Quaderno 39 - L'Eucarestia II 1982

QUADERNO 39

1982

Introduzione

1. Gen 17,1-8. Come Abramo chiamati a un cammino nella fede e nel dialogo con Dio. Nostra condizione esistenziale di fragilità, di precarietà, di impotenza. “Io sono Dio onnipotente”1. Sicurezza di Dio e della sua potenza in me, della sua azione. “Rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4). Preghiera e sua necessità. Parabola della donna importuna (Lc 18,12). “Cammina davanti a me”3. Mettersi alla presenza di Dio. Alla presenza dell’Eucarestia. È presente per noi. Per amore. Per darci i suoi doni. Per darci se stesso. Camminare alla presenza di Dio è una condizione normale di crescita, è una norma fondamentale di sviluppo dello spirito. La chiamata a crescere. La presenza di Dio ci alimenta e ci trasforma nella misura che noi ce ne rendiamo coscienti. La presenza eucaristica particolarmente. “Camminate come figli della luce” (Ef 5,84); “Camminate nella carità ad esempio di Cristo” (Ef 5,25); “Camminate nello Spirito” (Gal 5,166). Camminare indica la continuità del nostro vivere alla presenza di Dio. Dio è presente in tutti gli esseri creati, con maggiore intensità negli esseri razionali, nell’anima in grazia. Con l’Incarnazione Dio si fa presente in mezzo a noi come uomo. Centro permanente di irradiazione della divina presenza è l’Eucarestia nella quale Gesù si offre come pane di vita alla sua Chiesa. Tutto il problema della vita spirituale si risolve in termini di «non resistenza», di «attenzione», di disponibilità. “Farò un patto tra me e te”7. Il patto è un legame, un’unione. Dio stesso si impegna con noi a farci camminare al suo passo in forza di una unità di vita alla quale ci assume: il corpo e il sangue di Cristo ci sono dati affinché ci trasformiamo in Colui che mangiamo (Lumen Gentium, 26). “Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio” (Gaudium et Spes, 18).

1 Gen 17,1. 2 Cfr Lc 18,1-8. 3 Gen 17,1. 4 Cfr Ef 5,8. 5 Cfr Ef 5,2. 6 Cfr Gal 5,16. 7 Cfr Gen 17,2. È soprattutto in forza di questo dialogo che l’uomo cresce assai. La crescita dell’uomo comporta la crescita della preghiera che si evolve nel modo, nel contenuto, nell’intensità. “Subito Abramo si prostrò con il viso a terra”8. È gesto spontaneo. La luce della rivelazione: Dio si rivela perdutamente grande, l’uomo appare nella sua precarietà, anzi nel peccato: “Allontanati da me peccatore” (Lc 5,89). Ogni vero incontro con Dio provoca il gesto dell’umiltà, che sarà tanto più profondo quanto più intensa è la luce. Per quanto ci copriamo di cenere, non sarà mai troppo. Lo sforzo di mettersi alla presenza di Dio ha valore anche per ogni sua parola. Nella preghiera “non è l’abbondanza del sapere che sazia il cuore e lo soddisfa, ma il sentire e il gustare le cose intimamente” (Sant’Ignazio10). Ogni parola di Dio è un grano di senape che può diventare albero (Lc 13,19), ogni pagliuzza di verità può scatenare un incendio di amore (Santa Teresa d’Avila11). Trovare il tempo adatto e l’ambiente giusto. Gesù chiama in luogo appartato (Mc 6,31), nel segreto della camera (Mt 6,5). Chi entra nella preghiera con la fretta di uscirne è già fuori da essa. Non sempre riusciamo a sbarazzarci immediatamente dai pensieri distrattivi ma soltanto a poco a poco.

2. Disponibilità. “Il mio cuore è pronto” (Sal 107,612). “A te innalzo il mio sguardo” (Sal 12213). Sete di Dio. “Cercherò il tuo volto, o Signore” (Sal 2614). “Quanto sono amabili le tue tende” (Sal 8315). “Come una cerva anela ai rivi d’acqua” (Sal 4116).

3. Abbiamo bisogno di riscoprire questo mistero di fuoco, il mondo sta morendo di freddo. C’è un urgente bisogno di speranza: è l’Amore, è Dio che ci spalanca i segreti del suo Cuore. È una realtà tanto grande che dobbiamo temere sempre di banalizzare una tale ricchezza, di tradirne l’immensità, di sciuparne la freschezza. È una riparazione che urge: perché su questo mistero si tace, perché lo si riduce a un giochetto di parole; ciò gli Angeli adorano, ciò per cui tanti martiri hanno dato la vita. Preti che dubitano, che non invitano più i bambini ad amarlo la dove è. Pueri petierunt panem et non erat17.

8 Gen 17,3. 9 Cfr Lc 5,8. 10 Cfr SANT’IGNAZIO DI LOYOLA, Esercizi Spirituali, 2. 11 SANTA TERESA D’AVILA, Vita, XXX, 20. 12 Cfr Sal 108 [107], 1-6. 13 Cfr Sal 123 [122], 1. 14 Cfr Sal 27 [26], 8. 15 Cfr Sal 84 [83], 2. 16 Cfr Sal 42 [41], 2. La Comunione ridotta a una parata esterna senza che le folle siano invitate all’amore del colloquio, al refrigerio di stare con gioia con il loro Dio. Con il pretesto di non cadere nell’intimismo, si esteriorizza nel vuoto e nell’anonimo. L’Eucarestia va cantata in un tripudio di gioia e di festa. Il suo dono va ricevuto e vissuto con fervore, gioia e vigore.

4. Seguiamo l’esempio dei Santi. I Santi rivelano lo Spirito. Sono i nostri veri contemporanei. “Essi non invecchiano mai. Restano continuamente i testimoni della giovinezza della Chiesa. Non diventano mai personaggi del passato” (Giovanni Paolo II a Lisieux18). I loro volti sono riflessi di Gesù. Meglio loro che i teologi. I dottori della Chiesa sono stati tali perché sono stati dei santi. “Tutta la grazia santificante del mondo è sospesa alla grazia della Chiesa, e tutta la grazia della Chiesa è sospesa alla Eucarestia” (Journet19). “Tutto è possibile se una nuova era eucaristica costituirà l’anima della vita della Chiesa. Perché una felicità umana autentica è impensabile al di fuori dell’Eucarestia” (Giovanni Paolo II, Fortaleza20).

Un autore ortodosso di Santa Teresa di Lisieux: perché la sua teologia supera tutto quanto si scriveva nella sua Chiesa del XIX secolo? Evidentemente perché la sua era una teologia vissuta.

17 Nella NOVA VULGATA: “Parvuli petierunt panem, et non erat – I bambini chiedevano il pane e non c’era…” (Lam 4,4). 18 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Visita Pastorale a Parigi e Lisieux, Omelia a Lisieux, 2 giugno 1980. 19 CHARLES JOURNET, L’Eglise du Verbe incarné, II, 672. 20 GIOVANNI PAOLO II, Pellegrinaggio apostolico in Brasile, Omelia a Fortaleza, 9 luglio 1980.

Eucarestia al centro della vita

Gv 6,26-35. “Io sono il pane di vita”.

1. L’esistenza deve avere un senso. Tutti tendiamo alla felicità. Sviluppo della personalità. Gesù attualizza nella sua persona la salvezza. La vita non è un oggetto, né una nozione, ma una persona. Non per quello che ha, ma per quello che è. Nel mio «Io» l’«Io» di Cristo. Egli è quindi la vita, la mia vita. La mia vita è al di fuori di me, delle mie disposizioni. È un altro, è Gesù. Deserto; manna (Es 16). È il nutrimento che salva dalla morte, nutrimento della Chiesa, vero Israele. “Aveva il gusto di un dolce di miele” (Es 16,31). Non solo la dolcezza della creazione (Sap 16,20: “Hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli”). È la parola discesa dal Cielo. “Al vincitore darò una manna nascosta”(Ap 2,17).

2. Ch e co sa è l ’Eu c arestia. È tutto perché è Gesù. Dio fatto uomo. È la venuta di Cristo sulla terra, come a Betlemme. Al momento della consacrazione il sacerdote si annulla per pronunciare le parole: “Questo è il mio corpo”21. “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51). È carne vivente che dà la vita. Ogni Messa è destinata ad essere una ripresa di vita per questa presenza. “La mia carne” evoca la persona, non soltanto il corpo. È una presenza essenzialmente personale. La sua Persona divina di Figlio di Dio. È perpetuato il mistero dell’Incarnazione, cioè della presenza personale che Dio offre al mondo. Dio è l’oceano della vita. La comunità degli uomini si unisce alla Trinità divina e ne ha la vita. Gesù come persona divina appartiene alla Trinità, e come incarnato all’umanità. E ogni volta che discende sugli altari è per introdurci più profondamente nella intimità di amore delle Persone divine.

3. È venuto propter nos homines22. “Benedetto perché ha visitato e redento il suo popolo”23; “Oggi, è nato il Salvatore che è Cristo Signore” (Lc 2,1124); “I miei occhi hanno mirato” (Lc 2,30).

21 Cfr Mt 26,26; Mc 14,22; 1Col 11,24. 22 “Per noi uomini…” (Simbolo Niceno-Costantinopolitano). “Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19,10); “Perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui” (Gv 3,17). Dimensione essenziale di salvezza: “Coloro che saranno salvati” (At 2,4725). “È per la grazia che siete salvati” (Ef 2,8). La salvezza è una Pasqua: un passaggio. Mar Rosso; un movimento e ciò avviene attraverso due tempi principali: un tempo di sradicamento e di liberazione, e un tempo di lancio in un universo meraviglioso. È il Servo sofferente, l’espiazione (Is 53). “Ti ho posto a salvezza delle genti” (Is 49,626). Siamo stati comprati27, e ci vuol introdurre nella pace di Dio (Eb28). Dio non si accontenta di darci i suoi beni, dona se stesso in una misteriosa comunione di vita. La salvezza arriva fino a questa pienezza. Non consiste tanto della Redenzione, né soltanto nella divinizzazione; consiste in una Redenzione che sfocia nella comunione di Vita, in una comunione di Vita radicata nella Redenzione. “Rimanete in me”29, non in un luogo, né staticamente, ma in una persona viva; non temporaneamente, ma in modo duraturo: “… e abitò tra noi”30. Rimanere in Gesù diventa rimanere nel Padre: “Dio abita in lui ed egli in Dio” (1Gv 4,15-1631). È la prima e essenziale dimensione della Chiesa: comunione di vita col Padre in Gesù mediante il dono dello Spirito, dimensione verticale. La salvezza è indissociabilmente comunione di vita col Padre in Gesù e comunione di vita con i fratelli in Gesù (1Gv 1,3-7).

4. La vita cristiana si tipizza come mistero di comunione con Gesù di cui la Comunione Eucaristica è il vertice. Gesù è restato per attuare la pienezza della comunione con ogni anima. La santità non si attua diversamente. Il Cuore di Gesù ha palpitato per questa comunione. È esemplare la preghiera sacerdotale di Gesù nell’Ultima Cena. È unito al Padre con una unica unità; vuole essere unito ai suoi con una unità simile. Per questo è stata la sua obbedienza di amore al Padre, per questo il suo sacrificio di lode consumato sulla Croce: è la liturgia di un amore perfetto della unità del Figlio con il Padre. La preghiera sacerdotale di Gesù deve ispirarci: tale deve essere la nostra preghiera. Anime di preghiera. Il nostro deve essere uno stato adorante. Afferrati da Cristo, vivendo il mistero eucaristico, dobbiamo metterci su i suoi passi in una totalità di dono. Dialogo vitale, intimo, di pensiero e di cuore, identità con Cristo. Comunione d’amore con Cristo

23 Lc 2,68. 24 Cfr Lc 2,11. 25 Cfr At 2,47. 26 Cfr Is 49,6. 27 Cfr 1Cor 7,23; 1Pt 1,18-19. 28 Cfr Eb 4,3. 29 Gv 15,4. 30 Cfr Gv 1,14. 31 Cfr 1Gv 4,15-16. per immergerci sempre più attraverso lo Spirito nel Padre. Le pratiche di pietà, la vita liturgico-sacramentale sono i mezzi che accompagnano «la via di orazione» che è cammino di unità sempre più intensa fino ai doni della contemplazione, col Dio della fede. Comunione progressiva che raduna anima e corpo, mente e sensi. Così si specifica la nostra vita. Il cuore solo in questa direzione di unità. Così si attuano e perfezionano le pratiche di pietà: nella stupenda avventura del dialogo vitale di tutto l’essere con Dio. Molte anime compiono le loro preghiere e tuttavia restano mediocri, tiepide, abbattute, fiacche. Bisogna vivere questo mistero di comunicazione viva, di stato adorante, di amore reale.

5. Il mistero della preghiera non ha il suo luogo privilegiato solo in Dio, ma anche nel suo Popolo e tendenzialmente in ogni uomo che aspetta ancora salvezza di Dio. Bisogna essere sempre «oranti con». È una preghiera che obbedisce alla fede e la fede la apre alla Storia della salvezza. È dunque a dimensione universale e raduna nel cuore tutta l’umanità. Non si può tirare avanti un colloquio asfittico, meschino, tutto ripiegato. Tutto deve alimentare il grido di lode e di gratitudine, il tormento del più e del meglio, il desiderio che Dio sia tutto in tutti. Nella liturgia il mistero della preghiera di comunione esplode in tutta la sua ampiezza. Lasciarsi educare dalla Liturgia.

6. Desiderare e cercare in concreto i tempi privilegiati per questa comunione di amore. La preghiera ha bisogno del suo tempo proprio ogni giorno. Non averlo è illudersi di pregare. Ma per averlo in una vita impegnata e attiva bisogna che il desiderio e la ricerca siano accesi da un amore più grande che muove il cuore là dove è il suo peso. Armonizzare i tempi del servizio con quelli della preghiera. Per potere quando si chiudono quest’ultimi, secondo lo spirito della comunione, proseguire in mezzo agli impegni, fra le persone, nel movimento quotidiano, la profondità del pensiero del Signore e lo stato adorante. Anche quando si è in relazione con gli altri bisogna mantenere la pace, la pazienza, lo spirito di accoglienza e soprattutto gli «occhi illuminati dalla fede»32 per cui vedere ogni cosa nell’unica dimensione del servizio di Dio.

32 Cfr Ef 1,18.

Eucarestia e vita interiore

Fil 1,21. Cristo è la mia vita.

1. La vita interiore indica un certo raccoglimento in Dio. Una conversazione con Dio. Una conversazione con se stessi che ci porta a Dio. Un amore fondamentale, un certo volere profondo. Tutti cercano la felicità ma alcuni la cercano non dove è il vero bene, ma dove non è, nelle soddisfazioni della sensibilità e dell’orgoglio. Amano se stessi sopra tutto e più o meno coscientemente fanno convergere tutto verso di loro, come se fossero al centro di tutto. Non hanno vita interiore perché la loro conversazione interiore è piuttosto morta; infatti il loro volere fondamentale non è del Sommo Bene ma il piacere più o meno durevole. È la morte: e per questo cercano di fuggire se stessi, di esteriorizzarsi nelle attività, nella scienza, nell’arte. Cercano di sfuggirsi per evitare la stanchezza, il vuoto, lo scoraggiamento.

2. La vita interiore è un movimento che deve fare camminare sempre più rapidamente verso Dio. Come la pietra cade tanto più rapidamente quanto più si avvicina alla terra che la attrae, così deve essere delle anime. Il loro volere fondamentale si deve portare sempre più efficacemente verso Dio. Devono intrattenersi sempre più intimamente con Dio che abita in esse. Devono essere vittoriose di ogni egoismo, devono oltrepassare se stesse e riferire tutto a Dio. Questo è l’unico necessario. Di qui bisogna assolutamente studiare il modello della vita interiore: Gesù. Ut homo non sibi vivat sed Deo33 (San Tommaso). Vivere di Cristo e per mezzo di lui pensare costantemente a Dio.

3. Gesù è l’autore della vita. “In lui era la vita”34; “Io sono venuto perché abbiano la vita” (Gv 10,10); “Io sono la vita”35; “Voi uccideste l’Autore della vita ma Dio lo resuscitò” (At 3,1536). Con l’Incarnazione abbiamo avuto la sorgente di grazia e la riparazione perfetta dell’offesa di Dio. E abbiamo il modello perfetto di tutte le virtù. L’anima della nostra vita interiore sono le virtù teologali. Gesù è lui stesso la Verità prima rivelatrice e rivelata.

33 “… sicché l’uomo non viva più per sé ma per Dio” (SAN TOMMASO D’AQUINO, Summa Theologiae, IIa IIae, q. 17, a. 6). 34 Gv 1,4. 35 Cfr Gv 11,25. 36 Cfr At 3,15. Per questo può rendere testimonianza di se stesso e degli altri misteri, come la luce manifesta se stessa manifestando i colori e tutto quello che essa illumina. La nostra confidenza aumenta con l’Incarnazione perché Dio venendo a noi in persona ci manifesta la sua infinita bontà. Deus auxilians37, Deus veniae largitor38. “Lui non risparmiò il suo proprio Figlio” (Rm 8,32). Poi per quale ragione si è incarnato il Verbo se non per manifestarci il suo amore? Impariamo almeno a rendergli amore per amore. Sic Deus dilexit mundum39. La Verità prima, l’Onnipotenza soccorrevole, la Somma Bontà.

4. Come Dio vuole darsi in persona nell’Incarnazione del Verbo, così Gesù si è voluto dare in persona nell’Eucarestia. E il suo cuore sacerdotale è chiamato eucaristico in quanto ci ha dato l’Eucarestia. Non poteva darsi di più a ciascuno di noi. È il modello eminente del dono perfetto di se stesso.

5. Il cristiano è per definizione uno che vive di Cristo. “Sono a tal punto animato dallo spirito del mio Gesù da sembrarmi che egli sia una mia seconda anima, l’anima dell’anima mia. Tutto ciò che egli vuole, lo voglio anch’io; ciò che ordina eseguisco; ciò che a lui piace, anche a me piace; ciò che non desidera, nemmeno io desidero. In me egli è tutto: è nella mia mano per scrivere, è nei miei occhi per vedere e leggere…” (Olier). Sequela di Cristo. È la santità come imitazione esistenziale di Cristo. “Ciò che è accaduto a Cristo deve accadere a ciascun cristiano in particolare” (Pascal40). Ciò che è accaduto a Cristo nel linguaggio liturgico si chiama mistero. Ossia ciò che fa nascere, crescere, sviluppare il cristiano è il mistero di Gesù Cristo che ha la sua completa sintesi nella sua morte e risurrezione. Il cristiano è un fenomeno, una parte, un fiore di questo mistero. È stato inserito in questo mistero mediante il Battesimo. “Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6,441). E possiamo crescere mediante l’Eucarestia. In ogni Eucarestia si rinnova e cresce la grazia del Battesimo. Il «mistero» attualizza l’opera della Redenzione, è memoriale. Non consiste in un semplice procedimento psicologico suscitato da una sacra rappresentazione, ma nella attività della sua capacità salvifica, della virtus operis42 ([…]43).

37 “Dio che soccorre” (Cfr SAN TOMMASO, Summa Theologiae, II-II, q. 17, a. 5). 38 “Dio elargitore di benevolenza” (Cfr MISSALE ROMANUM A.D. 1962 PROMULGATUM, In commemoratióne ómnium Fidélium Defunctórum, Oratio in Secunda Sancta Missa). 39 Nella NOVA VULGATA: “Sic enim dilexit Deus mundum – Dio infatti ha tanto amato il mondo” (Gv 3,16). 40 Cfr BLAISE PASCAL, Lettera a Jacqueline Pascal. 41 Cfr Rm 6,4. 42 “Forza dell’opera”. Il mistero è qualcosa accaduto una volta per tutte ma mediante l’annuncio creativo – quotiescumque44 ecc… – esso diventa realtà che si mette nell’oggi, non come una perla nel cofano, ma come vita. L’essere memoria nella Messa è fatto di parole, di gesti, di oggetti, di riti: dunque guardando, ascoltando, partecipando noi possiamo ricordare tutto ciò che Gesù ha fatto e insegnato. Tutta la Messa è vangelo, è una chiara proclamazione di Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, morto e risuscitato. La salvezza è offerta a ogni uomo.

43 Riferimento bibliografico non comprensibile. 44 “In ogni momento”.

Eucarestia e peccato

Gv 8,31: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli: conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. […]. Chiunque commette peccato è schiavo del peccato”45.

1. Essere discepoli, allora la sua parola penetra, diventa operante, trasforma. È un fatto progressivo che determina una crescente gravitazione verso Dio: “Chi opera la verità si accosta alla luce” (Gv 3,2146). Siccome poi la Verità è Amore, ci configura con Dio Amore: “Noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita perché amiamo”47; “Chi ama è generato da Dio”48. Questo crea un rapporto d ’a mi ci z i a con Dio. “Vi ho chiamati amici ecc…” (Gv 15,15). Crea un rapporto filiale: “Chi è da Dio ascolta le parole di Dio” (Gv 8,47); “Chi ama è generato da Dio” (1Gv 4,7). Crea un rapporto sponsale. Di unione d’amore: “Ti sposerò a me per sempre, e conoscerai il Signore” (Os 2,2149). La libertà viene dunque dalla Parola, dalla Verità, dal Figlio che si dona a noi: “Se il Figlio vi farà liberi sarete liberi davvero” (Gv 8,3650). E particolarmente la liberazione dal peccato. È il peccato che provoca la schiavitù più profonda e radicale dell’uomo. Liberare dal peccato è lo scopo dell’Incarnazione e di tutta la vita di Gesù. Gesù resta con noi per liberarci. È liberazione dalla legge intesa come forza di costrizione. Si osserva spontaneamente per un’esigenza di amore e di verità. Libertà anche riguardo alle persone e alle cose: non si ha paura di nulla, si agisce senza complessi, non si guarda in faccia a nessuno, si dice ciò che si deve dire e si fa ciò che si deve fare. Libertà di spirito è sinonimo di imperturbabilità, di signorilità, di coraggio: “Maestro noi sappiamo che tu dici il vero e non guardi in faccia a nessuno”51.

2. “Chiunque commette peccato è schiavo del peccato”52. Purificarsi. “Crea in me un cuore nuovo” (Sal 50,653; 24,754; 50,1255).

45 Cfr Gv 8,31-34. 46 Cfr Gv 3,21. 47 Cfr 1Gv 3,14. 48 Cfr 1Gv 4,7. 49 Cfr Os 2,21-22. 50 Cfr Gv 8,36. 51 Cfr Mc 12,14. 52 Cfr Gv 8,34. 53 Cfr Sal 51 [50], 6. 54 Cfr Sal 25 [24], 7. 55 Cfr Sal 51 [50], 12. Decisa la conversione del cuore bisogna operare la purificazione. Purificare il cuore è togliergli tutto ciò che o poco o tanto è contrario a Dio e all’azione della sua grazia. Idee false, giudizi errati, gusti traviati, passioni e malizie. Quanto c’è da togliere. Mezzi: il primo è la vigilanza interiore, che è più dell’esame di coscienza. La custodia del cuore è una presenza continua nel proprio interno. Disciplina interna; il secondo è la confessione frequente. Annientare i peccati veniali. Distruggere il fondo di orgoglio che è in noi. Cura di evitare anche le minime imperfezioni. Indifferenza a quanto dispone il Signore56. Massima purezza nell’intenzione. Senza la custodia del cuore non si diventerà mai Santi. La via più facile e più sicura alla perfezione non è l’esercizio della virtù, ma l’impegno costante di purificare il cuore.

3. L’atto penitenziale nella Messa. Esigenza di fondo: per accostarsi a Dio tre volte Santo57 è necessaria la purificazione interiore, ci vuole il sacrificio del cuore contrito che scava nell’intimo lo spazio vitale per la grazia di Cristo. Solo questo ci rende adatti a celebrare i santi misteri. Ci fa sentire più acuto il bisogno di essere salvati mediante l’innesto nel sacrificio di Cristo. Ogni messa deve unirmi a Gesù che compie un annientamento, una Kènosis58. Egli si fa presente, vivo, vero e reale nella pochezza del pane e del vino. La sua umiltà, il suo annientamento devono informare il nostro atto penitenziale. La Chiesa è comunità di riconciliati sempre bisognosa di conversione e di perdono. Invito, confessione generale, preghiera di assoluzione59. Passare attraverso le forme celebrative al Mistero del Signore.

56 Il rimando è alla indifferenza ignaziana. 57 Cfr Is 6,3. 58 Cfr Fil 2,7. 59 Cfr MESSALE ROMANO, Riti di introduzione, Atto penitenziale comunitario.

Eucarestia Presenza

“L’opera di Dio è che crediate. Nessuno può venire a me se non è inviato dal Padre mio. Chi crede ha la vita eterna” (Gv 6,28-4760). O santo fuoco! Dio fuoco – dolce amante dell’uomo – di felicità ci inondi inarginabile.

1. Le nostre chiese sono grandi p erch é con ten go no l ’Eu c arestia. Nella consacrazione anche della più piccola chiesa la liturgia applica i testi biblici riguardanti Gerusalemme. Perché mediante l’Eucarestia la nostra terra è visitata, è già glorificata. “Ci sono alcuni luoghi in cui Dio dimostra maggiormente la sua gloria volendo esservi adorato” (San Francesco di Sales). Per le nostre chiese nessuna bellezza sarà sufficiente a causa di Lui. La bellezza del santuario è come una offerta prolungata dell’adorazione della Chiesa al suo Signore. L’arte della pietra vuol solo avvolgere come in uno scrigno questa umile tenda in cui riposa il Cuore di Dio, alla stessa stregua che il tempio racchiudeva l’arca dove il Pane era il memoriale delle promesse di Dio61. L’Eu ca re sti a dà senso alla Chiesa, fa la Chiesa. “Il Santissimo Sacramento è per le nostre chiese ciò che il focolare è per le nostre case” (Montini). Santo Curato: “Quando siete in cammino e scorgete un campanile, tale vista deve far battere il vostro cuore. Non dovreste potere staccarne il vostro sguardo”. “Appena mi mettevo in cammino, pensando al servizio che si rendeva a Dio e considerando che in quella casa si sarebbe lodato il Signore e si sarebbe posto il Santissimo Sacramento, tutto mi diventava facile” (Santa Teresa d’Avila62). “Prima di spiegargli il catechismo e i misteri cristiani, prima di gettarlo nella folla dei credenti dove si sentirebbe come un estraneo […] domandiamogli di andare a sedersi un momento ogni giorno in una chiesa con il vangelo nell’ora in cui non vi è nessuno. Più tardi quando avrà compreso che la Presenza reale è la ragione d’essere della permanenza della Chiesa nello spazio e nel tempo fino alla parusia, i suoi occhi potranno aprirsi alla cattolicità” (Journet).

2. Tragedia delle chiese abbandonate. Nulla richiama con più efficacia la morte e niente con più eloquenza l’abbandono di un Dio. Tragedia delle chiese profanate, delle chiese sprangate, delle chiese deserte, delle chiese brutte, delle chiese trascurate.

60 Cfr Gv 6,28-47. 61 Cfr Es 16,33; Eb 9.4. 62 Cfr SANTA TERESA D’AVILA, Libro delle Fondazioni, XVIII, 5. “San Francesco d’Assisi […] inculcava loro di vivere la massima cura nel mantenere pulite le chiese, gli altari, le suppellettili […] Un giorno volle mandare i frati per il mondo con pissidi preziose perché vi ponessero in luogo il più degno possibile il prezzo della redenzione”63. Piccoli segni carichi d’amore: i fiori, l’incenso, la lampada; segni di riconoscenza e di risposte.

3. Entriamo in chiesa. “Perché cerchi tra i morti il vivente?” (Lc 24,564). “Non temere. Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi” (Ap 1,1765). L’Eucarestia è una persona viva, comportarsi con lei così. È un gridare la fede quella che vince il mondo. È proclamare la Risurrezione. È eretto a sfida di tutte le leggi fisiche, non è un cadavere. L’esempio dei Santi. San Tommaso d’Aquino, San Domenico Savio, Santo Curato. Attingere acqua viva dalla roccia come nell’Esodo66. Fratelli di Foucauld. La più alta funzione del prete è quella di far venire sulla terra la presenza divina nell’Eucarestia. Gesù ha conferito loro il potere più sorprendente che possa essere concesso ad un essere umano: suscitare una nuova presenza divina in un dato luogo del mondo. Il prete è l’uomo di Dio non solo perché rappresenta Cristo nella predicazione, nel culto e nei sacramenti, ma perché apporta la stessa presenza divina. Nell’Antico Testamento Dio non ha solo assistito ma gli ha fatto il dono della sua presenza. Quando era nomade questa presenza era onorata in una tenda innalzata, detta «tenda di riunione». “Abiterò in mezzo ai figli di Israele e sarò il loro Dio” (Es 29,4567). Presenza permanente, colmo dell’amore, «tenda di riunione», volontà di dialogo, “luogo fissato per i miei incontri con te” (Es 30,668). “Conversava a faccia a faccia come un uomo conversa con un amico (Es 33,1169). Anche il nostro tabernacolo è tenda di riunione. Anche per noi. E come Mosè aveva il volto raggiante70 così incontrare la presenza divina rende adatti a comunicare agli altri il messaggio, irradiare. La presenza nella tenda era legata all’alleanza, così anche la presenza eucaristica: alleanza nel suo sangue, il suo Cuore aperto; in lui troviamo la sorgente dell’amore. “Il Verbo si è fatto carne e ha abitato tra noi”71; abitare vuol dire abitare sotto la tenda. La tenda di riunione era stata la dimora di Dio. Ora prende una forma superiore.

63 Cfr FERDINANDO DELORME, Leggenda antica perugina, 18. 64 Cfr Lc 24,5. 65 Cfr Ap 1,17. 66 Cfr Es 17,1-7. 67 Cfr Es 29,45. 68 Cfr Es 30,6. 69 Cfr Es 33,11. 70 Cfr Es 34,29. Quella dell’Antico Testamento era una immagine di quello che si è realizzato: Dio veramente ha abitato tra noi. “Ora io vi dico che qui c’è qualcosa più grande del tempio” (Mt 12,6). Prima era in un solo luogo, ora in tutti i tabernacoli.

4. Le obiezioni con tro l ’Ad o raz i on e del Santissimo Sacramento parlano di feticismo, di un atto radicalmente opposto alla promozione dell’uomo perché si presenta come subordinazione, abdicazione, rinuncia, mentre la promozione umana è libertà, crescita, sviluppo, assunzione di responsabilità. Da un punto di vista teologico, un’indebita trasformazione di un atto essenzialmente dinamico, la celebrazione eucaristica, segno vivo di Cristo che si dà, in un atto statico; l’adorazione di una presenza legata a un segno fermo, il pane; e perciò fuori dal suo significato originario. È un travisamento della istanza cristiana. Si vorrebbe vivere una realtà non secondo il suo autentico significato, ma per pressioni antropomorfiche o condizionamenti psico-sociali. È un’ottica riduttiva: che l’uomo sia la misura ultima del suo destino. Non si può separare l’adorazione dalla celebrazione e farne una realtà a se stante.

5. Una presenza che continua. “Ecco io sono con voi…” (Mt 28,20). Presenza di parole (“Andate e ammaestrate ecc...”72), di persone (Gv 20,21: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”; “Ogni volta che avrete fatto…”, Mt 25,40). Una presenza attesa, implorata nella sua pienezza (“Lo Spirito e la sposa…”; Ap 22,17-20). Vaticano II: Cristo è sempre presente nella sua Chiesa e in modo speciale nelle azioni liturgiche ecc…” (Sacrosanctum Concilium, 7). Tutta la Chiesa è sacramento di Cristo. Sette Sacramenti che esprimono e fanno la comunione con Cristo. Dio si manifesta in Cristo, e l’uomo trova se stesso. Il sacramento è un gesto personale di Cristo che assume la situazione dell’uomo (nascita, crescita, maturazione, famiglia ecc…), con un dono di grazia la trasforma e ce la restituisce perché la viviamo a livello di fede. Segni di una presenza e di una operatività e che raggiungono la loro espressione più intensa e unificante nell’Eucarestia, che è il sacramento permanente della presenza di Cristo tra i suoi, quale corpo donato per la loro salvezza. Il «permanere» dell’Eucarestia è legato intimamente alla sua promessa: “Ecco io sono con voi”73. Si è incarnato; sacramentalmente resta nel segno con noi, per noi donato, perché noi permanentemente siamo con Lui e a nostra volta ci doniamo.

71 Cfr Gv 1,14. 72 Cfr Mt 28,19. 73 Cfr Mt 28,20. 6. Gesù è via. Da Nazaret a Sichar. E anche adesso nella Chiesa è via, ci conduce al Padre con la parola, con il povero, coi sacramenti. Particolarmente nella celebrazione dell’Eucarestia come corpo donato per la salvezza, per la comunione con Lui e tra di noi, come presenza di Chi ha scelto di stare con noi fino all’ultimo giorno come soccorso al nostro cammino e primizia del futuro. Pregar e Dio d a van ti a ll ’Eu carestia significa dunque ascoltarlo, accoglierlo, invocarlo, ringraziarlo, contemplarlo. È presenza, è dono, è cibo, è speranza per noi peccatori solitari, poveri. È leggere e accogliere il mistero della fede. Non è una semplice occasione per adorare Dio. Nell’adorazione eucaristica il fedele assimila il mistero pasquale celebrato, contemplando, ascoltando Gesù presente e che si esprime nel segno del pane frutto del banchetto pasquale. E nello stesso tempo si dispone a nuovamente celebrarlo più intensamente nella Messa. Poi a tradurlo più adeguatamente nella sua esistenza, e ad attenderlo nel futuro mondo trasformato dalla sua Pasqua divenuta definitivamente anche nostra Pasqua (vedi M. E. n 50). L’uomo si promuove quando cresce, acquista libertà quando dialoga, non quando si chiude in se stesso. L’a d o raz i on e di Dio esprime la tensione più profonda della vita umana: che è quella dell’incontro, dell’amore, della speranza. L’uomo qui si incontra con Dio che è in Cristo presente sotto le specie del pane, è per lui corpo donato, è memoria viva di una vicenda di vita e di morte che si è compiuta per la sua salvezza. Mentre adora Cristo nel pane eucaristico frutto della Messa il cristiano ritrova sé perché trova Lui: Lui che lo precede quale primizia della resurrezione e non solo memoria.

7. Culto e esistenza cristiana. Il culto cristiano si radica non in un rito, ma nell’esistenza cristiana improntata nella legge dell’amore e della donazione totale a Dio. I profeti avevano anticipato (Is 4,10-17). “Vi esorto, fratelli, a offrire i vostri corpi (= voi stessi) come sacrificio vivente, santo, gradito a Dio in culto spirituale come si addice a voi” (Rm 12,174). Una volta si offrivano i sacrifici esterni, ora l ’o fferta d eve essere p erso n al e ; una volta degli animali morti, ora un sacrificio vivente; una volta vittime inconsce, adesso un culto reso con piena coscienza, un culto ragionevole. Il culto consiste nel “discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (v. 275), che è la carità. I sacrifici spirituali (1Pt 2,5) non si oppongono ai sacrifici reali, ma a quelli rituali. Con la preghiera, la beneficenza, diventano sacrificio di lode (Eb 13,15-16), anzi l’intera vita cristiana diventa una lode a Dio (Col 3,17). Il Redentore risorto è il vero santuario di Dio (Gv 2,21).

74 Cfr Rm 12,1. 75 Cfr Rm 12,2. La sua umanità è il luogo della presenza e della manifestazione di Dio in mezzo agli uomini e conseguentemente il nuovo culto si riallaccerà sempre alla sua persona (Gv 1,14-51; 4,20-24; Eb 7,25; 10,19). Il culto cristiano non è altro che una donazione continua a Dio della nostra vita mediante Cristo e nello Spirito Santo. La mediazione di Cristo si realizza in pienezza nella celebrazione eucaristica. Per ipsum ecc…76. Infatti tutte le situazioni della vita “nella celebrazione dell’Eucarestia sono piissimamente offerte al Padre insieme all’oblazione del corpo del Signore” (Lumen Gentium, 34). L’a d o raz i on e n o n si sostituisce alla Messa, ma vuol essere un mezzo efficace per rispondere con riconoscenza al dono di Colui che di continuo infonde la sua vita divina, mediante la sua umanità nelle membra del suo Corpo (Presbyterorum Ordinis, 5). Dopo la celebrazione i partecipanti all’assemblea sono costretti a disperdersi, ma il pane eucaristico che li ha uniti rimane un sacramento, indipendentemente da ogni utilizzazione da parte dei fedeli. Le ragioni pastorali quali il bisogno di comunicare gli ammalati non spiegano il perché di questa permanenza. La presenza è un elemento necessario del significato dell’Eucarestia. “Durante il giorno i fedeli non omettano di fare la visita al Santissimo Sacramento […] perché la visita è prova di gratitudine, segno di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore là presente”77. “Ognuno comprende che la divina Eucarestia conferisce incomparabile dignità. Giacché non solo durante l’offerta del sacrificio e l’attuazione del sacramento, ma anche dopo, mentre l’Eucarestia è conservata, Cristo è veramente l’Emmanuele, cioè il Dio con noi. Poiché giorno e notte è in mezzo a noi, abita con noi pieno di grazia e di verità; restaura i costumi, alimenta le virtù, consola gli afflitti, fortifica i deboli e sollecita alla sua imitazione tutti quelli che si accostano a Lui ecc...” (Mysterium fidei, 68). Estende nello spazio e nel tempo la sua presenza divina con la grazia del suo sacrificio.

8. Con la parola adorazione intendiamo il passare un certo tempo davanti al Santissimo per adorare Cristo presente nel pane consacrato; l’atto di latria, anche se principale e caratterizzante, richiede il ringraziamento, la riparazione, la domanda per tutta la comunità cristiana. L’atteggiamento fondamentale è quello di comunione: accogliere concretamente la persona e l’opera di Cristo nella nostra vita. È quindi un rivivere la Messa e la Comunione già fatte; è un prepararsi alla Messa e Comunioni future. a) Adorazione di risposta. Se Cristo si è reso presente per donarsi, l’atteggiamento fondamentale non può essere che accettare così grande dono. Accoglienza di Cristo, fede e filiazione divina. b) Adorazione come «eucaristia». Nell’Eucarestia Gesù è l’incarnazione vivente della sua lode, il ricordo vivente dell’opera della salvezza.

76 “Per ipsum, et cum ipso, et in ipso – Per Cristo, con Cristo, ed in Cristo” (Cfr MESSALE ROMANO, Preghiera Eucaristica, Dossologia conclusiva). 77 PAOLO VI, Mysterium fidei, 67. L’adorazione deve essere una partecipazione a tale lode “con salmi, inni ecc..., rendendo grazie per ogni cosa a Dio Padre nel nome del Signore nostro Gesù Cristo” (Ef 5,1878). (Cfr Col 3,16-17; 1Ts 5,18; Fil 4,6; Col 2,7; 4,2; Tm 2,1). L’adoratore rivive e trapianta nella vita l’amen, l’alleluia e l’osanna della Messa. c) Adorazione e comunione con Cristo. Rivivere la comunione sacramentale, rimanere nell’unione con Cristo, dimorare nella sua parola (Gv 14,15), nel suo amore (Gv 15,4) e portare frutto79. Gustare nel raccoglimento la nostra destinazione: “Fedele è Dio dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo Signore nostro” (1Cor 1,9). d) A d o raz i on e co me p a rteci pa z i on e a l l ’o ffer ta di Cristo. È presente nella sua missione di Redentore e ci invita a unirci alla sua offerta. Continuare l’esercizio del sacerdozio regale che ha avuto il suo compimento nella celebrazione. Si tratta anche di unirci alla sua riparazione. e) Adorazione e impegno nella Chiesa. Cristo è presente come segno dell’unità del Corpo Mistico. Mediante l’adorazione interiorizziamo la celebrazione e questo porta al servizio della Chiesa, mettendo a disposizione i propri carismi. Imparare a far propria la causa della Chiesa. f) Adorazione e Parola di Dio. L’adorazione è una continua professione di fede. Con il nostro atteggiamento annunciamo il mistero pasquale. Questo incontro con Cristo parola definitiva di Dio (Eb1,2), la Parola incarnata (1Gv 1,1; Ap 11,13), deve portarci a una crescita per la duplice mensa. g) Adorazione e contemplazione. Un aumento di fede, speranza e carità. Aprire il cuore. Esperienza di Dio.

9. Fine dell’adorazione è quello di accogliere Cristo nella nostra vita, cioè di rimanere in lui e noi in lui. Obiettivo biblico: imparare un ascolto sapienziale della parola di Dio, perché scenda in profondità nel clima di fede e di raccoglimento. Obiettivo ecclesiologico: collegare la presenza eucaristica con la presenza di Cristo nell’intera Chiesa. Il fedele deve scoprire che “l’Eucarestia è conservata come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale” (Mysterium fidei, 69); “imparino a far propria la causa della Chiesa, a pregare Dio senza intermissione, a offrire se stessi a Dio in grato sacrificio per la pace e l’unità della Chiesa” (idem, 71). Obiettivo cristologico: accogliere la persona e l’opera di Cristo.

10. Lettera di Mons. Martini: “La dimensione contemplativa della vita” (8 settembre 1980).

78 Cfr Ef 5,18-20. 79 Cfr Gv 15,2. La preghiera eucaristica silenziosa può aiutarci anche molto a recuperare pienamente la dimensione verticale dell’Eucarestia. Alla mentalità moderna è più facile accentuare la dimensione orizzontale, quella del «convito» che fa dell’Eucarestia il momento costitutivo della comunità; cosa verissima e santissima, purché si ricordi che l’Eucarestia “sempre costruisce e rigenera la comunità sulla base del sacrificio del Cristo stesso perché commemora la sua morte sulla croce” (Redemptor Hominis80). “L’Eucarestia non può essere trattata soltanto come un’occasione per manifestare la fratellanza” (idem). Contemplare come Gesù ci ha salvato con il sacrificio della Croce e che noi lo aiuteremo imitandolo nel sacrificio: “Chi non prende la sua croce ecc...” (Mt 10,38). L’esi gen z a d ell a p re gh i era e dell’adorazione contemplativa non è pietismo, ma assoluta necessità per non farsi illusioni nel cammino della vita cristiana. “L’importanza di questi spazi di riflessione contemplativa non diminuisce l’impegno ma lo rende più cosciente e attento. Il costruttore della parabola (Lc 14,28) che prima di iniziare la torre si siede e fa i suoi conti, non perde tempo, ma ne guadagna. Il lavoro procederà così più spedito e lieto”81. “Non risparmiamo il nostro tempo per andare a incontrarlo nell’adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare le colpe del mondo”82.

11. Inaugurando l’adorazione perpetua (2 dicembre1981) il Papa ha detto: “Signore resta con noi; resta perché noi possiamo incontrarci con te nella preghiera di adorazione e di ringraziamento, di espiazione e di domanda. [...]. Desideriamo ogni giorno e ogni ora adorare Te, spogliato sotto le specie del pane e del vino affinché mediante esse il Tuo Mistero Pasquale giunga a tutti gli uomini come Sacramento della Vita e della salvezza”83.

80 GIOVANNI PAOLO II, Redemptor Hominis, 20. 81 CARLO MARIA MARTINI, La dimensione contemplativa della vita, Ritorno alle radici. 82 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Dominicae Cenae, 3. 83 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Preghiera nella Cappella del Santissimo Sacramento, 2 dicembre 1981.

Eucaristia Sacrificio

Ml 1,10-11: “Oh, ci fosse fra voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare ecc…”.

1. Dio vuole chiudere le porte del suo Tempio. Ci vuole un altro sacrificio. Lui, Gesù sulla Croce e nell’Eucarestia. “L’opera di Dio è che crediate. Nessuno può venire a me se non è invitato dal Padre mio. Chi crede ha vita eterna” (Gv 6,28-4784). Il suo sacrificio si deve estendere sempre più e riempire l’universo, lo spazio dominato dall’umanità deve essere conquistato dal suo sacrificio. Il sacrificio è un’esigenza dell’amore: l’amore comporta il dono. L’autentico amore non è desiderio di conquista, ma desiderio di dimenticarsi per un altro, di diminuirsi, di perdersi in lui. È essenzialmente dono; è uno strapparsi da sé, è sacrificarsi, il sacrificio della vita. Se Dio chiede l’amore chiede per lui stesso il sacrificio. Se non ci avesse amato, ci avrebbe lasciato alle nostre passioni, alla nostra mediocrità. Nessuno può servire a due padroni85, perciò esige di staccarsi dal mondo, sacrificare tutto se stesso per darsi a Dio. Se poi c’è stato il peccato, bisogna rimettersi in una disposizione di amore: sacrificio di espiazione. Soltanto Cristo può rimediare all’impotenza radicale dell’uomo caduto nel peccato. Dio ha voluto un sacrificio espiatorio perfetto, “un’oblazione pura”86. L’immolazione della Croce è valsa all’umanità una grazia più grande di quella che le era stata data prima della caduta, perché grazia di assimilazione alla vita divina del Figlio di Dio. Ma questa sovrabbondanza è andata oltre. Ha voluto che il Calvario si ripetesse, non cessasse di rinnovarsi nel tempo con una forma rituale e sacramentale. Ha voluto la Messa perché salisse ad ogni istante da tutta la terra l’oblazione. Il Padre volle che questo sacrificio diventasse sempre più integralmente quello dell’umanità. Grazie a l l a Messa l ’u ma ni tà può associarsi sempre più volontariamente e coscientemente a questo sacrificio.

2. “Questo è il mio corpo dato per voi”87. Dato = offerto in sacrificio. “Do la mia vita per le mie pecore” (Gv 10,15). Dona così la sua anima, tutto se stesso. È offerto per loro e a loro.

84 Cfr Gv 6,28-47. 85 Cfr Lc 16,13. 86 Ml 1,11. 87 Lc 22,19. “Questo è il sangue […] p er l ’A ll ean za […] per la moltitudine”88. N el l ’a mo re , n el l ’ob b ed i en z a . “Ecco perché il Padre mi ama: perché do la mia vita” (Gv 10,17). Mistero di obbedienza che invita tutti a condividere. La Messa non è soltanto nuova oblazione, come anche nuova immolazione. Offrendosi sull’altare Cristo si immola perché l’essenza del sacrificio è nell’atto di volontà. La doppia consacrazione rappresenta la separazione del corpo e del sangue, quindi la morte cruenta. E sono posti sull’altare come cibo e bevanda, cioè principio di vita; sono dotati di vita, della vita gloriosa del Risorto. La Messa ci ripropone il mistero del Calvario ponendolo nella prospettiva della Pasqua.

3. La Messa è il sacrificio di Cristo che diventa sacrificio della Chiesa, di tutto il Corpo Mistico. È associata: dà il sacerdote, il pane e il vino. Anch’essa si offre. Lo spirito di offerta di Cristo si diffonde ai fedeli. Anche la loro vita deve diventare come una Messa, un’adesione alla croce. È offerto ad una triplice prospettiva: un fine eucaristico per ringraziare, un fine propiziatorio e un fine impetratorio. Sacerdote e vittima. Gesù è stato sempre disponibile alla volontà del Padre. L’ha vissuta tutta la vita e l’ha consumata sul Calvario.

4. Per ritus et preces89, dobbiamo arrivare a vivere e a comprendere il mistero. Il primo segno è l’assemblea. Segno della comunità e della comunione. Chiesa è essere insieme. Ci vuole la Chiesa per fare l’Eucarestia, ma ci vuole pure l’Eucarestia per fare la Chiesa. È scuola d’amore che distrugge tutti gli spazi che ci separano. Il secondo segno è l’assemblea in ascolto. È il Risorto vivente, e quelle parole le dice proprio a me e le vuole tradotte da me. Il terzo segno è il banchetto: il rito conviviale accompagnato dall’azione di grazie. Poi c’è il memores90. Non basta capire bisogna ricordare e prolungare nella giornata. Poi offrire perché la Messa è una scuola d’offerta. Poi il rogamus91: c’è in gioco tutto il regno di Dio.

88 Cfr Mc 14,24. 89 “Attraverso i riti e le preghiere” (Cfr Sacrosanctum Concilium, 48). 90 “Unde et mémores, Dómine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eiúsdem Christi Fílii tui, Dómini nostri, tam beátae passiónis, nec non et ab ínferis resurrectiónis, sed et in caelos gloriósae ascensiónis – In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, della risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore” (MESSALE ROMANO, Canone Romano). 91 “Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: iube haec perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divinae maiestátis tuae – Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa\' che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull\'altare del cielo davanti alla tua maestà divina” (MESSALE ROMANO, Canone Romano). Poi il sumpsérimus92: far la comunione non è soltanto accogliere dentro di noi il Signore per una visita, ma essere inseriti nel mistero pasquale.

92 “… ut quotquot, ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Córpus et Sánguinem sumpsérimus ómni benedictióne caelesti et grátia repleámur – … perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del corpo e sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo” (MESSALE ROMANO, Canone Romano).

Riti preparatori

1Cor 10,17. Un solo corpo siamo noi, perché partecipiamo ecc...

1. Non esiste Eucarestia senza Chiesa. La Chiesa fa Eucarestia cominciando col invitare i credenti a riunirsi attorno a Gesù crocefisso e risuscitato e a confessarlo loro Signore e loro Dio. La liturgia presuppone una comunità convocata da Dio in ascolto della sua Parola e in comunione di fede. Per questo la prima preoccupazione deve essere quella di trasformare un assembramento in assemblea. Superare la mentalità del precetto. Non è una tassa, ma è un saper trarre “abbondanza di frutti per il conseguimento dei quali Cristo Signore ha istituito il sacrificio eucaristico” (Institutio93, 2). “Scopo di questi riti è che i fedeli riuniti insieme formino una comunità e si dispongano ad ascoltare con fede la Parola di Dio e a celebrare degnamente l’Eucarestia” (idem, 24). Aggregare attorno al mistero, e interiorizzare la partecipazione. Il fatto di radunarsi esprime e realizza il mistero della Chiesa e rende presente Cristo in mezzo ai suoi riuniti nel suo nome (Mt 18,20). “Cristo istituì il sacrificio e convito pasquale per mezzo del quale è reso di continuo presente nella Chiesa il sacrificio della Croce” (Institutio, 48). Il popolo riunito rende presente la Chiesa universale e insieme la rende visibile e concreta. Sentire la presenza di Cristo perché l ’Eu care sti a è azione di Cristo. È una presenza dinamica, che assume varie forme tutte però reali, esprimenti l’unico Cristo. È lui che parla quando si leggono le Scritture; è lui che prega nel suo popolo; è in sua persona che il ministro agisce. La comunità deve percepire nella fede questa presenza di Cristo vivente come gli Apostoli gioivano nel vedere il Signore risorto94. La Messa è pure azione della Chiesa; l’assemblea è chiamata a prendere coscienza di questo suo «essere Chiesa».

2. Un’azione quando si comincia esige un distacco, quanto più la nuova azione è diversa. È introdurre nel mistero del tempo liturgico. Il Salmo 1495 elenca undici condizioni per accedere alla presenza di Dio: si tratta di comportamenti di giustizia verso il prossimo. Vedi anche il salmo 23: Quis ascendet in montem Domini96.

93 Il riferimento è all’Ordinamento Generale del Messale Romano: INSTITUTIO GENERALIS MISSALIS ROMANI. 94 Cfr Gv 20,20. 95 Cfr Sal 15 [14]. 96 “Chi potrà salire il monte del Signore?” (Sal 24 [23], 3). Per entrare nella liturgia è necessario maturare qualità umane di apertura e disponibilità, di ricezione e interiorizzazione. Avvertire queste esigenze ed educarci. Vivere alla presenza di Dio con la coscienza di essere dimora dello Spirito Santo in rapporto di fede e di preghiera con Cristo; è l’ideale della vita cristiana. La Messa ci deve dare questa coscienza di fede. […]97: una vita aperta agli altri.

97 Parola non comprensibile.

Liturgia della Parola

“La Chiesa ha sempre venerato la Divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella Sacra Liturgia, di nutrirsi del Pane della vita dalla mensa sia della Parola che del Corpo di Cristo e di porgerlo ai fedeli” (Dei Verbum, 21). Le due mense si completano a vicenda e ne formano una sola.

1. La liturgia della parola è i l l u o go p ri vil egia to d el l ’edu ca z i on e della fede. L’insegnamento qui viene da un contatto vivo e personale del Verbo di Dio fatto uomo, scaturisce dalla presenza reale del Cristo. È lui infatti che parla. E la sua presenza è già un avvenimento di salvezza, perché realizza ciò che annuncia. La sua Parola nel momento in cui viene proclamata opera ciò che rivela in coloro che l’accolgono con gioia. La sua Parola è una parola creatrice ed efficace (Eb 4,12-13), introduce nel credente non un insegnamento teorico o dottrinale, ma la persona stessa di Cristo e il suo Spirito (Gv 14,21) che purifica, guarisce, converte, illumina e fortifica. È un reale incontro dell’assemblea con il suo Signore. Chi vuole entrare nel vero spirito della Liturgia deve reagire interiormente alla Parola di Gesù. È dentro di noi lo Spirito che ci aiuta ad ascoltare e comprendere la Parola: è lui che ci insegna a pregare e a parlare col Signore. Il d ia l o go tra n o i e Di o si svo l ge n el l ’amo re d ell o Spirito Santo. Per opera sua il Verbo che si è incarnato in Maria vuole ora prendere carne in noi, nella vita di ogni giorno, perché in noi sia formato e manifestato Gesù Cristo.

2. La liturgia della Parola proclama e annuncia ciò che la liturgia eucaristica celebra e attualizza: esse sono due aspetti dell’unica realtà del mistero di Cristo. Sono due momenti complementari di un’unica e indivisibile azione liturgica; è lo stesso Cristo che nella potenza dello Spirito parla e agisce, fa ciò che dice. Il nesso vivente fra i due momenti della Messa è lo Spirito Santo. È lui che rende presente n el l ’Eu ca resti a il Cristo proclamato nel Vangelo. È lui che fa rivivere alla Chiesa gli avvenimenti dell’antico Israele, media e opera il nostro incontro vitale con il Cristo, nell’Eucarestia ci guida alla verità tutta intera, prende ciò che appartiene a Gesù e lo dà a noi. Ciò che lo Spirito ha operato nel Capo lo porta ora a compiere nelle membra. Gli avvenimenti dell’Antico Testamento, la vita in Cristo, la sua incarnazione, passione e morte e risurrezione diventano la nostra storia più intima, si attuano in noi in vista della nostra manifestazione nella gloria. La Scrittura non è soltanto la nostra profezia, ma nel Sacramento diventa nostro alimento, la realtà vera della vita, il libro del nostro esodo, della conversione, della mistica ascensione, la storia del nostro incontro con Dio. Lo Spirito Santo è il vero traduttore della Bibbia. Ci dona una conoscenza viva, esperienziale di Cristo e del Padre, ma ci fa conoscere anche noi stessi, la nostra realtà più intima. Bibbia e Sacramenti sono indivisibili perché scaturiti da un\'unica sorgente, portano a noi la medesima realtà. La Scrittura illumina il Sacramento il quale attualizza la Scrittura ([…]98). “Noi non siamo gli uomini del Libro, ma gli uomini della Parola”99. Solo col penetrare a fondo nella Parola ascoltata la comunità può essere riunita e inviata (Gesù Cristo spezzato).

3. L’Incontro con la Parola che interpella, converte, rimuove, si ritraduce in una Parola attesa, proclamata, accolta, professata, celebrata nel linguaggio proprio dell’azione liturgica. Il mistero della celebrazione vive della presenza di Dio che chiama gli uomini alla sua sequela. I credenti divengono una sua parola vivente nel momento sacramentale e una sua viva ritraduzione nella quotidianità dell’esistenza. Solo il credente che a ma l ’a sco l to n el si l en z i o può desiderare l’annuncio della salvezza, accogliere tutte le sfumature con animo per cui ringraziare il Padre e testimoniare il suo amore. Il Cristiano deve essere uomo di ascolto nella vita di fede di tutti i giorni. La fede dell’ascolto (Rm 10,14); sull’ascolto si fonda l’obbedienza della fede (Rm 1,3). Le parole non devono scivolare via. Non deve essere solo un atteggiamento esteriore. Ascoltare è anzitutto arrendersi all’iniziativa di Cristo che opera la salvezza e ci salva. È accettare una persona che vuole entrare in comunione con noi. È lasciarsi guidare dalla Parola. Ascoltare è invito a leggere la nostra storia personale e comunitaria come storia di salvezza. È nell’ascolto che si giunge alla conoscenza della volontà di Dio e al discernimento sugli autentici valori della vita. Il silenzio fa il vuoto per permettere di gustare la sua presenza. Ascolto e silenzio vissuti nella quotidianità sono il binomio per una vera accoglienza liturgica della Parola. Nasce così la conversione. La centralità della Parola è Cristo nel suo mistero pasquale. L’annuncio fondamentale è quello della Pasqua. “Vi ho trasmesso anzitutto quello che anch’io ho ricevuto, che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato” (1Cor 15,3100). “Certa è questa parola: se moriamo con lui […], con lui anche regneremo” (2Tm 2,11101).

98 Riferimento bibliografico non comprensibile. 99 Cfr SAN BERNARDO, Homilia super missus est, 4, 11. 100 Cfr 1Cor 15,3-4. 101 Cfr 2Tm 2,11-12. Nella Pasqua il cristiano è stato immerso nel Battesimo (Rm 6,3) per essere un uomo nuovo (Gal 6,14; 2Cor 5,17). Egli ascolta con amore perché questa sua vocazione pasquale possa essere un fatto vivo e vitale.

4. Nel l ’a cco gl i en z a d el l ’i n iz i a ti va d i vin a che chiama ad essere comunità liturgica si dispiega la volontà del Padre di parlare ancora oggi agli uomini nel Figlio. Le parole profetiche dell’Antico Testamento, la meditazione silenziosa e comunitaria dell’annuncio (salmo responsoriale), la parola della Chiesa apostolica che hanno esperimentato Cristo introducono ad accogliere nella gioia dell’acclamazione (Alleluia) il Cristo presente nella sua Parola. La celebrazione liturgica attualizza la parola di Dio per la Chiesa di oggi. Non solo rende presente il Cristo ma in lui è trasfigurata, in Lui dalla sua presenza viene aiutata a entrare nella profondità del mistero stesso. La Parola non deve essere interpretata in chiave semplicemente soggettiva e razionale ma nella preghiera, nella grazia e nella forza dello Spirito Santo.

5. L’azione celebrativa si svolge attorno a quella Parola che Dio Padre ha pronunciato in Gesù, che era stata preparata dalle parole dei profeti e che ora è viva nella Chiesa. Dio parla al suo popolo. Praticare poi la parola. Maria Santissima modello.

Preparazione dei doni

1. “All’inizio della Liturgia eucaristica si portano all’Altare i doni che diventeranno il Corpo ed il Sangue di Cristo” (Institutio102). È il primo scopo. Il secondo, portare le offerte per i poveri. Il terzo, per la comunità ecclesiale. La formula che si adopera – la benedizione – è una esclamazione di ammirazione e di riconoscenza gioiosa, è una confessione di lode di tutto quello che Dio fa per noi. Presenta a Dio questi doni come per affermare il suo sovrano dominio su tutte le cose. E poiché sono anche frutto del nostro lavoro, è il senso stesso della nostra esistenza che viene percepito: essa è fatta per essere donata a Lui in un gesto d’amore come ostia vivente. Questi doni il Padre ce li restituirà sublimati nel Corpo e nel Sangue del Suo Figlio, e allora potremo offrire al Padre il «Figlio del suo amore». Non sono soltanto il pane e il vino che debbono diventare il Corpo e il Sangue del Signore; essi sono i segni temporali a servizio di quel Corpo di Cristo che è la Chiesa. La transustanziazione più importante è quella che deve effettuarsi nell’assemblea, vero corpo di Cristo che si offre a Dio quale sacrificio vivente (Rm 12,1), per realizzare quella identificazione con Cristo che è lo scopo ultimo del disegno di Dio (Ef 1,10).

2. Una certa spiritualità aveva trasformato in un vero e proprio gesto di offerta, anticipando indebitamente l’offerta del Cristo e della sua Chiesa. Offerta che invece trova il suo spazio all’interno della preghiera eucaristica e il suo culmine nella dossologia finale. Questa parte è semplicemente un momento di preparazione. È il momento in cui si prepara il pane e il vino, e il popolo esprime la sua partecipazione all’edificazione del corpo del Cristo attraverso la carità e la condivisione. Il pane e il vino sono doni del Padre: non dobbiamo tenerli per noi, ma presentarglieli in un gesto di offerta.

102 ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO, 73.

Eucaristia e iniziazione cristiana

Col 2,9 sq. “E così avete in Lui parte alla sua pienezza”.

1. Per iniziazione intendiamo quella necessaria crescita personale nella fede, nella comunione di fede, per cui si diventa cristiani pieni, convinti, maturi. Si acquista la vera fisionomia perché inseriti nel mistero di Cristo e della Chiesa. L’iniziazione si costruisce attraverso un costante e coraggioso cammino di conversione. È un itinerario di fede all’interno di una comunità che ha come elemento vitale la presenza di Cristo Risorto e nella quale si attua il passaggio dalla condizione di non essere popolo a quella di essere popolo (1Pt 2,10). Quindi l’iniziazione è un passaggio, un cambiamento di condizione, una trasformazione dell’essere attraverso l’acquisizione di una realtà nuova: “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2Cor 5,17).

2. Cristo è il centro del cammino di iniziazione. L’uomo è chiamato a cristificarsi: “Li ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm 8,29). Entrare sempre più nel mistero di Cristo fino a giungere alla meta di condividere pienamente la Sua morte mediante la morte fisica. Ciò vuol dire rinascere nello Spirito (Gv 3,3) per una vita che si costruisce a poco a poco. Si condivide il mistero pasquale. Il Risorto fa passare con sé dal mondo terrestre a quello del Padre, da una esistenza secondo la carne a una secondo lo spirito (Rm 8,4; Gal 5,8). Entrare il Lui e lasciare che Egli entri in noi, accoglierlo. È un dinamismo unico e progressivo che stabilisce una comunione totale con Cristo, assimilandolo alla sua Pasqua. Giungere alla dimensione della grandezza, della pienezza di Dio “perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,19). Il mistero del piano di Dio di ricapitolare tutto in Cristo (Ef 1,10) si è rivelato nella storia della salvezza e divinizza chi ha accettato di inserirsi nella dinamica della comunità cristiana. E sotto l’azione dello Spirito Santo liberamente si aderisce all’esperienza vissuta nella liturgia. Così si acquista la vera libertà e si entra nell’itinerario di Cristo per divenire sempre più figli di Dio. Qu esto si a ttu a so tto l ’i n flu sso e l ’a z io n e dello Spirito Santo. La nostra configurazione a Cristo è una partecipazione dello Spirito. Uno non è iniziato se non ha ricevuto lo Spirito Santo e l’Eucarestia. L’accedere all’Eucarestia è frutto dell’azione dello Spirito Santo. Battesimo, Cresima, Eucarestia mediante i quali si diventa cristiani formano un tutto: la remissione dei peccati, la vita nuova, il dono delle Spirito, la partecipazione al Corpo e Sangue di Cristo. L’iniziazione è introduzione nella dignità di essere cristiani, è compiuta perfettamente soltanto con la prima partecipazione all’Eucarestia nella sua totalità di preghiere, parola di Dio, azione sacrificale e comunione. Il Battesimo e la Confermazione sono una prima partecipazione al mistero pasquale e preparano alla piena partecipazione di questo mistero nell’Eucarestia. L’uomo è cristiano perfetto soltanto con la partecipazione all’Eucarestia per poter vivere in una vita di testimonianza.

3. L’i n i z ia z i on e è u n a ch i a ma ta ad essere Ch iesa . Il fine dell’annuncio della salvezza, della comunicazione di fede, dell’incontro con Cristo nel sacramento è quello di fare entrare nel mistero della Chiesa. Il Battesimo è rito di aggregazione alla Chiesa e manifesta pubblicamente il carattere sociale dell’esperienza di fede. Il cammino della propria crescita è essenzialmente comunitario. È nella Chiesa che la Trinità si rivela ed è nella Trinità che la Chiesa trova la sua consistenza, vive, agisce ed esiste. I battezzati sono inseriti in una comunità che celebra l’Eucarestia. Il Battesimo è il sacramento che incorpora gli uomini alla Chiesa, li edifica come abitazione di Dio nello Spirito, li rende regale sacerdozio e popolo santo103 ed è vincolo di unità tra tutti quelli che lo ricevono. La dimensione ecclesiale è costitutiva del Battesimo e trova il modo di attuarsi e svilupparsi proprio nella partecipazione all’Eucarestia della comunità. La comunità nella quale Dio realizza l’opera salvifica è quella che scandisce la sua esistenza nell’insegnamento apostolico, nella comunione (Koinonia), e nella frazione del pane; è la comunità di coloro che sono morti e risorti con Cristo nell’evento pasquale, e che assieme festosamente celebrano nella cena del Signore. Una Chiesa battesimale e insieme eucaristica che si radica nell’evento pasquale di cui il Battesimo è la partecipazione iniziale e personale e l’Eucarestia la partecipazione ripetuta, costante, dinamica, comunitaria. Con la Cresima i battezzati vengono vincolati più profondamente alla Chiesa, sono arricchiti. La Cresima è talmente legata all’Eucarestia che i fedeli già segnati dal Battesimo e dalla Cresima sono inseriti in maniera piena nel Corpo di Cristo mediante la partecipazione all’Eucarestia. La Cresima ha un aspetto ecclesiale accentuato: inserisce in modo più pieno nella comunità eucaristica che è comunità carismatica, dove trova la possibilità di esplicare i doni dello Spirito. Mentre nel Battesimo si ottiene l’unità fondamentale di tutti i fedeli, nella Cresima si esprime la diversità delle funzioni.

103 Cfr 1Pt 2,9. 4. N el l ’Eu ca re sti a domenicale la Chiesa si raccoglie per approfondire l’esperienza dei misteri ricevuti; ne acquisisce una nuova intelligenza e prende coscienza della sua realtà di popolo della nuova alleanza, nato dalla Pasqua di Cristo. La comunità eucaristica celebra l’esperienza battesimale e crismale. La Chiesa è diventata e rimane essenzialmente comunità eucaristica cioè una comunità in atteggiamento di grazie per la liberazione pasquale. Fratelli fra di loro proprio per il Battesimo sono chiamati a vivere in profonda fraternità. Figli dello stesso Padre possono recitare pur con trepidazione il Padre nostro. Il passaggio dalla morte alla vita, la purificazione compiuta nel Battesimo prosegue in ogni eucarestia ove la pasqua di Cristo è resa operante e presente. La Cresima sacramento del dono dello Spirito è rivissuta. La presenza dello Spirito pervade tutti i momenti della celebrazione. È indispensabile per capire la parola da lui ispirata e per la sua accoglienza interiore. Si invoca sui doni, poi sull’assemblea intera, perché diventi un solo corpo e un solo spirito. Gli fa rivivere la sua iniziazione e gli fa percepire la sua responsabilità.

Professione di fede

1. La preghiera eucaristica è già di per se stessa la principale professione di fede sotto forma di dossologia che si conclude con l’amen di tutta l’assemblea. Il Credo è una splendida sintesi della fede. Tutto il popolo deve professare la fede. “Venga cantato da tutti”104. Il suo scopo è di suscitare nell’assemblea una risposta di assenso dopo l’ascolto della parola di Dio. Deve diventare un legame tra la liturgia della parola e l’eucaristica, non una professione a se stante. Tutta la Messa è rendimento di grazie ed anche la Professione è un occasione per ringraziare Dio che ci ha fatto conoscere il mistero di questa vita, che si è rivelato a noi in Cristo, che ci ha inviato lo Spirito d’amore; ci ha dato la possibilità di sentici popolo di Dio nella Chiesa, che ci ha dato la speranza di una vita senza fine. Non deve essere una semplice recita, non un esame di ortodossia, ma un’adesione a quel Dio che si è rivelato in Gesù e che continua a rivelarsi nella Chiesa e ci dà la possibilità di essere popolo.

104 Cfr ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO, 68.

Preghiera universale

1. Non si è fatto che tornare all’antico. Sant’Agostino testimonia questa funzione sacerdotale del popolo di Dio che intercede per tutti gli uomini. Passaggio dall’atteggiamento di ascolto a quello di preghiera e di offerta. Dopo aver ascoltato la parola il popolo raccoglie i suoi sentimenti, le sue speranze, la sua fede, tutta la vita per inserirsi nel movimento di Cristo. Non deve essere uno schema, deve essere anche una forma di catechesi. Quattro grandi temi proposti: Chiesa, mondo, sofferenti, comunità locale. Né prediche, né informazioni, né tanto meno polemiche. Non è semplice richiesta: essa è parte della celebrazione eucaristica e quindi rientra in una dimensione di lode e di ringraziamento. Del resto l’autentica preghiera biblica è sempre un’invocazione a quel Dio che ha compiuto meraviglie nell’esodo. Non è tanto rivolta a ottenere di più quanto piuttosto a esprimere la fiducia.

Preghiera eucaristica

Rm 12,1-2; 1Pt 2,4-5.

1. È proclamata dal sacerdote a n o me d i tu tta l ’a ssem b l ea e durante la quale si rinnova la Cena del Signore. Tutti si uniscono a Cristo nella confessione delle meraviglie di Dio. Struttura: a) Azione di grazie che si esprime specialmente nel prefazio. Si glorifica il Padre per tutta l’opera della salvezza. b) Il Santo: acclamazione, grido di gioia e di riconoscenza unendoci alle creature celesti. c) L’ epiclesi: la Chiesa implora con speciali invocazioni la potenza divina perché i doni offerti dagli uomini vengano consacrati, cioè diventino Corpo e Sangue e santifichino coloro che li riceveranno. d) Il racconto d el l ’i sti tu z io n e e la consacrazione: mediante le parole e i gesti di Cristo si compie il sacrificio che Cristo ha istituito nell’Ultima Cena. e) L’anamnesi: la Chiesa adempie al comando ricevuto e celebra il memoriale della sua Pasqua. f) L’o fferta con cui la Chiesa presenta al Padre Cristo, la vittima immacolata, e con lui offre se stessa. Tutti sono chiamati a offrirsi. g) Le intercessioni con cui la Chiesa in comunione con i Santi invoca su tutti i suoi membri, vivi e defunti, le grazie. h) La dossologia finale che esprime la glorificazione di Dio. Non sono frammenti di preghiera posti l’uno accanto all’altro. Hanno u n ’un i tà infrangibile. Il nucleo centrale è l’azione di grazie, la proclamazione delle meraviglie di Dio.

2. Contiene ricchezze grandi. Ma il presidente la recita in nome di tutta l’assemblea. Tutti devono avere una partecipazione attiva. Significato del dialogo iniziale. Nello svolgimento, verbi al plurale: “…ti preghiamo umilmente…”105); “… noi tuoi servi”106; “… ti offriamo il pane”107. La conclusione (Amen) è proclamazione di assenso e consenso.

3. La messa è un rito conviviale. Partecipare a un banchetto. Facendoci mangiare alla sua tavola ci ammette alla comunione della sua vita. La preghiera eucaristica gli dà il suo vero senso: “Chi mangia la mia carne ecc…” (Gv 6,54-57). La vita che il Padre comunica al Figlio è da lui comunicata a noi.

105 Cfr Preghiera eucaristica III. 106 Cfr Preghiera eucaristica I. 107 Cfr Preghiera eucaristica II. L’alleanza nuova, attraverso i segni simbolici del mangiare e del bere, ci fa entrare in comunione vitale con Gesù e in lui e per lui con il Padre. E ci prende in comunità. Tutta l’assemblea si unisce a Cristo per ringraziare Dio dell’opera di salvezza attualmente espressa e comunicata nell’azione eucaristica. Il comportamento che ne deriva è che tutta l’esistenza dei cristiani è culto offerto a Dio se vissuta in comunione con lui e quindi nella lotta contro il peccato e in adesione alla sua volontà. Prendere parte all’azione eucaristica richiede di compiere atti interiori intensi nel breve tempo della recita di una preghiera eucaristica: rendimento di grazie, invocazione dello Spirito Santo, attenzione al racconto della Cena facendo la memoria della morte e resurrezione di Gesù, offerta sacrificale, di nuovo invocazione dello Spirito Santo sulla comunità, suppliche per la Chiesa. Questo è possibile se questi atteggiamenti interiori vengono vissuti anche in altri momenti.

4. La Messa è memoriale. Il termine è preso dal banchetto pasquale ebraico, contesto nel quale Gesù consegnò ai discepoli il suo corpo e il suo sangue perché facessero memoria di lui. Lo zikkaron è un rito che ricorda un intervento di salvezza nella consapevolezza che esso si opera tuttora nel presente, sicché i fedeli hanno la certezza di esserne attori e beneficiari. “Ogni volta che mangiate di questo pane ecc... “ (1Cor 11,23-26). La Chiesa annuncia e proclama la Pasqua di Gesù, e con le parole ma con lo stesso mangiare e bere. Viene trasformato in corpo e sangue, e le sue parole sono efficaci. Per l’azione dello Spirito Santo l’avvenimento pasquale di Gesù è reso attuale e l’assemblea che vi partecipa diventa il segno visibile che il Signore è vivente e continua la sua missione. Il memoriale non è qualcosa che si esaurisce nell’oggi ma esso stabilisce per natura sua uno stretto legame tra la Pasqua storica di Gesù, la vita attuale dei celebranti e il Regno di Dio che è atteso. L’Eucarestia è il pegno dato da Dio di ciò che Egli ha compiuto in passato in Cristo Gesù e che ora sacramentalmente è presente nella comunità celebrante. La comunità si rende disponibile a questa iniziativa divina, riconosce che Dio continua attraverso la Chiesa la sua opera salvifica. La Chiesa si rende conto di essere in Cristo un sacramento e segno e strumento dell’intima unione con Dio (Lumen Gentium, 1). I cristiani fanno esperienza di essere liberati e si rendono disponibili. Le opere messianiche sono anticipazioni del Regno che si attuerà alla fine dei tempi: “Intanto aspettiamo” (cfr Tt 2,3-14). Quindi il comportamento è di rendersi disponibili a compiere quelle opere di liberazione e di giustizia che rendono credibile la speranza del Regno. Il ricordo è tipico nella Bibbia. Vedi salmi 76, 142, 47, 80.

Preparazione alla Comunione

1. Il Padre nostro. Osiamo rivolgerci a Dio come Padre perché il sacrificio di Gesù ci ha fatto figli. Si chiede il pane eucaristico e il perdono perché i santi doni vengono dati ai Santi. Nell’embolismo (formula che sviluppa) si chiede la liberazione da ogni male.

2. La pace, un segno di unanimità.

3. Frazione del pane. La carità che ci vincola tra di noi è quella che ci unisce a Lui e ci inserisce nel suo sacrificio.

4. La Comunione.

La Comunione

1. Se la Messa fosse unicamente sacrificio di Cristo e della Chiesa universale, terminerebbe con la consacrazione. Offerta sua che coinvolge la Chiesa. Ma la Messa è destinata ad essere il sacrificio del sacerdote e dei presenti. La comunione termina il sacrificio facendolo proprio individualmente. Il sacrificio non può fare a meno di penetrare nelle anime. Devono unirsi a Cristo in un gesto intimo, devono ricevere la forza del sacramento per conseguire la pienezza. Gesù viene a unire al suo sacrificio, viene a incorporare il comunicante, fonde la sua vita con lui, lo nutre.

2. Gli ebrei facevano il pasto sacro, rito che consumava l’alleanza (Es 24,11). Godere dei beni dati da Dio, testimonianza della loro unione con Dio e tra di loro. Istituendo l’Eucarestia Gesù ha mantenuto tutti gli elementi del pasto ebraico e ha dato una pienezza di significato: lo ha strettamente associato al sacrificio. Scegliendo il pasto pasquale fa capire che è il vero agnello il cui sangue salva gli uomini. E prepara il pasto degli ultimi tempi (senso escatologico).

3. Necessità vitale della Comunione. “Se li rimando digiuni verranno meno”108. Senza comunione non c’è vita cristiana. Fame, bisogno, non poter vivere, gusto. È sorgente di forza, andare, peccatori pentiti. Sorgente di vita divina: un prolungamento del mistero della Trinità. La vita divina è quella posseduta dal Padre, scesa in Gesù e in noi. Siamo assimilati a Cristo. Ogni comunione ci rende sempre più figli. Comunione: fu si o n e d ’a mo re . Vivere per Gesù nel più alto grado di intimità. Unione al Corpo Mistico. Cristo è inseparabile dalla Chiesa, è segno della comunità; questa si rinnova, si ricostruisce. È fonte di carità. È fonte di santificazione corporale: irradia lo Spirito Santo. Il corpo è nobilitato dalla sua nobiltà. Riceve una nuova consacrazione perché diventa più completamente il tempio di Dio, la dimora di Cristo e della Trinità. Conferisce un carattere più sacro al corpo umano, un richiamo a un maggior rispetto di sé perché sia trattato secondo il suo destino di santità ed esclude ogni impiego del corpo come strumento di piacere illecito; ché la castità è più di una legge puramente morale, è un’esigenza dell’essere umano diventato tempio della divinità. Ogni

108 Cfr Mc 8,2-3. profanazione del corpo è profanazione di un tempio. Il corpo deve restare puro perché appartiene a una persona umana e condivide la nobiltà di questa persona, ma soprattutto perché è costituito a dimora divina, accogliendo in sé la persona divina del Figlio e la intera Trinità. L’a tti vi tà co rpo ra l e d eve essere messa a servi z i o del Signore e della Chiesa e le sue sofferenze offerte per la salvezza dell’umanità. La Comunione tende a mobilitare il corpo umano come il corpo stesso di Cristo era stato impegnato nell’opera redentrice. Anche un effetto secondario: la protezione e il miglioramento della salute, ad tutamentum mentis et corporis109, anche nel viatico. Pone poi nel corpo il germe della risurrezione futura. Fonte di pace. Rinnova l’alleanza di Dio con l’umanità. Perdono dei peccati, amicizia divina, ospite, sicurezza della sua presenza e della sua forza.

4. Presenza di Maria Santissima. Dà lei Gesù al comunicante, mediatrice. L’Eucarestia è l’unico sacramento in cui può dare suo Figlio in persona. E ci aiuta ad accoglierlo, ed è modello di accoglienza. Da essa si può ottenere la grazia di una accoglienza calorosa, generosa, di fede viva, di amore, di intimità.

109 “…sed pro tua pietáte prosit mihi ad tutaméntum mentis et córporis, et ad medélam percipiéndam – ma per la Tua bontà mi giovi a difesa dell\'anima e del corpo e come spirituale medicina” (MISSA TRIDENTINA, Oratio ad Communionem).

Eucarestia e Matrimonio

1. Il mistero del Matrimonio cristiano è che è un Sacramento cioè una realtà soprannaturale divina, opera della grazia di Cristo. “Il Matrimonio è un grande mistero”110. È questo carattere di mistero sacramentale che costituisce la sua essenza intima. Prima lo considereremo sotto l’aspetto naturale.

2. Il Matrimonio è prima di tutto una comunità. Prima di tutto i due si sentono attratti. Poi col Matrimonio si impegnano a vivere insieme, a mettere in comune in modo definitivo tutto ciò che sono e tutto ciò che hanno. Non si sposano anzitutto per avere dei figli o come rimedio alla concupiscenza, ma per completarsi e raggiungere nell’amore la pienezza del loro essere. Essi saranno due in una sola carne, cioè un’unione totale, la piena comunità di vita. Questo completamento della loro personalità non lo otterranno pienamente se non con un dono di sé ancora più integrale. Al dono reciproco aggiungeranno il dono reciproco a una terza persona: la procreazione e l’educazione dei figli. Collaborazione con Dio Creatore.

3. Il Matrimonio è comunità d’amore, è richiesto di amarsi. Non vi è Matrimonio senza amore. L’amore è dono, il più completo; fa la comunione di due esseri, desiderio di possesso e di dare se stessi, di tutta la loro persona. Deve essere spirituale: donare l’anima, intelligenza, cuore, volontà; poi, un dono corporale, intelligenza (conoscenza), libero.

4. Il Matrimonio è comunione d’amore tra due persone. L’uomo e la donna, diversi, si completano e nella vita fisica e in quella psicologica. Uguaglianza armoniosa. Aiutarsi, condividere, comunicarsi le ricchezze del pensiero, fare una comunione.

110 Cfr Ef 5,32.

Eucarestia e Comunità

“Vi è un solo pane e quindi formiamo un solo corpo anche se siamo molti, perché tutti insieme mangiamo dell’unico pane” (1Cor 10,16- 17111).

1. Dal pane eucaristico spezzato e mangiato da molti ne viene l’unione dei cristiani. Unità organica e solidale. Dal pane spezzato l’unione delle prime comunità (At 2,42112). P.N. 6 c113. La dimensione ecclesiale dell’Eucarestia. La Chiesa fa l’Eucarestia in obbedienza al suo comando. Dal suo sacrificio nasce la Chiesa e prende il suo sviluppo.

2. L’Eucarestia è forma della Chiesa, cioè una forza plasmante. È centro, ma questa espressione non deve dare l’impressione di staticità e di sterilità. È cuore perché di lì riceve la vita e lì questa vita ritorna per essere rigenerata. È cuore anche in senso biblico perché in essa la Chiesa vive i suoi sentimenti più profondi, elabora i progetti corrispondenti alla volontà di Dio, prende le decisioni. È grembo perché l’Eucarestia ha una forza generativa della Comunità, è come una nutrice che continuamente alimenta ciò che per iniziativa di Dio è nato e cresce. La comunità ecclesiale deriva la sua forma, il suo modo di configurarsi e di manifestarsi dalla Messa che celebra.

111 Cfr 1Cor 10,10-17. 112 Cfr At 2,42. 113 Il riferimento è a: SACRA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Principi e Norme per l’uso del Messale Romano (1969), cap. 6.

(1) Esercizi Spirituali alla Comunità della Risurrezione Sant’Ilario, 16-17-18 Agosto 1982

Sera precedente: Introduzione. Gen 17,1-8. I modi di Dio quando chiama. Riconoscere con fede in questo: la venuta e la parola di Dio. “Cammina alla mia presenza”114. Come è doveroso camminare davanti a Lui. Prostrare la faccia per terra, atteggiamento di umiltà, di prontezza, di raccoglimento. La sua alleanza e le sue promesse. L’Eucarestia che cosa deve rappresentare. Quale cammino di salvezza.

1 Meditazione. L’Eucarestia e la Fede. Gv 6,26. La grandezza e la necessità della Fede. Il suo necessario sviluppo. Come corrispondere. L’Eucarestia mysterium fidei115. Come è; come deve essere.

2 Meditazione. L’Eucarestia e la Speranza. Rm 5,1-6. Che cosa è sperare e la forza e la gioia che vengono dall’Eucarestia. Per la vita presente e per la futura. 1Ts 5. Esame su i peccati contro la speranza. Come attingere dall’Eucarestia.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Fil 1,21 Che cosa è la vita interiore. Come si costruisce e si accresce. L’Eucarestia è la vita stessa di Cristo. Come l’Eucarestia ci costruisce.

4 Meditazione. L’Eucarestia e i nostri difetti. Gv 8,36. La realtà dei nostri difetti. La lotta contro essi. I mezzi per una vera riuscita. L’Eucarestia: il nostro grande e continuo centro. La nostra grande liberazione.

5 Meditazione. L’Eucarestia è Gesù presente. Ap 1,17. Quale dono. Continuazione della Messa e della Comunione. Gli scopi dell’adorazione. I grandi vantaggi. Come attuarla.

6 Meditazione. L’Eucarestia e la comunità. Centro e sorgente di vita della Chiesa. Centro della famiglia. Centro della comunità della Resurrezione.

114 Gen 17,1. 115 “Mistero della fede”. Come attuare tutto questo e come lasciarsi coinvolgere nel mistero di Gesù.

7 Meditazione. L’Eucarestia sacrificio. Rm 12,1 sq. Il sacrificio di Gesù e la sua oblazione. Il progresso nella comprensione della Messa comporta la liturgia della Parola, offrirsi alla parola; la preghiera eucaristica, unione alla Croce; la comunione in una totalità di ricambio.

8 Meditazione. L’Eucarestia e i grandi aiuti. Col 2,2-12. Il grande scopo di tutta la vita è unirci a Cristo e realizzare con lui una perfetta sintonia. Molte le difficoltà, non basta dirlo. Due grandi aiuti ci sono dati: la Madonna e il sacerdote. a) La Madonna e le grandissime relazioni con l’Eucarestia. Assistere Messa è fare la comunione con lei. Adorare con lei e dal suo Cuore Immacolato prendere la forza e le disposizioni. b) Il sacerdote, posto per fare l’Eucarestia e per far capire l’Eucarestia. Sentire e approfittare del suo carisma. Capirlo e aiutarlo. Pregare molto per la santificazione dei sacerdoti, soprattutto in questo momento.

(2) Esercizi Spirituali alla Comunità della Regalità di Maria Santissima Sant’Ilario, 19-20-21 Agosto 1982

Introduzione. Gen 17,1-8. Dio cerca l’uomo; alleanza con lui. Un crescendo continuo fino alla Incarnazione, fino all’Eucarestia. Lasciarsi portare anche noi dall’amore. Accogliere il Signore e capirlo. Umiltà, fervore, totalità di dono, raccoglimento, contemplazione, penitenza.

1 Meditazione. La fede nell’Eucarestia. Gv 6,26 sq. La certezza di questa verità. Il buio in tanti cristiani. Qualità che deve avere la fede. Come è la nostra nella chiarezza e nell’amore. Giudicarci per vedere quale è stata, soprattutto dai nostri atteggiamenti. Come arrivare a una grande fede. Esercitarci e chiedere (Mt 7). L’intercessione della Beata Vergine.

2 Meditazione. L’Eucarestia e la speranza. Rm 5,5 sq. Il dovere della speranza. La gioia della speranza. I peccati contrari. Che cosa dobbiamo sperare. Come l’Eucarestia diventa il motivo quotidiano della speranza. La virtù della povertà. Superare tutti gli attaccamenti che ci fanno sperare nella terra.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Fil 1,2 sq. Il vero cristiano è quello che vive interiormente la vita di Cristo. Quale stima e quale sviluppo. Gli aiuti. La meta della santità. Aiutarsi tra i coniugi e nella comunità.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 8,36. La liberazione dal peccato, frutto della Redenzione, si compie nell’Eucarestia. La gioia della vittoria. La decisione della penitenza e della riparazione. La lotta contro i difetti.

5 Meditazione. L’Eucarestia è presenza. Ap 1,17. Le ragioni per cui Gesù è presente nel tabernacolo. La nostra adorazione. Qualità, modo, amore. L’ora di adorazione. Le visite. Le comunioni spirituali.

6 Meditazione. L’Eucarestia è sacrificio. Rm 12,1 sq. La Messa è sacrifico di Cristo e della Chiesa. Non fermarsi al rito. Avere davanti la Croce. Aiutarsi con il rito. La nostra parte. Che cosa portare. Riforma del modo della nostra partecipazione.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la castità. Gv 19,1-7. Come hanno trattato il corpo di Gesù. Come Gesù ha redento e santificato il nostro corpo. Castità virtù di un amore che si valuta ed è geloso. Come si devono stimare e onorare tra loro gli sposi. Il progresso e le leggi della castità. Il piano di Dio e la santità.

8 Meditazione. L’Eucarestia e la tiepidezza. Mc 11,12. Il fico disseccato e i profanatori del tempio. La mancanza di spirito di fede e di fervore. I danni, i segni. Mancanza di preghiera e di meditazione. Come si fa la vera meditazione. I metodi, i testi, gli orari. Scartare le cose difficili o impegnative. Volere solo il facile.

9 Meditazione. (Seguito della precedente). Le altre cose che segnano la mediocrità. Difetti sempre allo stesso livello. Confessioni e direzioni tirate via. Non volere responsabilità apostoliche ecc… L’Eucarestia sorgente dell’amore e del fervore.

10 Meditazione. L’Eucarestia e Maria Santissima. At 1,12-14. Maria al centro della Chiesa come modello e come aiuto. La partecipazione di Maria ai misteri della Redenzione; i sette dolori. Ci ha dato l’Eucarestia e vuole che viviamo in unione con Gesù. Vivere con lui la Messa, la Comunione l’Adorazione.

(3) Esercizi Spirituali alle Insegnanti del “Sacro Cuore” e “Rosa Mystica” Sant’Ilario, 23-24-25 Agosto 1982

Introduzione. Mt 15,29 sq. Seconda moltiplicazione dei pani. Il suo amore e la sua compassione si ripete nell’Eucarestia. Metterci nelle disposizioni delle folle. Sete, umiltà, contemplazione, disponibilità, penitenza.

1 Meditazione. La fede nell’Eucarestia. Gv 6,26 sq. L’Eucarestia nel piano di Dio. Compie l’opera della creazione e della salvezza. Misurare la nostra fede. Siamo senza scuse.

2 Meditazione. La speranza e l’Eucarestia. Rm 5,1 sq. L’Eucarestia ci dona forza perché Gesù è rimasto con noi e per noi. Le promesse. La vita eterna, la gioia. I peccati contro la speranza.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Fil 1,2 sq. In che cosa consiste. Come la possiamo accrescere. La santità come scopo della vita. Come tendervi. I mezzi e le gioie.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Lc 5,1 sq. “Allontanati da me che sono un peccatore”116. La necessità e il bisogno della purificazione. Le leggi della purificazione. Il sacrificio della Messa è per l’espiazione.

5 Meditazione. L’Eucarestia e l’umiltà. Mt 20,17 sq. Il suo continuo esempio. Tutta la vita per la gloria del Padre. Rinnegare la volontà, presentarsi lieti a tutte le sue disposizioni.

6 Meditazione. L’Eucarestia presenza. Ap 1,17. Lo spirito di adorazione. Continuazione della Messa. Gioia. Forza. Conforto.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la comunità. Eb 9,1 sq. Gesù Sommo Sacerdote. La sua intercessione nella Messa. La nostra partecipazione. La nostra Messa. Il dono del sacerdozio, come deve essere accolto. Come vedere e aiutare i sacerdoti.

116 Lc 5,8. La Direzione spirituale e il modo di farla da adulti con fede, semplicità e sincerità.

8 Meditazione. L’Eucarestia e la Parola di Dio. Gv 12,44 sq. Gesù luce. La parola che riceviamo nella Messa. Preziosità e importanza. Come accoglierla e viverla durante la liturgia eucaristica e specialmente durante il ringraziamento alla Comunione. Poi la Meditazione, sua necessità, come e su che cosa farla. Perseveranza e frutto.

9 Meditazione. L’Eucarestia e il programma. Col 3. “Se siete risorti con Cristo”117. Bisogna vivere la nostra condizione che è quella di risorti. Farci una vita e una pietà eucaristiche. Fare centro di tutto nell’Eucarestia. La preghiera, il raccoglimento, la conquista della virtù. Gesù è modello di ogni virtù nell’Eucarestia e ci dà la grazia e la forza per realizzarle. Così l’apostolato.

10 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. At 1,12-14. Maria al centro della Chiesa, cuore e Madre della Chiesa. La collaborazione di Maria a tutta la Redenzione. Continua l’opera nell’Eucarestia; con lei la Messa, la Comunione, l’Adorazione.

117 Cfr Col 3,1.

(4) Esercizi Spirituali al Gruppo “Stella del mattino” Sant’Ilario, 26-27-28 Agosto 1982

Introduzione. Che cosa sono gli Esercizi. Quali le disposizioni adatte. Silenzio. Riflessione. Preghiera. Penitenza. Tutto per convertirci e fare meglio la volontà di Dio.

1 Meditazione. La Fede nell’Eucarestia. La promessa. L’istituzione. La nostra certezza. Come farsi una fede molto forte e viva. Non è una cosa, è un Vivente, una Persona. Il perché è restato. Il senso della vita. Perché dobbiamo vivere.

2 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Sacrificio per il peccato. Espiazione, penitenza. Gravità del peccato, sue terribili conseguenze. Riparare il peccato. Stato attuale dell’anima. Rimedi. Fuga dalle occasioni.

3 Meditazione. L’Eucarestia e il timore di Dio. L’Eucarestia è per la salvezza, è per la vita eterna, è per la risurrezione. La morte: sicura ma incerta per il tempo, ci dice di stare sempre pronti. La salvezza dell’anima l’unico problema. Il giudizio di Dio come terribile e irriformabile. Essere veri perché la sua luce fin da questo momento ci illumina. L’inferno nella parola di Gesù: tormento, lontananza, eternità. Meditiamo l’amore di Dio che ci ha avvisato, che ci ammonisce. Chiedere le due ali: il timore e l’amore di Dio.

4 Meditazione. L’Eucarestia e l’imitazione di Gesù. Gesù modello divino di tutte le virtù. Le sue virtù nella sua vita e nell’Eucarestia. Il grande ostacolo nella nostra tiepidezza e mediocrità. I segni. I rimedi. Il fervore nell’Eucarestia. Lottare contro il difetto predominante.

5 Meditazione. L’Eucarestia e la purificazione del cuore. L’Eucarestia fonte di vita opera in noi la salvezza. Necessità del liberarsi del peccato. Molti mezzi, liturgici e no. L’atto penitenziale nella Messa. La confessione sacramentale. Come si è fatta. Mezzi per farla in maniera ottima. L’esame di coscienza (cinque punti). Gli atti di pentimento e di ricupero. 6 Meditazione. L’Eucarestia e la purezza. Importanza sul piano naturale e soprannaturale soprattutto per l’adolescenza. Purezza che comincia con il cuore. Conservare santo il cuore. Santi nel corpo. Santi con se stessi e con gli altri. Fuggire i pericoli. Prendere le idee e convinzioni giuste. Adoperare i mezzi dell’Eucarestia e della grazia.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la amicizia con Gesù. È la virtù più soave, è un complesso di virtù (la fedeltà, la confidenza, l’aiuto). Come è quella di Gesù. Come formiamo la nostra.

8 Meditazione. La Eucarestia e la santificazione della domenica. Nostra partecipazione al Sacrificio, alla Parola, alla Assemblea. La sua Messa diventa la nostra Messa. Tutto il popolo di Dio per la salvezza del mondo. Superare l’individualismo. La partecipazione alla liturgia della lode.

9 Meditazione. Il programma. 1) Vita eucaristica. 2) Preghiera personale. 3) Virtù. 4) Confessione e Direzione spirituale. 5) Il dovere di casa. 6) Il dovere di scuola. 7) Il dovere di Chiesa (gruppo).

10 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Come Dio l’ha fatta grande. Gesù ce l’ha data per madre. Confidenza, dipendenza, imitazione, invocazione, devozione. Rosario e sue feste.

(5) Esercizi Spirituali alle fanciulle che hanno fatto la Prima Media Sant’Ilario, 30-31 Agosto 1982

Introduzione. Che cosa sono gli Esercizi e che scopo si prefiggono. Disposizioni. Silenzio. Riflessione. Preghiera. Esami di coscienza. Penitenza.

1 Meditazione. L’Eucaristia e lo scopo della vita. 1) Istituzione dell’Eucarestia, perché Gesù l’ha istituita. 2) L’Eucarestia ci salva, è grande invenzione di amore. 3) Salva l’anima; la sua necessità.

2 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. 1) L’Eucarestia sacrificio per i peccati. 2) Vera cognizione del peccato e meditazione sulla Passione di Gesù. 3) La vittoria sul peccato, espiazione. Via Crucis.

3 Meditazione. L’Eucarestia e l’inferno. L’Eucarestia per la salvezza. L’inferno è la totale sconfitta. 1) Che cosa è l’inferno. Le pene. 2) Chi merita l’inferno. 3) Lo stato della nostra anima.

4 Meditazione. L’Eucarestia e la Confessione. Il dono della Confessione è un dono di gioia. Bisogna portare all’incontro con Gesù la sincerità della nostra anima. Sincerità di umiltà nel dire e riconoscere i peccati. Sincerità di dolore vero, soprannaturale e grande. Sincerità di propositi.

5 Meditazione. Il programma. Incentrato nell’Eucarestia che è tutto. Messa. Comunione. Visita. Giorno del Signore. Preghiera personale. Virtù. Famiglia, scuola, gruppo.

6 Meditazione. Eucarestia. Immacolata, Purezza. La relazione tra Maria Santissima e l’Eucarestia. Partecipare con Maria. Imitarla soprattutto con la virtù della purezza. Necessità e grandezza. Come difenderla. Come accrescerla.

(6) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Regina degli Angeli” e “Luce” Sant’Ilario, 1-2-3 Settembre 1982

Introduzione. Soprattutto ci vuole la «buona volontà». Volontà decisa e forte di fare o meglio di corrispondere a questa chiamata e grazia. Fanno parte di questa volontà gli impegni della riflessione, della preghiera e del silenzio.

1 Meditazione. Credere nell’Eucarestia. Gv 6,25-46. Perché credere. Credere al suo amore e alla sua volontà di salvezza. Credere con fede viva e piena. Credere che vi è una persona viva, non una cosa sacra. Credere alla sue parole. Senso della vita. Salvare l’anima. Tendere alla santità.

2 Meditazione. L’Eucarestia sacrificio per i peccati. Mc 12. I vignaioli118. Gesù venuto per noi. Nell’Eucarestia viene sempre per noi. Il rifiuto e l’orrore per il peccato. Come si deve tradurre. La meditazione sulla Passione di Gesù.

3 Meditazione. L’Eucarestia e i Novissimi. Mt 7,13. Porta stretta. Sforzarsi di entrare. Gesù ci ama e ci avverte. Mt 13. La morte e le sue incognite. Il giudizio di Dio su di noi. Quanto bisogna stare pronti. Lc 12. L’inferno terribile ed eterno. Gesù è il pane di vita119. È l’Agnello che redime120.

4 Meditazione. L’Eucarestia e la tiepidezza. Ap 3. “Sei tiepido”121. Che cosa è la tiepidezza. I segni. I rimedi: volontà di liberazione e lotta ai peccati veniali. Spirito di sacrificio. Devozione all’Eucarestia.

5 Meditazione. L’Eucarestia e la preghiera. Gv 12. “Se il chicco di grano”122. La necessità della crescita è legata alla preghiera con Gesù e a Gesù. Prima apertura a Dio e dialogo. Maturare, sviluppare la preghiera. L’Eucarestia esempio e forza.

118 Mc 12,1-9. 119 Cfr Gv 6,35. 120 Cfr Gv 1,29. 121 Ap 3,16. 122 Gv 12,24. 6 Meditazione. L’Eucarestia Sacrificio. Mt 10,38. Chi non prende la sua croce. Nella Messa si rinnova il Calvario. Gesù ci chiama a parteciparvi. Come partecipare al Sacrificio e come partecipare all’Assemblea. L’Eucarestia fa la Chiesa.

7 Meditazione. Il programma. Gv 10. “Io sono il buon Pastore”123. Per seguirlo invocare dallo Spirito Santo la grazia del giusto programma. Centro: vita eucaristica. Domenica, giorno della risurrezione; la Messa; la Liturgia. La vita eucaristica nei giorni feriali. La preghiera. La virtù. La Confessione e Direzione Spirituale; i doveri di famiglia, di scuola, di gruppo.

8 Meditazione. L’Eucarestia e la Purezza. Lc 11,33. Nessuno accende una lucerna. Grandezza e splendore della virtù. Come viene dall’Eucarestia e come si costruisce con l’Eucarestia.

9 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Nozze di Cana124. L’opera della Madonna per tutte le generazioni cristiane. Stimarla. Ammirarla. Invocarla. Imitarla. Onorarla. Come costruirsi la vera devozione.

123 Gv 10,11. 124 Cfr Gv 2,1-11.

(7) Esercizi Spirituali ai Gruppi “San Pietro” e quelli che hanno finito la Terza Media Sant’Ilario, 5-6-7 Settembre 1982

Introduzione. Gv 1,35 sq. “Maestro dove abiti?”125. La sequela di Gesù. Il Signore ci chiama. La preziosità di questo tempo. Mettersi a disposizione. Silenzio. Riflessione e lavoro. Preghiera. Penitenza.

1 Meditazione. La fede nell’Eucarestia. 1Cor 11. Quod et tradidi vobis126 I motivi della fede. Credere all’amore. È una persona vivente. I segni di fede, di lode. Come crescere nella fede.

2 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Mc 5,1 sq. L’azione del demonio, la forza della tentazione. L’orrore del peccato. Offesa a Dio Creatore, a Dio Redentore. La Via Crucis.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la meditazione dei Novissimi. Mt 7,13. Sforzatevi di entrare. Non rifiutare l’amore per non cadere nella condanna. La morte porta il fine di tutte le cose terrene. Il giudizio vero di Dio. L’Inferno e i suoi castighi.

4 Meditazione. L’Eucaristia e il Sacrificio. Gv 10. Io sono il Buon Pastore che dà la vita. La Messa è un vero e proprio sacrificio che ripete il Calvario. Come partecipare. I fini della Messa, soprattutto la propiziazione.

5 Meditazione. L’Eucarestia e la Confessione. Lc 9,23. Se qualcuno vuol venire dietro di me. Vincersi. Ricuperarsi. I mezzi soprannaturali di ricupero. La Confessione. Disposizioni necessarie.

6 Meditazione. L’Eucarestia e l’amicizia di Gesù. Gv 14,15. È la virtù più soave l’amicizia con Gesù. Si attua nella Comunione e nel Tabernacolo.

7 Meditazione. Il programma.

8 Meditazione. Idem Col 3. Se siete risorti con Cristo127. In 10 punti: Vita Eucarestia, la domenica; vita eucaristica quotidiana; preghiera; virtù; confessione; meditazione; Direzione spirituale; famiglia; scuola; gruppo.

9 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. At 1,11. La sua grandezza, necessità della sua devozione. Impegno.

127 Cfr Col 3,1.

(8) Esercizi Spirituali al Gruppo “Gioia di Dio” Sant’Ilario, 8-9-10 Settembre 1982

Introduzione. Mc 10,17 sq. Il giovane ricco. Esercizi incontro con Gesù. E adorazione e ricerca. “Inginocchiatisi”. Preghiera, domanda, disponibilità anche a cose dure.

1 Meditazione. La fede nell’Eucarestia. Gv 12. Se il chicco di grano non muore128. Gesù ha voluto rimanere. La fede nella onnipotenza. Perché ha voluto rimanere. L’amore suo di Redentore. Credere con fermezza e totalità.

2 Meditazione. L’Eucarestia e la speranza. Rm 8,1 sq. È restato per comunicare la vita, per dare un senso alla nostra vita. Il fine della vita. La nostra predestinazione. La santità. Che cosa attendiamo e che cosa speriamo: le cose del mondo o quelle di Dio? Le nostre aspirazioni. Guardare al cuore e ai segreti affetti del cuore.

3 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Mt 7,13. Porta stretta. Necessità dello sforzo. La lotta contro i nostri peccati. Le convinzioni. I Novissimi.

4 Meditazione. L’Eucarestia e la penitenza. Mt 3,1 sq. Frutti di penitenza. La necessità di riparare. Come fare penitenza nelle cose ordinarie.

5 Meditazione. L’Eucarestia e il dominio di sé. At 12,1 sq. Ora so veramente che l’angelo129. Confidare, e impegnare tutta la nostra libertà. La santificazione del momento presente. Fare tutto per amore del Signore.

6 Meditazione. L’Eucarestia Sacrificio. Eb 4,14-16; 5,1-10. Gesù Sommo Sacerdote. Che cosa vuol dire, nozione del sacrificio. La Messa vero sacrificio, fatta ad onore della Santissima Trinità. I quattro fini della Messa, e come unirci, e come partecipare. 7 Meditazione. La Comunione.

128 Cfr Gv 12,24. 129 Cfr At 12,11. Gv 6 passim. Effetti. Disposizioni. Modo. Per non abituarsi.

8 Meditazione. Il tabernacolo. At 1,17. È presente per donare e continuare la Messa e la Comunione. È presente come Redentore e Amico. Farci i suoi amici. La qualità dell’amicizia.

9 Meditazione. L’Eucarestia e la Purezza. Mc 5,1 sq. L’orrenda strage della impurità. Necessità di una purezza splendida. Ci si difende rendendola somma. Il senso del pudore e la testimonianza. La perfezione.

10 Meditazione. Il programma. Col 3. Nei dieci punti.

11 Meditazione. Riflessione di gruppo. Sul brano del giovane ricco. Bisogna tendere a passare dal gruppo alla comunità. Perché bisogna tendere alla perfezione evangelica secondo i consigli che ci ha dato Gesù: distacco, purezza luminosa, obbedienza ecclesiale.

(9) Esercizi Spirituali al Gruppo “Santa Maria della Vittoria” Sant’Ilario, 15-16-17 Settembre 1982

Introduzione. Mt 15,32. Moltiplicazione dei pani. Disposizione fondamentale: andare da Gesù, fame, sete. Voler cambiare: è tempo, convertirsi. Darsi, costruire. Riflettere molto, pregare, penitenza. Gioia.

1 Meditazione. La fede nell’Eucaristia. 1Cor 11,2. La moltiplicazione dei pani. Perché dobbiamo credere. La sua potenza e il suo amore. Quali le qualità della fede. Le relazioni con Lui. Persona vivente e dal Cuore aperto.

2 Meditazione. L’Eucarestia e il senso della vita. Gv 1,22. “Ecco l’Agnello di Dio”. Gesù venuto per salvare dal peccato perché vivessimo la vita. Vita soprannaturale, scopo dell’esistenza. Dare un senso soprattutto a tutta la nostra attività.

3 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Mt 7,13. Apprendere la enorme gravità del peccato. L’Eucarestia è il sacrificio per il peccato. Offesa di Dio Creatore, andare contro le sue leggi; contro il Redentore, rinnovare la Passione. Contro Maria Santissima Addolorata (oggi la sua festa); contro l’Eucarestia. Detestazione totale del peccato.

4 Meditazione. I castighi del peccato. Mt 13. Sagenae missae in mare130. La morte, il giudizio, l’inferno e le sue pene.

5 Meditazione. La penitenza. Mt 3. Predicazione del Battista. Necessità e come attuarla.

6 Meditazione. Eucaristia e Sacrificio. Eb 4,14 sq. Che cosa è il sacerdote. Gesù sacerdote. Gesù vittima. La Messa, la nostra Messa. Entrare nei sentimenti di Gesù. I fini della Messa.

7 Meditazione. La Comunione. Gv 6 passim. Che cosa vuol dire fare comunione. Necessità, benefici, frutti. Prepararsi bene.

130 “… a una rete gettata nel mare” (Mt 13,47). Due disposizioni: il desiderio di lui e l’umiltà.

8 Meditazione. La presenza di Gesù. Gv 12. Il chicco di frumento. La decisione di vivere con Gesù, di pensare, di avere i suoi gusti per essere suoi amici. Le leggi dell’amicizia. Il rifiuto del mondo.

9 Meditazione. Il programma. Col 3. Se siete risorti. I soliti dieci punti.

10 Meditazione. La preghiera. Mt 20,29. I due ciechi131. Tutta la vita, la fede dipende dalla preghiera. Sua necessità e sua importanza. Come pregare, la preghiera ascolto. Il maturare nella preghiera. Come fare a pregare bene. Il problema delle distrazioni.

11 Meditazione. I ricordi. Mt 12,43. Quando lo spirito esce dall’uomo. Prepararsi al combattimento. Il ricupero immediato. Non avvilirsi. Confidare. L’Eucaristia. La devozione vera alla Madonna.

(10) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Domus aurea” e “Magnificat” Casone, 20-21-22 Settembre 1982

Introduzione. Mc 10. Il giovane ricco. Invito alla perfezione. Anelito. Si configurano così. Per questo tutta la preghiera, l’attivismo, il silenzio, l’invocazione. In comunione con Gesù. Eucarestia per la santità.

1 Meditazione. L’Eucarestia rivelazione dell’amore. Lc 9,10. Moltiplicazione dei pani132. La sua misericordia. Fuoco nell’Esodo (3,2; 19,8). Fuoco della Pentecoste133. Fuoco dell’Eucaristia. Per amore ha creato, ha redento, ha continuato nell’Eucarestia. Ti ha amato quando non c’eri ed eri niente. Ti ama ora e nell’Eucarestia trovi la gioia di questo amore che salva e comprende.

2 Meditazione. L’Eucarestia e lo spirito del mondo. Is 43. Ti ho creato, ti ho riscattato134. L’Eucarestia è il dono totale di Gesù: esige il nostro. Vincere ogni compromesso, realizzare una totalità. Come si infiltra la mentalità e lo spirito del mondo. Acquistare le idee e i gusti di Gesù. Le beatitudini.

3 Meditazione. L’Eucarestia e l’uso della libertà. Gv 8,31. Chi commette peccato è schiavo del peccato. Il dono della libertà. Gesù ci ha liberati. Uso ragionevole nel vero amore. Rinunciare a ogni peccato che è sempre una esperienza negativa; al capriccio; al mondo e alle sue teorie. Il dominio di sé. L’Eucarestia ci dà un continuo aiuto. Si può vincere.

4 Meditazione. L’Eucarestia e la penitenza. Mt 11,20. “Guai a te, Corazin”135. L’abuso della grazia. Attuare la conversione. Necessità di una vera penitenza. Le forme di penitenza. Il piano personale di penitenza.

5 Meditazione. L’Eucarestia e la vocazione. Mt 9,9; Gv 1,40. La chiamata degli apostoli. Il progetto di Dio su ognuno di noi. La chiamata alla santità e a un speciale tipo di santità. La chiamata a un determinato stato di vita.

132 Cfr Lc 9,12-17. 133 Cfr At 2,3. 134 Cfr Is 43,1. 135 Mt 11,21. La confidenza. L’abbandono al piano di Dio. Quanta attenzione e docilità.

6 Meditazione. I fini della Messa. Is 6. La adorazione. Nostro fondamentale dovere, come Dio va visto. Gesù è il modello perfetto di amore al Padre e agli uomini. Dà a Dio la gloria per tutta l’umanità e vuole noi partecipi e ci chiama a unirci a Lui nella Messa. Come educarci all’adorazione, i vantaggi. Così Gesù ringrazia per noi. Unirci nella lode e nella benedizione. Tutta la Messa è ringraziamento.

7 Meditazione. I fini della Messa. Ef 4. “Uno solo corpo e un solo spirito”136. Gesù espia per noi, chiede ancora perdono. Dobbiamo unirci per espiare tutti i peccati del mondo. Gesù intercede. Quante grazie dobbiamo invocare. Dobbiamo essere degli intercessori.

8 Meditazione. L’Eucarestia e la purezza. Pr 2. È sapienza, è prudenza, è saggezza. Salvarci dalle illusioni del mondo, salvarci da una falsa concezione dell’amore. Non prendere i costumi degli altri. Superare tutte le occasioni di contaminarsi. Le idee vere fanno la purezza positiva. Ideale. Amore grande che viene da Dio. Educarsi ad amare e a farsi amare.

9 Meditazione. La Comunione e la presenza. Gv 14,5. La Comunione nella Messa. Fondamentali disposizioni: l’umiltà e l’ardente desiderio. La grazia e il tesoro della sua presenza.

10 Meditazione. Il programma. Mt 17,24. Il pesce e la moneta137. Il programma lo dobbiamo ricevere da Lui nella docilità al suo Spirito. E deve diventare un atto di confidenza e di abbandono. Dopo gli Esercizi non si può essere più come prima: o migliori o peggiori. Diventare anime eucaristiche. I soliti 10 punti.

11 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Le nozze di Cana138. Miracolo che adombrava la Eucarestia. L’intervento della Madonna. Come dobbiamo celebrare l’Eucarestia con lei. Dipendenza e abbandono alla sua azione. Grande mezzo di ricupero.

136 Ef 4,4. 137 Cfr Mt 17,24-27. 138 Cfr Gv 2,1-11.

(11) Esercizi Spirituali alla Comunità della Pentecoste Casone, 23-24-25 Settembre 1982

Introduzione. Gen 17,1 sq: “Cammina davanti a me”. La nostra vita davanti a Dio. Contemplare le sue opere e agire nel suo nome. Verifica. Faccia a terra, umiltà e gioia. Alleanza. Questione di fedeltà e di amicizia. Giorni preziosi e santi nel silenzio, nella riflessione, nell’amore, nel dono, nella penitenza. Giorni di carità: ti renderò molto fecondo139.

1 Meditazione. Eucarestia capolavoro dell’amore di Dio. Mt 15. Moltiplicazione dei pani140. Si crede con pienezza nell’Eucarestia quando si crede all’amore che l’ha ispirata. Tutte le opere di Dio sono state amore. Accogliere l’amore è mettere anche la nostra vita nell’amore. Persona viva che è per noi, Gesù deve avere il nostro cuore. La freddezza, l’ottusità nostra. Dobbiamo fare un’altra relazione.

2 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. 1Cor 2. Solo Gesù crocefisso. La vita interiore è fatta di idee e di amore. Le idee e l’amore devono venirci da Gesù. La Eucarestia ci parla di Croce e la rinnova. Diversa mentalità e opposta al mondo. Infiltrazioni possibili. Lo spirito delle beatitudini. I nostri affetti, le nostre valutazioni, le nostre tendenze. Gesù nell’Eucarestia non è statico, è sommamente attivo. Vuole trasformarci in lui per il nostro bene e felicità. Sal 83.

3 Meditazione. L’Eucarestia e le tribolazioni. Rm 5,1 sq. Gesù è nell’Eucarestia per associarci a Lui, al suo mistero di salvezza, alla sua Croce. Preziosità delle tribolazioni, le tentazioni, le prove, le lotte, il dovere quotidiano, le incomprensioni, le persecuzioni. Riflettere su come prendiamo le tribolazioni, come prendiamo da Gesù, come le uniamo al Sacrificio eucaristico. La virtù della speranza è la certezza che il Signore è con noi e ci fa vincere fino alla vita eterna. I peccati di superficialità e di disperazione.

139 Cfr Gen 17,2. 140 Mt 15,29-39. 4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Eb 4,14 sq. Gesù, Sommo Sacerdote. Mediatore, intercede per la nostra salvezza. L’esercizio del suo sacerdozio nell’Eucarestia. Unirci a Lui nell’opposizione e nella lotta al peccato. Combatterlo in noi e negli altri. Spirito penitenziale, alimentarlo sempre nella Messa, e portarlo nella vita. Lotta contro i nostri quotidiani difetti.

5 Meditazione. L’Eucarestia e la preghiera. Gc 1,16 sq. Ogni dono viene dall’alto141. Gesù modello di preghiera. La preghiera di Gesù nell’Eucarestia. La contemplazione e l’amore. Come deve essere la nostra preghiera. L’ascolto, il contenuto, lo sforzo e l’impegno. La maturità e il progresso. Non andare fuori strada. Gesù è la via e ci insegna. Speciale vocazione alla preghiera della comunità della Pentecoste. La Pentecoste è sbocciata nel Cenacolo dalla preghiera142, su raccomandazione di Gesù. Preghiera individuale, comunitaria e familiare.

6 Meditazione. L’Eucarestia e la perfezione. Mc 10,17. “Va’, vendi”143. La vocazione alla perfezione è vocazione ad un amore grande. Se uno non ama, non capisce. Gesù ama particolarmente quelli che chiama. Ricordare sempre questa chiamata come amore che si vuole identificare con lui. Diventare come Gesù. E qui sta il meglio della vita. Noi siamo comunità perché abbiamo riconosciuto questa chiamata e ci siamo messi insieme per realizzarla meglio. Non dimenticare da quale punto siamo partiti e a che cosa dobbiamo tendere. La linea del fuoco, dall’Esodo alla Eucarestia. La Pentecoste ha acceso un fuoco perché arda sempre. La lampada di fronte al Santissimo Sacramento è un simbolo.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la sincerità della vita. 2Cor 1,15 sq. Trovare i veri motivi dei nostri insuccessi spirituali. Tante volte non abbiamo il coraggio di ben conoscere noi stessi e le nostre vere difficoltà. Due in particolare sono gli ostacoli comuni. Siamo troppo attaccati a noi stessi e alle nostre idee come valide e incontrovertibili e siamo assai orgogliosi.

141 Cfr Gc 1,17. 142 Cfr At 1,14. 143 Mc 10,21. La superbia ci occupa e non lascia limpida e chiara la nostra azione. Condizionati dal fare bella figura, da attirare l’attenzione degli altri e mille altri condizionamenti. Essere semplici e sereni. Cercare unicamente la gloria di Dio ecc…

8 Meditazione. L’Eucarestia e la castità. 1Ts 4,1 sq. Il valore della castità nell’amore che viene da Dio. La santità dei coniugi. La santità e la missione della famiglia. Come progredire con mezzi naturali e i mezzi divini.

9 Meditazione. L’Eucarestia forza che ci edifica. Gv 12,20. Tutto attirerò a me144. Forza di attrazione di Gesù nell’Eucarestia, nella Messa, nella Comunione, nella sua presenza. Come partecipare alla Messa, come fare la Comunione come fare l’adorazione. Significato del rito. Disposizioni per la Comunione (desiderio e umiltà). Realizzare grande amicizia con Gesù nel Tabernacolo.

10 Meditazione. Il programma. Fil 3,7 sq. Tutto considero una perdita. Insistere su una linea forte veramente eucaristica. Salita alla santità, anche nel sacrificio.

11 Meditazione. L’Eucarestia e la Santissima Vergine. Gv 2. Nozze di Cana145. Profezia dell’Eucarestia. Sedersi a un banchetto con Gesù e con Maria che ci ottiene il vino migliore. L’Eucarestia è strettamente unita alla Madonna. Con Maria ai piedi della Croce. Con Maria Madre della Chiesa alla Comunione. Con Maria a Nazaret davanti al Tabernacolo.

144 Cfr Gv 12,32. 145 Cfr Gv 2,1-11.

(12) Esercizi Spirituali alla Comunità dell’Annunciazione Sant’Ilario, 27-28-29 Settembre 1982

1 Meditazione. L’Eucaristia centro della carità. 1Cor 13,1-3. Se non avessi la carità146. La storia della salvezza è storia di amore e di misericordia. L’incarnazione: apparuit benignitas ecc…147. L’Eucarestia è il fuoco meraviglioso per tutta la Chiesa. Capire questo amore e le sue proporzioni, e corrispondere con il nostro. Quanta è carità la nostra vita. Guardarci e misurarci nell’amore.

2 Meditazione. L’Eucarestia e la vivacità della fede. Mc 11,12 sq. “Tutto quello che domanderete”148. Bisogna avere una grande fede, e percepire Gesù come è. Impegno grande per la preghiera. Docilità allo Spirito Santo. Ostacoli alla crescita della fede, le cose che ingombrano il tempio. Le infiltrazioni materiali.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Rm 8,1. Camminare secondo lo spirito. Che cosa è la vita interiore. Una realtà di partecipazione alla vita divina mediante Gesù. Nell’Eucarestia la sorgente. Bisogna crescere (Ef 4 e 3). Maturità cristiana. Volontà di perfezione e di santità. Gli ostacoli e la mediocrità.

4 Meditazione. L’Eucarestia e gli ostacoli alla vita cristiana. 2Tm 1,6 sq. Non ci ha dato uno Spirito di timidezza. Varie forme di tentazione. Come resistere e vincere. La confidenza in Gesù. Eucarestia e la nostra vocazione a partecipare ai suoi misteri.

5 Meditazione. L’Eucarestia e l’umiltà Lc 18. Se non sarete come bambini. L’esempio di umiltà di Gesù, anche nell’Eucarestia. Come si insinua l’orgoglio, le diverse forme. I rimedi che dobbiamo con coraggio applicare.

6 Meditazione. L’Eucarestia e l’attivismo spirituale. Pr 24,30. Il campo del pigro. L’attivismo esterno e la pigrizia spirituale. Diverse forme.

146 Cfr 1Cor 13,1. 147 Cfr Tt 3,4: “Quando però si sono manifestati la bontà di Dio”. 148 Mc 11,24. La maturità cristiana.

7 Meditazione. L’Eucarestia e lo spirito di penitenza. 2Cor 5,14. Necessità della penitenza. Forme diverse di penitenza. Penitenze passive e attive. La mortificazione come prudenza per evitare dei mali futuri. Un piano adatto.

8 Meditazione. La Comunione. Rm 8,28 sq. Gesù ci ama e vuole vivere con noi e darsi a noi. La Comunione è quella che realizza la pienezza del dono. Come prepararsi nell’amore a ricevere Gesù.

9 Meditazione. L’Eucaristia e il Matrimonio. Mc 4, 21. La lucerna sul lucerniere. La vita di due coniugi è stata consacrata da un sacramento. Prende la sua vita e la sua forza dalla Eucarestia. Vita di fede, di speranza, di carità. Perché e come. Realizzare l’amore più profondo nella preghiera, nel dialogo, nel servizio. Compito dell’educazione dei figli. L’esempio in tutto.

10 Meditazione. Il programma. Fil 4,4 sq. Vita eucaristica, apostolato eucaristico. Realizzare una vita tutta incentrata nell’Eucarestia. Gli altri punti come al solito.

11 Meditazione. L’Eucarestia Convito. Gv 2. Le nozze di Cana. La Messa come assemblea e convito di fraternità. Gesù ci unisce e ci invita ad amarci. L’Eucarestia e il sacerdozio. Come vedere nella fede il sacerdote. Come collaborare. Quanto pregare per i sacerdoti. Nell’assemblea c’è Maria Santissima. Le relazioni con l’Eucarestia. La Madonna Addolorata per la Messa; la Vergine dell’Annunciazione per la Comunione. Madre della Chiesa, la Vergine di Nazaret modello per tutti gli adoratori.

(13) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Cenacolo” e “Gloria di Dio” Casone, 1-2-3 Ottobre 1982

1 Meditazione. La fede nell’Eucaristia. Gv 6,25-40. 1) Gesù è veramente presente, prodigio della sua sapienza e del suo amore. Credere all’amore di Gesù. Storia della salvezza è tutta una storia di amore. Il colmo nell’Incarnazione e nell’Eucarestia che prolunga l’Incarnazione. Ho creduto all’amore? 2) Gesù non è una cosa venerabile, è una Persona, una meravigliosa Persona. È un Vivente con il cuore aperto. Desidera parlare, relazionare con noi, ascoltarci. La stupidità di confonderlo con una cosa. 3) Chi crede in me non avrà più fame149. La fede non può restare una teoria e non può essere un’espressione verbale. Deve coinvolgere tutta la vita. La nostra vita ha senso solo in Lui e per Lui. Gli esami di coscienza perché la nostra fede non sia bambina o superficiale, ma vera, forte, impegnata.

2 Meditazione. Gli ostacoli al credere. Gv 6,41. “Mormoravano”. C’è chi non crede e protesta. Accogliere Gesù è accoglierlo in tutta la vita. È per questo la tentazione della fuga, del compromesso, della ipocrisia. Bisogna scegliere tra il mondo e Gesù. L’Eucarestia è dono totale ed esige uguale atteggiamento. Non si può stare a metà. Farsi una fede schietta, luminosa, totale. Dobbiamo essere sinceri con noi stessi, onesti fino in fondo. Eliminare tutte le infiltrazioni del mondo.

3 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 6,48. Chi ne mangia non muore150. Il peccato-morte. Ciò che fa la morte nel corpo, il peccato fa nell’anima. Distruzione, avvilimento. Farsi le idee giuste, anche se le maschere sono tante e diverse. Farsi forti con l’Eucarestia. Sentire il peso dei peccati. Penitenza. Meditazione sul Crocefisso.

4 Meditazione. Le conseguenze del peccato. Gv 6,52. “Si misero a discutere”.

149 Cfr Gv 6,35. 150 Cfr Gv 6,50. Le scuse per coprire i difetti. I facili compromessi. Le illusioni e le compiacenze sbagliate.

5 Meditazione. Eucarestia Sacrificio. Eb 4. 5. Gesù Sacerdote dall’Incarnazione. Mediatore tra Dio e gli uomini. Ha offerto e continua a offrirsi nella Messa. E ci chiama a partecipare come sacerdoti e vittime. Come partecipare. Vivere i sentimenti di Gesù. I quattro fini della Messa.

6 Meditazione. Eucarestia e Penitenza. Lc 13,23. “Sono pochi quelli che si salvano?”. Penitenza necessaria per la salvezza e per il progresso. Persuasione di dover riparare. Quali penitenze passive e attive. La Confessione come incontro con Gesù che ci associa alla sua penitenza. Importanza e modo.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la preghiera. Lc 18. Necessità. Deve essere vera. La preghiera ascolto. La meditazione. Liturgia della parola e personale di ogni giorno. La risposta per una affermazione della nostra personalità.

8 Meditazione. Le Beatitudini e la purezza. Mt 5,1-16. La rivoluzione delle Beatitudini. Dove è la vera felicità. Purezza: il perché, l’ideale di amore. La forza dell’Eucarestia.

9 Meditazione. La Comunione. 1Cor 11. Quello che ho ricevuto151. Per fare bene la Comunione bisogna innestarla nella Messa e viverne i sentimenti. Fede, umiltà, desiderio, amore. Gesù viene in noi per trasformarci nel suo amore, per renderci simili a Lui. Viene per unirci in fraternità: per farci una sola cosa. Lasciarci modellare per essere una sola cosa con tutti.

10 Meditazione. Il programma. Mt 12,43. Cum […] ab homine152. Per controllare le tentazioni che verranno ancora più forte costruire un sapiente programma. Vita eucaristica, e i soliti punti.

11 Meditazione. La Beata Vergine e il sacerdozio. Gv 19. “Ecco tua madre”153. Gesù ci ha dato la sua stessa madre che lui aveva reso mirabile.

151 Cfr 1Cor 11,23. 152 “Quando lo spirito immondo esce da un uomo” (Mt 12,43). 153 Gv 19,27. Virtù e missione della Madonna. Devozione. San Giovanni rappresentava tutti gli uomini ma specialmente i sacerdoti. La stima di fede nei sacerdoti. I nostri doveri verso di loro.

(14) Esercizi Spirituali alle Comunità della “Croce” e della “Presentazione” Sant’Ilario, 4-5-6 Ottobre 1982

1 Meditazione. L’Eucarestia centro dell’amore. 1Cor 13,1-3. “Se […] non avessi la carità”. La Rivelazione dell’amore: tutta è stata una storia d’amore. Dio appare nel fuoco. Bisogna accogliere l’amore, è la santità.

2 Meditazione. L’Eucarestia e la fede nella vita interiore. Mc 10,17. Il giovane ricco154. La chiamata alla perfezione, è progresso di vita. La vita soprannaturale è partecipazione alla vita divina. L’organismo soprannaturale. Svolgimento della fede. Fede come grande fondamentale valore. Tutto nella fede.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la speranza. Rm 5,1 sq. Spes autem non confundit155. La fedeltà di Dio. La sua assicurazione. La nostra attesa e la nostra sicurezza. La gioia. I peccati contrari: la leggerezza e la disperazione, avvilimento.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Lc 5,1 sq. Allontanati da me, o Signore156. L’Eucarestia ci fa sentire la verità delle cose e anche la nostra indegnità e l’orrore del peccato. Liberarsi da ogni peccato veniale deliberato. Questo metterlo come meta necessaria. Lo spirito di penitenza e il dominio su noi stessi.

5 Meditazione. L’Eucarestia e lo spirito di penitenza. Mt 20,17 sq. “Potete bere il calice”157. L’Eucarestia ci invita a bere il calice. Su invito di Gesù l’anima deve accedere alla volontà di Dio, a tutta e sola la volontà di Dio. Gesù l’ha bevuto: passi da me questo calice ma si faccia non la mia, ma la tua volontà158. Spirito di sacrificio. Molto nostro progresso è impedito dalla nostra particolare forma di attaccamento. Pigrizia, sensualità, orgoglio. L’uso della nostra libertà.

6 Meditazione. L’Eucarestia e la conoscenza di Gesù.

154 Cfr Mc 10,17-22. 155 “La speranza poi non delude” (Rm 5,5). 156 Cfr Lc 5,8. 157 Mt 20,22. 158 Cfr Lc 22,42. Ap 1,4-9. L’idea che ci siamo fatti di Gesù. Molto dipende di qui. L’Eucarestia ci manifesta Gesù. Tutto il rito della Messa vuole farci conoscere Gesù per entrare in comunione con Lui. Come usarlo. Suscitare nel cuore un grande desiderio di Gesù, di conoscerlo bene e di essere come Lui, con i suoi sentimenti e i suoi gusti. Restando in umiltà che è vera conoscenza di noi stessi.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la preghiera. Is 6. “Santo, Santo, Santo”159. Imparare da Gesù a pregare, accogliere il suo invito a pregare con lui. I fini della Messa: adorare, ringraziare, propiziare, chiedere. La preghiera ascolto.

8 Meditazione. L’Eucarestia e la santità della famiglia. Lc 6,6. L’uomo dalla mano arida160. Gesù nell’Eucarestia ci aiuta a compiere le nostre opere. La prima opera è la santificazione della famiglia. a) Santità vera tra i due coniugi, con tutto quello che comporta. b) Mettere insieme le virtù. c) Educare bene i figli. Coppia educante. I problemi dell’educazione.

9 Meditazione. L’Eucarestia e la povertà e l’obbedienza. Mt 5. “Beati”. L’esempio di Gesù nell’amore durante la sua vita terrena e nell’Eucarestia. Il valore del distacco dai beni e dalle comodità. Lo spirito di umiltà e di obbedienza.

10 Meditazione. Il programma. Ef 4. Vita eucaristica e vita di perfezione. I soliti punti.

11 Meditazione. L’Eucarestia e Maria Santissima. Gv 2. Le nozze di Cana simbolo dell’Eucarestia. Con Maria nel sacrificio, nella comunione e nell’adorazione.

159 Is 6,3. 160 Cfr Lc 6,6-10.

(15) Esercizi Spirituali alla Comunità della Ascensione Sant’Ilario, 7-8-9 Ottobre 1982

Introduzione. At 1,3 sq. Rimanete a Gerusalemme. Ricevere lo Spirito Santo per la luce e la forza. Disporsi bene. Disporre l’intelligenza, la volontà, l’affetto. Preparare con sforzo la venuta del Signore. Volontà di riflessione, di penitenza. Arrendersi all’amore di Dio.

1 Meditazione. La fede nell’Eucaristia. Mt 15,32. La moltiplicazione dei pani161. La sua misericordia. L’infinito amore di Dio sempre presente nella storia dell’uomo culmina con l’Incarnazione e l’Eucarestia. Gesù redentore vivo e tutto per noi. Esame sulla fede. Il fuoco dell’Eucarestia.

2 Meditazione. La speranza nell’Eucaristia. Rm 5,1 sq. La grandezza e la sicurezza della speranza e i motivi. Le nostre deviazioni di leggerezza o di disperazione. Confidenza, abbandono.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Fil 1,21. Mihi enim vivere Christus est162. Vita divina: deve crescere, organismo soprannaturale. Dinamica della vita interiore mediante l’Eucarestia.

4 Meditazione. L’Eucarestia e i nostri peccati. Lc 5,1 sq. Allontanati perché sono un uomo peccatore163. Prendere cognizione nella fede delle nostre colpe quotidiane. Volersi correggere e purificare. Eliminare tutti i peccati veniali deliberati, assolutamente. Collaborare con gli impulsi della grazia dello Spirito Santo.

5 Meditazione. Il Sacrificio. Eb 4,14 sq. Gesù Sacerdote Mediatore. La sua immolazione chiama la nostra. Ci ha fatto sacerdoti per offrire e per offrirci. Come partecipare alla Messa.

6 Meditazione. La preghiera adorazione e ringraziamento. Is 6.

161 Cfr Mt 15,32-38. 162 “Per me infatti il vivere è Cristo” (Fil 1,21). 163 Cfr Lc 5,8. Gesù nell’Eucarestia ci insegna a pregare e la prima preghiera è il grande riconoscimento della grandezza, maestà e autorità di Dio. Abituarsi con la contemplazione e l’ascolto. Il significato del ringraziamento nella Messa. Un continuo ringraziare.

7 Meditazione. La presenza eucaristica. Gv 12,21. “Vogliamo vedere Gesù”. L’amore di Gesù nel voler restare sempre. Continuazione della Messa. Gesù si dà per riparare e chiedere. Come associarsi a Lui e continuare la Messa e la Comunione.

8 Meditazione. La Comunione. 1Cor 11. Fare la Comunione con le dovute disposizioni (desiderio, fede, umiltà, contrizione, amore) e fare la Comunione assecondando la volontà di Gesù che ci vuole uniti agli altri. Viene al popolo per fare la Chiesa.

9 Meditazione. I consigli evangelici. Lc 11,34. La lucerna del tuo corpo è l’occhio. Il credere all’invito delle parole. Invito alla perfezione. La chiamata alla povertà: semplicità e sobrietà. Alla castità: il vero amore coniugale. Alla obbedienza: umiltà e castità.

10 Meditazione. Il programma. Mt 17,27. La moneta del tributo. I soliti punti.

11 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Le nozze di Cana164. La presenza della Vergine nella vita cristiana.

164 Cfr Gv 2,1-11.

(16) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Sant’Eulalia” e “Eucarestia” Sant’Ilario, 12-15-14 Ottobre 1982

Introduzione. Mt 15,21. La Cananea165. La disponibilità di fede. È un fatto di fede. Come rispondere alla Parola di Dio. Con quanta attenzione, trepidazione, silenzio, umiltà. Una risposta piena di amore.

1 Meditazione. L’Eucarestia prodigio di vita. Gv 6,30-40. La fede nell’Eucarestia-Persona. Accogliere l’amore e ricambiare. Gesù è venuto per darci la vita e la vita piena è la santità. Verifica sulla nostra santità come indirizzo e programma di vita.

2 Meditazione. Gli ostacoli al credere. Gv 6,41. La fede deve rivestire tutta la vita. “La fede senza le opere è morta”166. L’ipocrisia. Le infiltrazioni del mondo. Chi riceve l’Eucarestia deve vivere di Gesù, deve avere i pensieri e i desideri di Gesù. Deve essere disposto a rinunciare a se stesso e a seguirlo. Le piccole scuse e le cattive comodità.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Gv 6,48. Quale vita. Le sue esigenze, il suo dinamismo che prende da Gesù nell’Eucarestia, sommamente attivo e buono. Come collaborare.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 1,36. “Ecco l’Agnello”. Il peccato grave. I peccati veniali, le imperfezioni. Il peso di aver peccato. La penitenza. La lotta per eliminare tutti i peccati veniali.

5 Meditazione. Eucarestia Sacrificio. Eb 4,14. Gesù Sacerdote. La sua missione continua nell’Eucarestia. Gesù ci associa. Sacerdote e vittima nell’amore.

6 Meditazione. Eucarestia e fortezza. Lc 12,35. “Siate pronti”.

165 Cfr Mt 15,21-28. 166 Gc 2,26. La prudenza, la decisione e la fortezza. Virtù base. Come si deve conquistare. La devozione allo Spirito Santo. Come si deve esprimere e le sue conseguenze nella vita della donna. Esame di coscienza sulla base di tanti nostri difetti.

7 Meditazione. Eucarestia e povertà. Mt 5. Le Beatitudini e il capovolgimento operato da Gesù. Necessità della povertà di spirito per la salvezza e per la perfezione. Come realizzarla nel concreto, sia intesa in senso stretto che in senso largo. Importanza per il domani.

8 Meditazione. L’Eucarestia e la carità. Gv 13,34. “Vi do un comandamento nuovo”. Dall’Eucarestia la Chiesa e la carità. Come deve essere la carità. Carità verso tutti, in particolare verso quelli della Chiesa, della parrocchia, della comunità. L’amicizia. Pregare per i sacerdoti.

9 Meditazione. L’Eucarestia e la preghiera. Lc 18,1-14. Che cosa ci insegna Gesù. Dall’Eucarestia la preghiera. Davanti all’Eucarestia si impara la preghiera. La preghiera ascolto, sua importanza. La risposta nostra. Lo sviluppo e la maturità della preghiera.

10 Meditazione. Il programma. Mc 3,34. Questi sono i miei fratelli, la madre. Ricerca della volontà di Dio. Volere e desiderare unicamente questa. Imitare Gesù, è la via, ce lo ha indicato il Padre. Tutto il programma ci deve servire a raggiungere questa meta. Poi i soliti punti.

11 Meditazione. L’Eucarestia e Maria Santissima. Sal 128. Siamo come l’erba dei tetti167. Il segreto della perseveranza sta in Gesù Eucarestia. A lui ci deve introdurre la Madonna, lo può solo Lei, conosce Gesù e a Lei non è negato nulla. È Signora, è Madre, è la Mediatrice ecc… Realizzare bene la devozione.

167 Cfr Sal 129[128],6.

(17) Esercizi Spirituali al Gruppo dello “Spirito Santo” Sant’Ilario, 15-16-17 Ottobre 1982

Introduzione. At 1,3. Rimanete a Gerusalemme. Chiudersi nel Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo. Contemplare il suo amore eucaristico. Ricevere la sua parola, pregare, riformare la nostra vita. Con umiltà, generosità, fiducia.

1 Meditazione. La Fede e l’Eucarestia. Gv 6,30-40. Credere a Gesù è aprirsi a Lui e accettarlo in tutto. Credere che lui è persona viva, che è per noi e ci ama. La storia della salvezza. Il fuoco. Lo scopo della vita. La santità come fine e come gioia vera.

2 Meditazione. Fede e gli ostacoli. Gv 6,41. “Mormoravano”. Quali qualità della fede. Le infiltrazioni del mondo. La formazione della coscienza. Le false impostazioni. Le correzioni. Essere evangelici.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Gv 6,48. Quale vita, come collaborare alla sua crescita. Quanto preziosa. La maturità cristiana.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 1,33. Che cosa è il peccato. Peccato grave e i suoi castighi. I novissimi. Il peccato veniale e la sua eliminazione. I difetti di carattere.

5 Meditazione. L’Eucarestia Sacrificio. Eb 4,14 sq. Gesù Sacerdote. È la nostra speranza. Il suo sacrificio. La Messa. La nostra partecipazione come sacerdoti e vittime.

6 Meditazione. L’Eucarestia, la fortezza e la prudenza. Lc 12,35. Il peccato originale e la nostra debolezza. Come arrivare alla fortezza. La Meditazione e la parola di Dio. Esercizio di fortezza. Che cosa vuole dire la prudenza. I termini.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la purezza. Mt 5. Le Beatitudini. Povertà e purezza. Preziosità di educarsi alla dignità, alla prudenza per corrispondere alla propria vocazione. Forza della purezza intesa come somma di virtù cristiane e umane.

8 Meditazione. La Comunione e la carità. 1Cor 11. L’Eucarestia fa la Chiesa. La Comunione banchetto che unisce il popolo di

Dio. Al centro della Chiesa e della sua missione. Amare particolarmente quelli che condividono l’Eucarestia. tutti ma Amare la Chiesa, la Parrocchia, gli amici.

Preparazione e ringraziamento personale alla Comunione.

9 Meditazione. Il programma.

Mc 11,12 sq.

Fede, preghiera, carità.

Poi i soliti punti.

10 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Le nozze di Cana168.

Svolgendo lo schema precedente.

168 Cfr Gv 2,1-11.

(18) Esercizi Spirituali alla Comunità della Natività Sant’Ilario, 18-19-20 Ottobre 1982

1 Meditazione. La fede nell’Eucarestia. Gv 6,1 sq. La fede nella presenza. La fede nell’amore. La nostra fede.

2 Meditazione. La vita interiore. Gv 6,30 sq. “Io sono il pane della vita”169. Quale vita. La sua grandezza e preziosità. Come crescere e svilupparla. La santità è il fine della vita.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la speranza. Gv 6,41. Il senso della nostra speranza. I grandi motivi. Le tentazioni contro la speranza. I nostri peccati non possono essere motivo di disperazione e neppure i dolori e le prove di ogni genere. L’Eucarestia motivo della speranza.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 6,48. Il peccato mortale e i suoi castighi. I Novissimi. Meditarli con frequenza, almeno ogni mese. Il peccato veniale deliberato da togliere. La purificazione, la penitenza.

5 Meditazione. Eucarestia Sacrificio. Eb 4,14 sq. Il suo Sacerdozio. La sua offerta. La sua morte. L’Eucarestia. Anche noi sacerdoti e vittime. Come partecipare.

6 Meditazione. L’Eucarestia e lo spirito di penitenza. Mc 9,14. Guarigione dell’epilettico170. Lo spirito di penitenza si accompagna alla preghiera. Penitenze passive e attive. Mortificazione e dominio di sé.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la famiglia. Mc 4,21. La lampada sul moggio. Santità insieme. Missione comune. Sviluppo dell’amore.

8 Meditazione. L’Eucarestia e la carità. 1Cor 11. La Messa assemblea e convito. Come prepararsi personalmente. Come ringraziare.

169 Gv 6,35. 170 Cfr Mc 9,14-27. Eucarestia Sacramento per tutto il popolo. Fa e costruisce la carità tra di noi. Fa la Chiesa. Senza carità non si riceve degnamente il Signore.

9 Meditazione. L’Eucarestia e l’umiltà. Lc 11. Necessità della virtù verso Dio, verso noi stessi e verso il prossimo.

10 Meditazione. Il programma. Col 3. Se siete risorti. Vita eucaristica. E i soliti punti.

11 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Cana171. Maria nella storia della salvezza. La nostra devozione, via a Gesù. Messa, Comunione, Adorazione con Maria Santissima.

171 Cfr Gv 2,1-11.

(19) Esercizi Spirituali ai Gruppi di “San Domenico Savio” e “Amicizia” Sant’Ilario, 22-23-24 Ottobre 1982

Introduzione. Lc 13,10. La donna curva. Gli Esercizi Spirituali vanno intesi come incontro con Gesù e mezzo di conversione. Quanta disponibilità, umiltà, docilità, riflessione, silenzio, preghiera, penitenza.

1 Meditazione. La Fede nell’Eucarestia. Gv 6,26-29. Fede in lui, Persona vivente. Fede nel suo amore. La grande manifestazione dell’amore. Fede vuol dire aderire a Lui in tutto. Acquistare la sua mentalità. Senso della vita. Scelte fondamentali.

2 Meditazione. La vita interiore. Gv 6,30-33. Quale vita, quali conseguenze, quale trasformazione. Che cosa vuol dire vivere di Gesù. Lo sviluppo della vita interiore.

3 Meditazione. L’Eucarestia e le lotte per la fede. Gv 6,41-48. Farsi una coscienza giusta. Le false mentalità del mondo. Cercare a tutti i costi ciò che è vero e farlo.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 6. Il pane di vita ci salva dalle morte. Considerare la gravità del peccato. I novissimi. La morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso.

5 Meditazione. L’Eucarestia e la fortezza. Lc 13,24. “Sforzatevi di entrare”. Quanto è vitale allenare la volontà con spirito di sacrificio. L’errore di acconsentire sempre al piacere.

6 Meditazione. L’Eucarestia Sacrificio. Eb 4,14 sq. Gesù Sacerdote e la sua funzione che continua nell’Eucarestia. Come partecipare. I fini della Messa.

7 Meditazione. La Comunione e la carità. 1Cor 11. Gesù fa la Chiesa e ci unisce tra di noi. L’esigenza di lasciarci plasmare e diventare pieni della sua carità. Le disposizioni per la Comunione.

8 Meditazione. La presenza di Gesù e l’adorazione. Mt 11,25. “Venite”172. Gesù Redentore e amico. Le leggi dell’amicizia. La nostra fedeltà. I modi della adorazione.

9 Meditazione. Il programma. Col 3. La vita da risorti. La purezza luce che promana da tutte le virtù. Poi i soliti punti.

10 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Le nozze di Cana173. Il miracolo si ripete. Maria Santissima alla Messa, alla Comunione e al Tabernacolo.

172 Mt 11,28. 173 Cfr Gv 2,1-11.

(20) Esercizi Spirituali al Gruppo “Donne” Sant’Ilario, 29-30-31 Ottobre 1982

1 Meditazione. La fede nell’Eucarestia. Gv 6,1 sq. Fede nella sua parola, nella sua potenza, nel suo amore. Persona viva e amica. La Storia della salvezza. Come accrescere la fede, come collocare l‘Eucarestia al centro della nostra vita.

2 Meditazione. L’Eucarestia e la speranza. Gv 6,16. La speranza alimentata e sorretta. I peccati contro la speranza.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Gv 6,26. Il dono di Gesù e la nostra collaborazione. Il progresso necessario e il raccoglimento di fede.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 6,30. Il peccato contro l’amore. I castighi del peccato. I novissimi.

5 Meditazione. Gesù Sacerdote e Vittima. Gv 6,35. L’opera di Gesù Redentore. La sua mediazione. Nell’Eucarestia domanda la nostra collaborazione. Con lui e nelle sue intenzioni sacerdoti e vittime. I quattro fini della Messa.

6 Meditazione. L’Eucarestia e la Parola. Gv 6,41. La parola ci svela l’Eucarestia e questa ci fa comprendere in pieno la Parola. Importanza e grandezza della liturgia della Parola. La meditazione base di ogni progresso.

7 Meditazione. La Comunione e la carità. Gv 6,48. Le disposizioni: la carità, la purificazione, il desiderio. La carità tra di noi. L’Eucarestia fa la Chiesa.

8 Meditazione. La presenza di Gesù e l’adorazione. Gv 6,52. Perché Gesù è rimasto. Quali benefici per noi e per la Chiesa. 9 Meditazione. Il programma. Col 3. Soliti punti.

10 Meditazione. La Madonna. Gv 2. Cana174. La presenza di Maria nella nostra vita. Il suo esempio, la sua intercessione.

174 Cfr Gv 2,1-11.

(21) Esercizi Spirituali al Gruppo “San Giovanni Bosco” Sant’Ilario, 5-6-7 Novembre 1982

Introduzione. Lc 22. Desiderio desideravi175. Il Cuore di Gesù vuole l’incontro pasquale con Lui. Come gli dobbiamo andare incontro. Amore, comprensione, silenzio, riflessione, penitenza. Per cambiarci e diventare autentici.

1 Meditazione. Gesù sorgente di vita. Gv 5,21. Come il Padre ha la vita. L’Eucarestia per la vita. Credere alla sua presenza e al perché è nell’Eucarestia. Costituire il centro dell’esistenza, il perché della vita. Vivere per Lui, tendere alla santità. Come crescere nella vita.

2 Meditazione. Gesù Eucarestia, nostra speranza. Rm 5. Spes autem non confundit176. Motivi di speranza. L’Eucarestia pegno di vita eterna. I peccati contro la speranza. La confidenza ecc...

3 Meditazione. L’Eucarestia e Gesù modello. Gv 5,31. Gesù ci presenta tutte le sue virtù. Le dobbiamo ricopiare come membra del suo corpo.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato grave. Gv 1,35. Scoprire l’aspetto del peccato vero. Negazione dell’amore. Rimedi. Prudenza e fortezza. La meditazione dei novissimi.

5 Meditazione. L’Eucarestia e la mediocrità. Mt 7,13. I danni dell’ indecisione. La necessità dello spirito di sacrificio.

6 Meditazione. L’Eucarestia Sacrificio. Eb 4,14 sq. Gesù Sacerdote e vittima. Noi uniti a Lui, offerenti e offerti.

7 Meditazione. L’Eucarestia e la Comunione. 1Cor 11.

175 “Ho desiderato ardentemente” (Lc 22,15) 176 “La speranza poi non delude” (Rm 5,5). La carità prima condizione. Gesù fa la Chiesa. Le altre disposizioni.

8 Meditazione. L’adorazione al tabernacolo. Gv 15,18 sq. I doveri e i vantaggi dell’adorazione. Gesù amico. La crescita con Lui.

9 Meditazione. Il programma. Fil 3,7 sq. Soliti punti.

10 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Cana177. La gioia che dà l’Eucarestia e la presenza e l’intercessione della Madonna.

177 Cfr Gv 2,1-11.

(22) Esercizi Spirituali alle bambine di 1° Media Sant’Ilario, 13-14 Novembre 1982

1 Meditazione. La fede nell’Eucarestia e quanto amore.

2 Meditazione. Il peccato e il contrasto con l’Eucarestia.

3 Meditazione. La Santa Messa: preghiera e sacrificio di Gesù e nostro.

4 Meditazione. Il Programma in dieci punti.

(23) Esercizi Spirituali alla Comunità della Visitazione Sant’Ilario, 15-16-17 Novembre 1982

Introduzione. Lc 1,39. La Visitazione e l’Eucaristia. Penetrare la relazione tra questi due misteri. Tutto indirizzato a questo. Tante sono le affinità.

1 Meditazione. La Fede nell’Eucarestia. Gen 17,1-8. Vivere davanti a Dio, camminare. Davanti all’Eucarestia. Centro, amore, gioia. Come rendere piena la fede. L’Eucarestia non deve essere solo una devozione. Esame sul nostro comportamento.

2 Meditazione. La speranza e l’Eucarestia. Rm 5,1 sq. I motivi, i frutti, la sicurezza e la gioia.

3 Meditazione. L’Eucarestia e la vita interiore. Mc 4,11 sq. Che cosa è, come si sviluppa, gli ostacoli che si incontrano. Il tesoro come va custodito e accresciuto.

4 Meditazione. L’Eucarestia e il peccato. Gv 1,29. I peccati gravi. I veniali. Loro gravità. La purificazione. Deliberazione per eliminare i peccati veniali. Esame di coscienza. Eucarestia. Confessione. Direzione spirituale. Meditazione dei Novissimi.

5 Meditazione. L’Eucarestia Sacrificio con Gesù. Rm 12,1. Gesù Sacerdote e vittima. Anche noi. Lo spirito di sacrificio e la povertà. Propiziazione.

6 Meditazione. L’Eucarestia e lo spirito di adorazione. Salmo 110. L’esempio di Gesù. Il dovere dell’adorazione che deve informare tutta la preghiera e la vita.

7 Meditazione. L’Eucarestia e lo spirito di ringraziamento. Gv 18. Tu sei re178. Sviluppo del nostro amore. La carità effetto della Comunione.

178 Cfr Gv 18,33. 8 Meditazione. L’Eucarestia e la domanda. Lc 18,1. Lo spirito di unione a Gesù nel Tabernacolo. Amore e amicizia.

9 Meditazione. L’Eucarestia e l’umiltà. Lc 11. La lucerna179. Che cosa è l’umiltà e come bisogna conquistarla. L’esempio di Gesù.

10 Meditazione. Il programma. Fil 4,4. Soliti punti.

11 Meditazione. L’Eucarestia e la Madonna. Gv 2. Cana180. Abbiamo bisogno della Madonna; e soliti punti.

179 Cfr Lc 11,33. 180 Cfr Gv 2,1-11.

QUADERNO 39 - L’Eucarestia II (1982) – SOMMARIO181 Introduzione 2 Eucarestia al centro della vita 5 Eucarestia e vita interiore 8 Eucarestia e peccato 11 Eucarestia Presenza 13 Eucaristia Sacrificio 20 Riti preparatori 23 Liturgia della Parola 25 Preparazione dei doni 28 Eucaristia e iniziazione cristiana 29 Professione di fede 32 Preghiera universale 33 Preghiera eucaristica 34 Preparazione alla Comunione 36 La Comunione 37 Eucarestia e Matrimonio 39 Eucarestia e Comunità 40 Esercizi Spirituali comunità Risurrezione (16-18 Agosto) 41 Esercizi Spirituali comunità Regalità di Maria Santissima (19-21 Agosto)... 43 Esercizi Spirituali Insegnanti del “Sacro Cuore” e “Rosa Mystica” (23-25 Agosto) 45 Esercizi Spirituali gruppo “Stella del mattino” (26-28 Agosto) 47 Esercizi Spirituali fanciulle che hanno fatto la 1° Media (30-31 Agosto) 49 Esercizi Spirituali gruppi “Regina degli Angeli” e “Luce” (1-3 Settembre)... 50 Esercizi Spirituali gruppi “San Pietro” e quelli che hanno finito la 3° Media (5-7 Settembre) 52 Esercizi Spirituali gruppo “Gioia di Dio” (8-10 Settembre) 54 Esercizi Spirituali gruppo “Santa Maria della Vittoria” (15-17 Settembre) . 56 Esercizi Spirituali gruppi “Domus aurea” e “Magnificat” (20-22 Settembre) ...................................................................................................................... 58 Esercizi Spirituali comunità Pentecoste (23-25 Settembre) 60 Esercizi Spirituali comunità Annunciazione (27-29 Settembre) 63 Esercizi Spirituali gruppi “Cenacolo” e “Gloria di Dio” (1-3 Ottobre) 65 Esercizi Spirituali alle comunità “Croce” e “Presentazione” (4-6 Ottobre) . 68 Esercizi Spirituali comunità Ascensione (7-9 Ottobre) 70 Esercizi Spirituali gruppi “Sant’Eulalia” e “Eucarestia” (12-14 Ottobre) 72 Esercizi Spirituali gruppo “Spirito Santo” (15-17 Ottobre) 74 Esercizi Spirituali comunità Natività (18-20 Ottobre) 76 Esercizi Spirituali gruppi “San Domenico Savio” e “Amicizia” (22-24 Ottobre) 78 Esercizi Spirituali gruppo “Donne” (29-31 Ottobre) 80 Esercizi Spirituali gruppo “San Giovanni Bosco” (5-7 Novembre) 82 181 Inserito in fase di redazione. Esercizi Spirituali bambine di 1° Media (13-14 Novembre) 84 Esercizi Spirituali comunità Visitazione (15-17 Novembre) 85

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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    Umberto Roversi

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