio, preghiera. Unità psicologica. Dinamica.

1 Meditazione. 1 Pt 1,25. La speranza ci indica il fine della vita. La Santità, l’ideale. In che consiste, come perseguirlo.

2 Meditazione. Lc 12,25. La speranza e la felicità. Dio è la mia gioia. Siamo fatti per la gioia. Quali le vere gioie e le false gioie.

3 Meditazione. Rm 5,1 sq. Cristo è la mia speranza. Come vivere la vita uniti a Cristo. Ogni gesto di Gesù è di salvezza. Il Corpo Mistico.

4 Meditazione. 1Cor 13,8. La speranza è confidenza. Come può crescere la speranza. Come può svilupparsi la confidenza. La grazia attuale.

2 Giorno

1 Meditazione. Gen 1. Adamo. La speranza e i doni naturali posti in me da Dio. Lo sviluppo dell’intelligenza, memoria, volontà, capacità di amare ecc… La nostra responsabilità.

2 Meditazione. Gen 2. La creazione di Eva. La speranza nei doni di Dio. La purezza e la donna. Come considerare la donna. Purezza: saper amare e sapersi far amare.

3 Meditazione. Gen 3. La speranza dei peccatori. Considerazioni sul peccato e sui nostri peccati in particolare: pensieri, parole, opere, omissioni, scuse, evasioni, colpe agli altri. La vittoria sul peccato: il pentimento.

4 Meditazione. Inizio del Vangelo di Marco. San Giovanni Battista e la necessità della nostra conversione e della nostra penitenza. Valore redentivo della penitenza. Piano di penitenza. La gioia e la speranza dopo la penitenza. 3 Giorno

1 Meditazione. Programma. La speranza e la parola di Dio. Gv 1,35. I primi discepoli. Necessità della meditazione, orazione. Modo.

2 Meditazione. 1Cor 12. La speranza e la Chiesa. Sentirsi Chiesa. Agire come Chiesa. Ecclesia orans: la liturgia. Ecclesia patiens: il sacrificio. Ecclesia evangelizans: le opere, la comunità, la Parrocchia. Riconoscere i carismi nella Chiesa. Obbedienza al Papa e ai Vescovi. La direzione spirituale. Suo valore e modo.

3 Meditazione. 1Cor 11. Istituzione dell’Eucarestia. La Comunione. Valore per il progresso spirituale. Come farla. Insistenza per il ringraziamento.

11 Corso. Ai pre Ju Trinità, 28-30 Settembre 1971

Introduzione sera precedente. Maturarsi: necessità della riflessione e della preghiera. Ricerca, impegno. Perla preziosa18.

1 Giorno

1 Meditazione. Le meraviglie della nostra vita cristiana. Dio ci chiama: Fede. Dio ci dona: grazia. Siamo uniti a Cristo. Corpo mistico. Nostra unione con i fratelli. Prendere coscienza delle nostre grandezze. Come la fede, come la grazia.

2 Meditazione. La speranza e la gioia. Dio è la mia gioia, è la nostra gioia. Equilibrio della vita umana, possibilità e promessa del Cielo. Quali le mie gioie. L’insidia del piacere. I rimedi.

3 Meditazione. La speranza ci dà la confidenza. La vita è una lotta. Rendersene conto. È lotta di conquista e di difesa. Le tentazioni ci possono venire dal demonio, dal mondo, dalle passioni. Come difenderci. Scoprire le tentazioni occulte e le più insidiose. Voler vincere. Dio ci dà un aiuto mirabile. Grazia attuale. La preghiera di domanda.

4 Meditazione. La speranza per i peccatori. Esiste con il pentimento. Prendere coscienza della realtà del peccato. La gravità e le conseguenze. I nostri peccati di pensiero, di parole, di opere e di omissioni, di scuse e di scandali. Voler vincere in noi il peccato per amore di Dio, di noi stessi, del nostro prossimo.

2 Giorno

1 Meditazione. La speranza che nasce dalla penitenza. Quando il pentimento è vero. I falsi pentimenti. La penitenza virtù. Come farla sorgere. Dobbiamo essere dei convertiti.

2 Meditazione. La speranza nella Chiesa.

18 Cfr Mt 13,45-46. Perché noi siamo Chiesa. Quali sono i nostri compiti. I carismi. Ricevere e dare. Ricevere dalla gerarchia, ricevere e dare nella Parrocchia. Ricevere dal carisma del nostro confessore. La necessità e la pratica della direzione spirituale.

3 Meditazione. La speranza e la parola di Dio. Valore della parola. Come accoglierla. La parola di Dio nella Messa. La parola di Dio nella meditazione. Necessità della meditazione. Consigli pratici.

4 Meditazione. La speranza e i doni ricevuti da Dio. Profondo senso di responsabilità per i doni ricevuti, e per la vita naturale, e per quella soprannaturale. I doni dell’anima: intelligenza, volontà ecc…; i doni del corpo. Come li abbiamo conservati e come li abbiamo sviluppati.

3 Giorno

1 Meditazione. Il programma. La preghiera. Valore. La preghiera privata. La preghiera liturgica. I Vespri.

2 Meditazione. L’Eucarestia. La presenza di Gesù vivo. Il Sacrificio. La Comunione. Come attuare il ringraziamento.

3 Meditazione. La purezza testimonianza di fede e di speranza.

Dal «Dizionario teologico» p. 379 Speranza

In greco ελπίς significa ogni attesa. Invece nella Bibbia è attesa del bene, della salvezza; è perseveranza, fiducia. Per i greci, pur riconoscendone l’importanza, sottolineano la sua incertezza. L’uomo non conquista il futuro per mezzo di essa, ma giudicando il presente e agendo di conseguenza. Invece nell’Antico Testamento la vita è fondata «per principio» sulla speranza e non soltanto nel bisogno. Ego autem in misericordia tua speravi. Exultabit cor meum in salutari tuo: cantabo Domino qui bona tribuit mihi et psallam nomini Domini altissimi19 (Sal 12,6). Ecce oculi Domini super metuentes eum et in eis qui sperant super misericordia eius… Quia in eo laetabitur cor nostrum, et in nomine sancto eius speravimus (Sal 32,18. 21)20. Defecit in salutare tuum anima mea et in verbum tuum supersperavi (Sal 118,81)21. Ad te levavi oculos meos, qui habitas in coelis. Ecce sicut oculi servorum in manibus dominorum suorum ecc...22 (Sal 122). Ma in tutte le circostanze e situazioni. “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e si appoggia al mortale, ma il suo cuore si allontana dal Signore. Egli è come il tamarisco della steppa che non vede spuntare la floridezza perché è radicato nella aridità del deserto in terra salmastra e senza abitanti. Benedetto l’uomo che confida nel Signore e in lui ripone tutta la sua speranza. Egli è come un albero piantato lungo le acque che affonda le sue radici verso la corrente: non temerà i grandi caldi, il suo fogliame si manterrà di un bel verde, un anno di siccità non lo turba, né lascia di produrre i suoi frutti” (Ger 17,5 sq23). Beatus vir, cuius est nomen Domini spes eius, et non respexit in vanitates et insanias falsas24 (Sal 39,5). Videbunt giusti et timebunt et super eum ridebunt et dicent: ecce homo qui non posuit Deum adiutorum suum, sed speravit in multitudine divitiarum

19 Nella NOVA VULGATA: “Ego autem in misericordia tua speravi. Exsultabit cor meum in salutari tuo; cantabo Domino, qui bona tribuit mihi – Ma io nella tua fedeltà ho confidato; esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato” (Sal 13 [12], 6). 20 “Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore … È in lui che gioisce il nostro cuore, nel suo nome noi confidiamo” (Sal 33 [32], 18. 21). 21 “Mi consumo nell’attesa della tua salvezza, spero nella tua parola” (Sal 119 [118], 81). 22 “A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli. Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni” (Sal 123 [122], 1-2). 23 Cfr Ger 17,5-8. 24 Nella NOVA VULGATA: “Beatus vir, qui posuit Dominum spem suam et non respexit superbos et declinantes in mendacium – Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna” (Sal 40 [39], 5). suarum et prevaluit in vanitate sua. Ego autem sicut oliva fructifera in domo Dei, speravi in misericordia Dei in aeternum et in saeculum saeculi25 (Sal 51,8-10). Susceptor meus est tu, et refugium meum, Deus meus sperabo in eum26 (Sal 90,2). Anche quando la salvezza è assicurata. “Ecco Dio è la mia salvezza, sono pieno di fiducia e non temo, perché la mia forza e il mio vanto è il Signore. Egli è il mio Salvatore. Attingerete con gioia le acque delle fonti del Salvatore” (Is 12,2-3). Talora Dio stesso viene chiamato «speranza» e «fiducia». Deduxisti me, quia factus es spes mea, turris fortitudinis a facie inimici27 (Sal 60,4). In te Domine speravi non confundar in aeternum. […] quoniam firmamentum et refugium meum es tu28. Domine spes mea a juventute mea29 (Sal 70,5). Sia il presente che il futuro si fondono soltanto in Dio, entrambi diventano incerti se l’uomo li vuole conquistare da solo. Falsa dunque è la speranza se l’uomo non confida in Dio, ma in ciò che ha a sua disposizione come la ricchezza. “Se riposi nell’oro la mia fiducia e all’oro fine dissi: Tu sei la mia speranza; se mi rallegrai perché grandi erano i miei beni e molto aveva accumulato la mia mano… anche questo sarebbe stato un grande misfatto poiché avrei rinnegato Dio che sta in alto!” (Gb 31,2430). Gli altri uomini, la potenza politica (episodio di Ezechia). “Guai a coloro che scendono in Egitto a cercare protezione, a quelli che sperano nei cavalli, confidando nei molti carri e nella forza valorosa dei cavalieri, invece di rivolgersi al Santo d’Israele e di cercare il Signore” (Is 31,1). “Anche dall’Egitto sarai ingannata come lo fosti da Assur. Anche di là ritornerai con la faccia nascosta tra le mani, poiché il Signore ha rigettato quelli nei quali speravi e con essi nulla hai da guadagnare” (Ger 2,37). “Non saranno più la speranza della casa d’Israele, ma ricorderanno piuttosto le sue iniquità quando si volgeva all’Egitto. E conosceranno che io sono il Signore” (Ez 29,16). “Come mai avete arato l’empietà, mietuta l’iniquità e mangiati i frutti della menzogna? Poiché tu hai avuto fiducia nei tuoi carri e nella moltitudine dei

25 Nella NOVA VULGATA: “Videbunt iusti et timebunt et super eum ridebunt: «Ecce homo, qui non posuit Deum refugium suum, sed speravit in multitudine divitiarum suarum et praevaluit in insidiis suis». Ego autem sicut virens oliva in domo Dei. Speravi in misericordia Dei in aeternum et in saeculum saeculi – I giusti vedranno e avranno timore e di lui rideranno: «Ecco l’uomo che non ha posto Dio come sua fortezza, ma ha confidato nella sua grande ricchezza e si è fatto forte delle sue insidie». Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre” (Sal 52 [51], 8-10). 26 Nella NOVA VULGATA: “Refugium meum et fortitudo mea, Deus meus, sperabo in eum – Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido” (Sal 91 [90], 2). 27 Nella NOVA VULGATA: “Quia factus es spes mea, turris fortitudinis a facie inimici – Per me sei diventato un rifugio una torre fortificata davanti al nemico” (Sal 61 [60], 4). 28 “In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso… Perché mia rupe e mia fortezza tu sei” (Sal 31 [30], 2. 4). 29 “Sei tu, Signore, la mia speranza” (Sal 71 [70], 5). 30 Cfr Gb 31,24-28. tuoi guerrieri, sorgerà la confusione nel tuo popolo, tutte le tue fortezze saranno devastate” (Os 10,1331). O anche il possesso di cose sacre. “Non abbiate fiducia nelle assicurazioni menzognere che vi vanno dicendo «Il Tempio del Signore, il Tempio del Signore, il Tempio del Signore è lì». Se voi migliorerete la vostra condotta e le vostre azioni, se amerete la giustizia tra voi e il prossimo, se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete sangue innocente, se non andrete dietro a divinità straniere per vostra sventura, allora vi farò dimorare in questo paese” (Ger 7,432). “Moab si vergognerà di Camos, come Israele si vergognò di Betel in cui aveva riposto fiducia” (Ger 48,1333). La speranza deve essere calma e una attesa di Dio. “Nella conversione e nella tranquillità sarete salvi, nel riposo e nella fiducia si trova la vostra forza. Ma voi non avete voluto saperne. E avete risposto: «No, fuggiremo su cavalli». Ebbene voi fuggirete. Noi cavalcheremo dei corsieri veloci. Va bene! Sarete inseguiti con una corsa rapida” (Is 30,1534). Spera in Domino et fac bonitatem et inhabita terram et pasceris in divitiis eius. Delectare in Domino et dabit tibi petitiones cordis tui. Revela Domino viam tuam et spera in eo et ipse faciet35 (Sal 36,3-5). Non confidenza nella propria giustizia. “La giustizia del giusto non lo salverà, se egli poi si perverte. Quando io dico al giusto che vivrà, se egli confidando nella sua giustizia, commette l’iniquità, tutte le sue opere giuste non saranno più ricordate e morrà nelle colpe che egli ha commesso” (Ez 33,1236). Sperare è appoggiarsi alla fedeltà di Dio anche se non manca il momento dell’incertezza che fa parte della speranza, perché colui che spera si sottomette alla volontà misteriosa di Dio, sa che spesso viene messo alla prova e che nel suo operare Dio è libero.

Nel Nuovo Testamento. “Abbiate sempre i fianchi cinti e le lucerne accese e siate voi come degli uomini in attesa che il loro padrone ritorni dalle nozze per potergli aprire, subito appena arriva e bussa alla porta” (Lc 12,3537). “Chi avrà perseverato fino alla fine questi sarà salvo” (Mc 13,13). Una fiducia incrollabile in Dio: «Sperare in Dio». “E finalmente Isaia preannunzia: La radice di Iesse spunterà e colui che sorgerà a reggere i popoli, in lui spereranno le genti” (Rm 15,12).

31 Cfr Os 10,13-14. 32 Cfr Ger 7,4-7. 33 Cfr Ger 48,13. 34 Cfr Is 30,15-16. 35 Nella NOVA VULGATA: “Spera in Domino et fac bonitatem, et inhabitabis terram et pasceris in fide. Delectare in Domino, et dabit tibi petitiones cordis tui. Committe Domino viam tuam et spera in eo,et ipse faciet – Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza. Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore” (Sal 37 [36], 3-4). 36 Cfr Ez 33,12-13. 37 Cfr Lc 12,35-36. “Se noi riponiamo la nostra speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo i più miserabili di tutti gli uomini” (1Cor 15,19). La speranza preserva dal disonore, dall’essere confusi. In te speraverunt patres nostri, speraverunt et liberasti eos. Ad te clamaverunt et non sunt confusi (Sal 21,538). Confundantur iniqua agentes supervacue […] non erubescam quoniam speravi in te (Sal 2439). Erubescant et revereantur simul, qui gratulantur malis meis; induantur confusione et reverentia, qui magna loquuntur super me (Sal 3440). San Paolo sviluppa la teologia della speranza. Speranza non designa già una singola virtù cristiana ma un particolare aspetto di tutta una condotta di vita basata sulla fede ed esperimentata come unità. Il trinomio «fede, speranza, carità», che da lui appare in tutta la letteratura cristiana, ha alla base questa unità della vita cristiana, pur nella sua multiformità. “Noi invece per mezzo dello Spirito e in forza della fede aspettiamo con sicurezza il premio che la giustizia ci fa sperare. In Cristo Gesù infatti non ha valore né l’essere stato Ebreo, né pagano, ma soltanto la fede operante per la carità” (Gal 5,5 sq41). “(La carità) tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta... Ora vediamo per mezzo di uno specchio... allora invece direttamente... Adesso poi rimane la fede, la speranza e la carità, queste tre virtù, ma la più eccellente di tutte è la carità” (1Cor 13,7-1342). “Memori dinnanzi a Dio Padre nostro, dell’attività della vostra fede, dei sacrifici della vostra carità e della ferma vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo” (1Ts 1,3). “Ma noi che siamo figli del giorno, siamo salvi, indossiamo la corazza della fede e della carità e abbiamo per elmo la speranza della salvezza” (1Ts 5,8). “Perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi è riservata nei cieli” (Col 1,443). Anche nel Nuovo Testamento come nell’Antico Testamento la speranza abbraccia tre elementi: l’attesa del futuro, la fiducia e la pazienza. Ma qui la parola «speranza» esprime questa duplice realtà, che la salvezza è già presente e d’altra parte non è ancora compiuta. Tempo di passaggio questo contrassegnato dalla tribolazione e dalla necessità di dare continuamente buona prova di noi stessi, dalla possibilità del fallimento; uomo vecchio continua ancora, anche se il nuovo è cominciato con Gesù Cristo. Anche la vita del cristiano è una vita «nella

38 Nella NOVA VULGATA: “In te speraverunt patres nostri, speraverunt, et liberasti eos; ad te clamaverunt et salvi facti sunt, in te speraverunt et non sunt confusi – In te confidarono i nostri padri, confidarono e tu li liberasti; a te gridarono e furono salvati, in te confidarono e non rimasero delusi” (Sal 22 [21], 5-6). 39 Nella NOVA VULGATA: “Confundantur infideliter agentes propter vanitatem […] non erubescam, quoniam speravi in te – Non trionfino su di me i miei nemici! […] che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato” (Sal 25 [24], 3. 20). 40 “Sia svergognato e confuso chi gode della mia rovina, sia coperto di vergogna e disonore chi mi insulta” (Sal 35 [34], 26). 41 Cfr Gal 5,5-6. 42 Cfr 1 Cor 13,7-13. 43 Cfr Col 1,4-5. carne». Non possediamo la salvezza e non ne disponiamo a piacimento. “In speranza infatti noi siamo stati salvati. Or il vedere ciò che si spera non è più speranza: difatti chi spera ancora ciò che già vede? Ma se noi speriamo ciò che non vediamo è per mezzo della pazienza che noi l’aspettiamo” (Rm 8,23-24). “Or la fede è il fondamento di ciò che speriamo e la prova delle cose che non vediamo” (Eb 11,1). Perciò si deve credere “nella speranza contro ogni speranza” (Rm 4,18) e la speranza non deve essere considerata come il presupposto per sopportare la tribolazione, ma come sua conseguenza. “Giustificati nella fede noi abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù mediante il quale per la fede abbiamo ottenuto l’accesso e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio” (Rm 5,2). Proprio lo spezzarsi di tutte le certezze e protezioni umane rende possibile la speranza. “Ma noi portiamo questo tesoro in vasi di creta affinché si comprenda che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi” (2Cor 4,7). “Chi ci separerà dall’amore di Dio?” (Rm 8,35). Speranza significa attendere ciò che Dio in Gesù Cristo opererà ancora nel futuro, qualcosa che non si esaurisce in questa vita, la (1) parusia, (2) la risurrezione dei morti, (3) la gloria e la partecipazione ad essa di tutta la creazione.

(1) “Stimo che le sofferenze del tempo presente non possono essere paragonate alla gloria futura che si rivelerà in noi” (Rm 8,18). “Noi invece per mezzo dello Spirito e in forza della fede aspettiamo con sicurezza il premio che la giustizia ci fa sperare” (Gal 5,5). “Se noi riponiamo la nostra speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo i più miserabili di tutti gli uomini” (1Cor 15,19). “…e per attendere dai cieli suo Figlio che Egli ha risuscitato dai morti, Gesù il quale ci ha liberati dall’ira che si avvicinava”44 (1Ts 1,10). (2) “Così conoscerò Cristo e la potenza della sua risurrezione, così parteciperò ai suoi patimenti, riproducendo in me la morte sua, nella speranza di giungere a Dio piacendo alla risurrezione dei morti” (Fil 3,1045). “Se dunque siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi con Cristo, se però soffriamo con Lui, per essere con lui glorificati” (Rm 8,17). (3) “Poiché la creazione attende con grande desiderio la glorificazione dei figli di Dio” (Rm 8,18 sq).

La speranza dunque ha un contenuto ben preciso: si rivolge a Dio Padre del Nostro Signore Gesù Cristo; ha come oggetto la venuta escatologica di Gesù nel mondo. Quindi “i Gentili che non conoscono Dio […] non hanno speranza” (1Ts 4,5. 13). La speranza non fa conto delle proprie forze, di ciò di cui può disporre, ma essenzialmente sulla fiducia di Dio.

44 Cfr 1Ts 1,10. 45 Cfr Fil 3,10-11. Ma ora nel tempo presente: siamo soggetti alle tribolazioni. Ci necessita perciò la perseveranza. “Gioite nella speranza, siate pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12). “Tutto quello che fu scritto in antecedenza è stato scritto per nostro ammaestramento affinché per mezzo della perseveranza e della consolazione che derivano dalle scritture noi potessimo sostenere la nostra speranza” (Rm 15,446). “Per conservare fino alla fine una piena speranza sicché invece di essere pigri, voi imitiate coloro che mediante la fede e la pazienza sono eredi della promessa” (Eb 6,1247). “Restiamo incrollabilmente fermi nella speranza che professiamo, perché chi ha promesso è fedele”48 (Eb 10,23) “Benedetto Iddio, Padre di nostro Signore Gesù Cristo che secondo la sua misericordia ci ha rigenerati mediante la Risurrezione da morte di nostro Signore Gesù Cristo ad una speranza vivente, per una eredità che non può né corrompersi, né essere contaminata né appassire e che a voi è riserbata nei cieli, a voi che mediante la fede siete custoditi dalla potenza di Dio affinché raggiungiate la salvezza la quale è pronta per essere manifestata nell’ultimo tempo. È questo il motivo che forma la vostra gioia, anche se è necessario che voi siate contristati per breve tempo ancora da diverse afflizioni, affinché la vostra fede provata, ben più preziosa dell’oro che perisce e tuttavia si prova con il fuoco, sia trovata degna di lode, di gloria e d’onore quando ritornerà Gesù Cristo” (1Pt 1,3 sq49). La speranza del cristiano è migliore50che non nell’Antico Testamento. Prima si confidava nella promessa e fedeltà di Dio, ora sulla promessa di Dio adempiuta in Gesù Cristo. “E nel suo nome le genti metteranno la loro speranza” (Mt 12,21; Is 42,4). Speranza dunque non basata su un concetto di Dio, ma sulle sue azioni nella storia, sulla persona e l’opera di Gesù Cristo, soprattutto sulla sua Morte e sulla sua Risurrezione. “Cristo è risorto primizia di quei che sono morti. Poiché infatti a causa di un uomo è venuta la morte, così pure in virtù di un uomo è venuta la risurrezione ecc…” (1Cor 15,20 sq51). Si fonda sulla giustificazione e riconciliazione attualmente presenti sulla salvezza avvenuta in Cristo. E questa è già azione escatologica di Dio, perciò la speranza deve essere considerata un bene salvifico escatologico. Questo è il tempo in cui si può avere una fiduciosa certezza. È la nuova situazione del cristiano (2Cor 3,4-18).

46 Cfr 15,4. 47 Cfr Eb 6,12. 48 Cfr Eb 10,23. 49 Cfr 1Pt 1,3-7. 50 Sotto il margine inferiore, dopo apposito richiamo, don Pietro annota: La legge servì solo ad introdurre una speranza migliore mediante la quale ci avviciniamo a Dio (Eb 7,19). 51 Cfr 1Cor 15,20-21. È nel dono dello Spirito Santo, acconto e pegno della salvezza che non è ancora compiuta, che il cristiano esperimenta che “la sua speranza non delude” (Rm 5,5). Tribolazione, pazienza, buona prova, speranza. E Dio ci dà il Suo Spirito come garanzia, ed è nello Spirito soltanto che si può sopportare la tribolazione. Quindi soltanto nell’unione con Cristo quindi nella Chiesa diventa possibile la ferma speranza. Allora nelle tribolazioni possiamo gloriarci di questa speranza (Rm 5,2). “La nostra gloria è questa” (2Cor 1,12) “purché manteniamo incrollabile sino alla fine la fiducia e la speranza di cui ci gloriamo” (Eb 3,6). Con la speranza vengono date nello Spirito gioia e pace, consolazione e forza. “Che Iddio della speranza vi riempia di ogni gaudio e di pace nel credere affinché abbondiate nella speranza per la potenza dello Spirito Santo” (Rm 15,13). La concretizzazione della speranza è Gesù Cristo stesso. “Cristo in voi: la speranza della gloria” (Col 1,27). “Noi siamo il corpo di quel capo, in cui è già realizzato ciò che speriamo” (Sant’Agostino52). Per Cristo nostro Signore: così si chiudono tutte le preghiere liturgiche. Preghiera e speranza sono per essenza ordinate tra di loro. La preghiera è la manifestazione della speranza: interpretativa spei. La certezza della speranza: da una parte partecipa alla certezza della fede nell’onnipotenza e misericordia di Dio. Dall’altra parte è proprio della natura della speranza «non avere e non possedere ancora» ciò che si spera. Nello stato «status viatoris» non vi può essere nulla di assolutamente definitivo. La speranza è giovinezza. Le speranze naturali dei giovani man mano svaniscono con il passare della loro giovinezza, qui invece il contrario. Non soltanto non è legata alla giovinezza naturale essa permea a fondo l’essere umano, crea addirittura una giovinezza più radicale che si protende verso una pienezza di avvenire, che non si esaurirà mai. “Ancorché in noi l’uomo esteriore si consumi, tuttavia quello interiore ringiovanisce di giorno in giorno” (2Cor 4,16). Le mancanze contro la speranza. Per la natura stessa della speranza sono due. La presunzione che vuole anticipare la realizzazione, la disperazione che anticipa la non realizzazione. Entrambe negano «lo status viatoris53». Bloccano quella duttilità spirituale che è propria della speranza. Distruggono quella giovinezza, la disperazione a modo di senilità, la presunzione a modo di infantilità. Il peccato di disperazione in ultima analisi nega la redenzione: è una decisione contro Cristo. Di fronte a colui che è la via alla vita eterna, il disperato insiste nel dire che non c’è via. È peccato contro lo Spirito Santo.

52 Cfr SANT’AGOSTINO, Discorso 157, 3. Noi vediamo, in Colui che è nostro capo, ciò che speriamo. 53 Condizione di viandante. Vi sono anche forme «imperfette» di disperazione come quella che Kierkegaard chiama «disperazione della debolezza»54 (quando uno disperatamente non vuole essere se stesso) che gli antichi chiamavano «pigrizia» (acedia, tra i vizi capitali). L’essenza della presunzione sta nella «perversa securitas» (Sant’Agostino55), cioè un cedimento di fronte al bisogno umano di certezza. Non è un titanismo. Una forma di presunzione è caratterizzata da un moralismo largamente ritenuto come «cristiano», si fonda sulla sopravvalutazione della forza morale naturale la quale sarebbe sufficiente a «meritare» il dono della vita eterna. L’altra che caratterizza un soprannaturalismo largamente ritenuto anch’esso come cristiano, identifica la certezza della salvezza (come non ci fosse la libertà dell’uomo che decide) con il fatto oggettivo della rivelazione di Cristo. La presunzione, come la disperazione, preclude l’a ccesso a l l a p regh i era che è possibile solo a chi veramente spera. Il martire particolarmente ci fa capire che cosa vuol dire sperare. Tre elementi nella sua speranza: 1) ciò che veramente si spera non è una qualsiasi salvezza realizzabile in questo mondo storico, ma la vita eterna; 2) non viene pregiudicata la vigorosa affermazione della realtà naturale del mondo in tutte le sue forme “nella sua bocca non risuona parola alcuna contro la creazione di Dio”; 3) la rassegnazione ad una fine che considerata entro la storia è catastrofica. Vincere la tentazione contro la speranza: semplificazioni illecite, soprannaturalismo fuori della storia, o attivismo troppo rinchiuso nella storia, o tragicismo e quietismo contrari alla creazione.

54 Cfr SØREN KIERKEGAARD, La malattia mortale. 55 Cfr SANT’AGOSTINO, Discorso 339, 3. A ciascuno sarà reso secondo i propri meriti.

La Speranza teologale e il suo esercizio

“Quanto più si spera, tanto più si ottiene” (San Giovanni della Croce56). “Speme, diss’io è un attendere certo della gloria futura” (Dante, esaminato da San Giacomo57). Terra luogo d’esilio, pellegrinare verso la patria futura. Nostalgia, bisogno di cielo. Chi desidera di più, chi di meno, e questo influisce molto sulla perfezione, perché la vita soprannaturale è alimentata e sostenuta soprattutto dall’esercizio delle virtù teologali. La rendono operante, fanno vivere “in quell’atmosfera di pensieri ed affetti” (Esortazione “Menti nostrae” di Pio XII), in quella continua unione con Dio che ci fa venire a noia le cose di quaggiù. Speranza, virtù infusa, nasce, cresce, si perfeziona, si indebolisce, può estinguersi. Come un seme nasce, cresce con la crescita della grazia che aumenta con i sacramenti, la preghiera e le opere buone. Ad esempio nella Cresima viene fortificato per aspirare all’ottimo per la conquista del Regno di Dio. E ci dà il carattere che è un segno della futura gloria, è una capacità e un pegno della vittoria sul mondo e della futura visione di Dio. La preghiera per il suo valore meritorio e impetratorio. La ripetizione degli atti: perché le virtù ci danno la capacità di agire come l’intelligenza ci dà la capacità di ragionare. Ripetere ci porta ad un agire facile e gioioso. La speranza ci fa così superare i dolori, le preoccupazioni, gli attacchi alla terra, le incertezze del domani, disprezzo degli uomini, la tristezza per i nostri difetti e le nostre miserie. Realizzare grande fiducia nonostante tutte le nostre ricadute. “Se avessi tutti i peccati che è possibile commettere andrei con il cuore spezzato a gettarmi tra le braccia di Gesù” (Santa Teresa del Bambin Gesù58). “La santità non consiste in questa o in quella pratica, ma in una disposizione del cuore che ci rende umili e piccoli fra le braccia di Dio, coscienti della propria debolezza e confidenti fino all’audacia nella sua bontà di Padre” (eadem59). Sperare contro ogni speranza nei momenti di prova, di buio, di dolore, di angoscia. Qualità della speranza: oggettive: è soprannaturale, illuminata, operosa, certa; soggettive: ferma, umile, confidente, unitiva, illuminata, fatta di abbandono filiale.

56 Cfr SAN GIOVANNI DELLA CROCE, La salita del Monte Carmelo, Libro III, cap. IV 57 Cfr DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, Paradiso, XXV, 67-68. 58 Cfr SANTA TERESA DEL BAMBIN GESÙ, Manoscritto C, f. 36 r. 36. 59 Cfr SANTA TERESA DEL BAMBIN GESÙ, Novissima Verba, 3 agosto. Ferma: incrollabile, come quella di Abramo, perché basata sulla parola di Dio, sulla sua promessa. Umile: non su se stessi, sulla forza di Dio, come quella dell’emorroissa. Confidente: “Bisogna fare fiducia a Dio, egli ne ha tanta con noi!” (Peguy60). “Io spero nella giustizia di Dio ugualmente che nella sua misericordia” (Santa Teresa del Bambin Gesù61). “La mia vita è tutta di confidenza e di amore: non comprendo le anime che hanno paura di un Amico sì tenero” (eadem62). Unitiva: vivere nell’attesa di Dio, non ricercare le cose che passano. “La viva speranza in Dio dà all’anima una tale vivezza, coraggio ed elevazione alle cose della vita eterna che a confronto di ciò che lassù si aspetta, tutte le cose del mondo le sembrano, come sono in verità, appassite, aride, morte e di nessun valore” (San Giovanni della Croce63). Illimitata: La misura della nostra speranza in Dio è di sperare senza misura. Non si spera mai troppo nella sua bontà, mai troppa fiducia nella sua misericordia. Mai ci fideremo troppo di Dio, ma quanto più ci fideremo tanto più otterremo, fidiamoci fino in fondo e otterremo tutto da Dio. Di abbandono: è il fiore più profumato. Distaccati da ogni affetto egoistico, donarsi del tutto a Dio, lasciando a Lui la cura di tutto. Bambino nelle braccia. Non sapere dove lo porta e lo conduce. Essere contenti dove a Lui piace. (da Vita Spirituale 1964, n. 3)

60 Cfr CHARLES PEGUY, Il mistero della carità in Giovanna d’Arco. 61Cfr SANTA TERESA DEL BAMBIN GESÙ, Lettera 226. 62 Cfr SANTA TERESA DEL BAMBIN GESÙ, Lettera a Padre Roulland, 9 maggio 1897. 63 Cfr SAN GIOVANNI DELLA CROCE, La notte oscura, Libro II, 145.

“È la speranza che fa vivere”

Dio ha depositato in noi un germe, il desiderio di Lui che ci sostiene nel pellegrinaggio. La Fede ci mostra Dio, la Speranza ci dice che lo possederemo. Aspirando alla felicità vediamo che non c’è che in Dio. Desideriamo allora la comunione reale, piena, assoluta ed eterna con la vita intima di Dio: quella comunione che diciamo gloria, beatitudine, cielo, salvezza o fine supremo. È soprannaturale e sorpassa di gran lunga il desiderio naturale di essere felici. E come mezzo tutte le cose naturali e soprannaturali che ci servono. L’a p p o ggi o d ell a sp eran z a è Di o buono, misericordioso e onnipotente. L’atto della nostra speranza raggiunge direttamente Lui: ci mettiamo nelle sue mani, ci fidiamo di Lui, ci affidiamo a Lui. Pater amat vos64. Ne ha dato le prove: Sic Deus. Dio è buono. Incarnazione. Dilexit mundum65. Dilexit me et tradit semetipsum pro me66 (Gal 2,20). L’Eu ca re sti a : accipite et manducate67. La Grazia: divinae consortes naturae68 (2Pt 1,4), suoi figli, e perciò avremo la sua eredità (Rm 8,17). Dio è clemente anche se siamo peccatori. Deus meus, misericordia mea! Misericordia infinita e che supera ogni ostacolo. La strana aritmetica delle parabole della misericordia dove una dramma ne vale dieci, una pecora cento69. Dio è onnipotente. Non solo vuole, ma può. Tutto è al suo servizio e può far convergere al nostro bene gli avvenimenti, gli elementi della natura, i disegni degli uomini, la disposizione dell’anima e del corpo, persino i peccati. Diligentibus Deum, omnia cooperantur in bonum70 (Rm 8, 28). Dio è fedele. Vuole che tutti gli uomini si salvino, ci ha promesso la vita con Lui, la beatitudine eterna. Venite benedetti. Chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato ha la vita eterna (Gv 5,24). Altri motivi. L’umanità di Gesù e i suoi gesti che hanno un valore infinito di salvezza. La sua Morte e la sua Risurrezione. La Chiesa con tutta la sua vita, i sacramenti, i doni di Dio, i Santi con la loro intercessione, gli uomini sulla terra strumenti di Dio per l’edificazione del suo regno, i nostri meriti che ci permettono di partecipare efficacemente all’opera della nostra redenzione e di quella del mondo.

64 “… il Padre stesso vi ama” (Gv 16,27). 65 “… ha amato il mondo” (Cfr Gv 3,16). 66 “Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”. 67 “Prendete, mangiate” (Mt 26,26). 68 “… partecipi della natura divina”. 69 Cfr Lc 15,4-10. 70 “… tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”. Condizioni della speranza. 1) Appoggiarsi su Gesù Cristo “vita nostra” (Col 3,4). È l’unica via, solo lui ci può dare i mezzi, unica porta che si apre, unica verità. Egli ci può salvare da ogni peccato. “È potere di Cristo di salvare coloro che per mezzo suo si accostano a Dio”, sommo sacerdote necessario per noi, santo ecc… (Eb 7,25-26). 2) La preghiera al Padre in nome di Gesù “perché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Gv 14,1371). 3) La nostra collaborazione nelle opere buone. Convertirsi, vivere bene, impegnarsi seriamente, faticare. “Chi persevererà fino alla fine” (Mt 10,22). “L’atleta non ottiene la corona se non ha lottato secondo le regole” (2Tm 2,5). 4) La mortificazione per vincere gli ostacoli della concupiscenza, dell’orgoglio ecc… È il mezzo sicuro, energico, indispensabile. Ci libera, ci dà le ali (Fil 3,12; 1Cor 9,26). 5) la vigilanza, servi pronti (Lc 12,35).

Le garanzie: 1) Lo Spirito Santo che abita in noi “pegno della nostra eredità” (Ef 1,14). “Ha posto nei nostri cuori la caparra dello Spirito” (2Cor 1,22). Per lui sopportiamo l’esilio e aneliamo al laceramento della tenda del nostro corpo, “aspettando l’adozione dei figli cioè la redenzione del nostro corpo poiché per la speranza siamo stati salvati” (Rm 8,23-24). 2) L’Eterno Padre che ci ha donato il Figlio suo. “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”72. Chi porterà l’accusa contro gli eletti? (Rm 8,31). 3) Gesù stesso. Per Gesù noi siamo divenuti della famiglia stessa di Dio (Ef 2,4-18). Noi siamo un’unica cosa con lui. Dove sono io, voglio che siate anche voi73.

La gioia della speranza. “Immenso peso della felicità che Dio ci tiene riserbato”; “ciò che di presente è momentanea e leggera tribolazione è destinato a preparare in noi un peso eterno in una sublime e incomparabile gloria” (2Cor 4,16-17). Così viviamo senza paura, vincendo ogni dolore, sicuri del suo aiuto di ogni momento, certi che “le sofferenze del tempo presente non sono adeguate alla gloria futura” (Rm 8,18). “Il Dio della speranza, della pazienza, della consolazione, vi riempia di gaudio e pace nell’aver fede, affinché abbondiate nella speranza in virtù dello Spirito Santo” (Rm 15,13). I nostri cantici: il Benedictus e il Magnificat. (Da Vita spirituale, 1964, 1)

71 Cfr Gv 14,16. 72 Cfr Rm 8,31. 73 Cfr Gv 17,24.

La Speranza cristiana

Non è un accessorio della vita cristiana. Non è un comodo rifugio per i falliti. È uno dei mezzi più formidabili per giungere fino a Dio. È l ’a l i men to di ogni attività naturale e soprannaturale. Dio stesso l’alimento. “Io sono il tuo protettore e la tua mercede sarà grandissima”74 (ad Abramo). “Spera nel Signore e fa il bene ecc…” (Sal 36,375). “In te speraverunt ecc…” (Sal 2176). Così nel Nuovo Testamento: “Abbiate una perfetta speranza” (1Pt 1,13). “Speranza nella vita eterna la quale promise Dio infallibile” (Tt 1,277). “E chiunque ha questa speranza in Lui santifica se stesso” (1Gv 3,3). Come gli Ebrei, così ora la Chiesa nel deserto. La speranza tende verso il possesso di un bene che ancora non si possiede. Essa nel suo concetto include anche la lotta, il combattimento, il superamento di notevoli difficoltà, la diuturnità e costanza dello sforzo di conquista. È perciò una virtù maschia, uno strumento valido di affermazione personale. Per gli ardimentosi; i deboli rinunciano. La speranza cristiana è un principio di azione, cioè una capacità operativa che eleva la facoltà umana permettendole di conseguire una finalità, un ideale che supera la capacità naturale. Viene infusa nell’anima per elevare le sue potenze e le sue aspirazioni verso Dio bene supremo e felicità eterna. Ci fa tendere a Dio e ci assicura che nelle varie circostanze della vita avremo sempre le grazie necessarie per vivere bene e meritare la gioia della visione beatifica. “Aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo” (Tt 2,13). Non deve essere attesa passiva del cielo. Rettitudine di intenzione e di azioni. Costante adesione alla volontà divina. Fermezza di proposito. Fedeltà nel proprio dovere. I sudici starebbero male in compagnia di Dio e degli Angeli. Dramma della lotta, asprezza di combattimento con le passioni e gli istinti, l’urto delle tentazioni e delle avversità. La sproporzione tra le nostre possibilità psicologiche e morali e la santità è un dato dell’esperienza personale. Si parla di educazione della volontà e del cuore, della formazione del carattere, della preparazione alla vita, ma non si può risolvere il dramma in senso positivo e definitivo se non con l ’i n terven to d i Di o .

74 Cfr Gen 15,1. 75 Cfr Sal 37 [36], 3. 76 “… in te confidarono i nostri Padri” (Sal 22 [21], 5). 77 Cfr Tt 1,2. La fiduciosa attesa di questo intervento è speranza. Poiché non ci salviamo con le nostre forze ma per un aiuto soprannaturale di Dio. Dio ci vuole soccorrere ed è onnipotente. Dio ci vuole bene. Se ci sono dei vuoti sono imputabili alle nostre insufficienze, alla nostra incorrispondenza. Rimuoviamo gli ostacoli, ritroveremo il suo aiuto e il suo amore. Dinamismo della speranza: 1) Proietta la nostra attività verso il Paradiso, l’eternità. 2) Valorizza al sommo il tempo. Tendiamo al bene, siamo fatti per la verità e la perfezione ontologica. Solo in essi ci possiamo riposare. Non trovando di meglio ci lasciamo influenzare dagli onori, piaceri, ricchezze, pur sapendo che non possono placare lo spirito e che hanno la durata di un giorno. La speranza svelandoci orizzonti meravigliosi risolve il problema fondamentale dell’uomo: la felicità. Dio bene infinito, verità suprema. Solo così si vince l’angoscia, la convinzione che la vita sia una condanna senza appello, una pena senza scopo e da eliminare al più presto. La speranza dice la possibilità di raggiungere Dio bene infinito ed eterno, che le difficoltà sono tutte superabili con la grazia. Di qui l ’en tu si a smo delle anime generose verso il traguardo: incontrarsi con Dio, immergersi in Lui, restare in Lui per tutta l’eternità. Questo giustifica ogni sforzo ed ogni sacrificio. Il cuore si accende e la vita diventa un’attesa, una vigilia. San Paolo è così preso dal desiderio di essere con Cristo che non sa che cosa eleggere, se il morire per essere con lui o il vivere per servire i suoi fratelli (Fil 1,23). E i martiri sopportavano in vista della felicità duratura.

QUADERNO 28 - Esercizi Spirituali (1971) – SOMMARIO78

Esercizi spirituali: Fanciulli cattolici (30 agosto - 1 Settembre)* 2 Beniamine (2-3 Settembre) 3 Agli Uomini (4-6 Settembre) 6 Alle Aspiranti (7-9 Settembre) 9 Le ragazze (10-12 Settembre) 12 Agli Aspiranti (13-15 Settembre) 14 Alle pre-Giò (16-18 Settembre) 16 Alle Donne (19-21 Settembre) 18 Alle Giò (22-24 Settembre) 20 Ai giovani (25-27 Settembre) 22 Ai pre-Ju (28-30 Settembre) 24 Dal Dizionario teologico: Speranza 26 La Speranza teologale e il suo esercizio 34 È la speranza che fa vivere 36 La Speranza Cristiana 38

78 Inserito in fase di redazione. * Corso di Esercizi Spirituali annotato da don Pietro, ma non corredato di appunti o schema preparatorio.

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