05/12/1976 - Vespro II Domenica Avv Nov Imm 7

Sant'Ilario d'Enza, 5/12/1976
Catechesi a Vespro, II di Avvento, Novena dell’Immacolata

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Il tema di questo giorno della novena, è sottolineato dall’impegno che ogni redento ha di unirsi al sacrificio e alla croce di Gesù. È nel sacrificio del Signore il centro di tutta la nostra speranza, di tutta la nostra gioia, di tutta la nostra salvezza. Il Signore aprì le braccia sulla croce, ponendosi così, tra l’ira di Dio, giustamente sdegnato per i peccati, e la nostra profonda miseria. Si è posto così, per placare l’ira divina, per dare a noi la speranza e la salvezza. Il sacrificio di Gesù è atto di amore profondissimo, atto di amore tanto grande che non riusciamo nemmeno a descriverlo. Un amore che non ha esitato, un amore che si è dato fino in fondo. Questo amore, il Signore lo ha voluto perpetuato in tutti i secoli. Nella Messa noi abbiamo la rinnovazione del suo sacrificio, abbiamo ancora l’offerta del suo amore. Ecco come siamo facili noi, lo sappiamo; eppure della nostra pietà potremmo dare una definizione univoca: la nostra pietà, è una pietà comoda, è una pietà che vorrebbe avere tutti i benefici e non porre nemmeno l’inizio dell’oblazione e dell’offerta. Vorremmo avere tutto, ma non per migliorarci, per restare nella tristezza delle nostre abitudini quotidiane, nella malinconia delle nostre azioni tanto sciatte, tanto vuote, tanto prive di amore. Ma l’invito del Signore è proprio un invito che arriva fino in fondo: lui c’invita a partecipare, lui c’invita e ci dice che la gioia vera si ha accettando i sacrifici che lui ci chiede; che la vera pace si ha incontrando lui sulla croce, che la vera ricchezza sta nell’abbracciare con tutto il cuore la sua volontà. È necessario che noi sempre di più rivediamo i modi della nostra pietà comoda: quando assistiamo tutti i giorni alla rinnovazione del sacrificio del calvario e siamo così pigri così indolenti, così attaccati a tutti i piaceri della terra che non ci distacchiamo nemmeno là dove abbiamo il peccato. Pietà comoda, pietà desolatamente comoda, pietà che non coglie dalla Messa quello che deve cogliere. Guardiamo la Madonna, guardiamo come la Madonna ha saputo invece valorizzare il sacrificio di Gesù, come la sua vita è stata servizio, è stata adesione totale alla volontà di Dio. Guardiamola là sul Calvario, guardiamola sempre, che anche nella Messa è presente, è presente dovunque è offerto Gesù. Sentiamo dunque la nostra vocazione, che è vocazione di Chiesa che offre ed è offerta, di Chiesa che esercita il suo sacerdozio e nello stesso tempo ha la vocazione a unirsi alla vittima divina. La Madonna c’insegna una strada ben precisa: la strada dell’offerta, la strada del dono. Troppo spesso siamo così egoisti, che non vediamo nemmeno quale significato possa avere l’unirci a Gesù nella Messa, unirci per i peccati del mondo, unirci per la salvezza di tutti i fratelli. Chiusi in noi stessi, ci fermiamo solo a delle preghiere piccine, a delle preghiere egoistiche, a delle preghiere interessate. L’insegnamento che dobbiamo raccogliere dalla Madonna, è proprio questo: lei ha accettato l’offerta di suo figlio, si è accompagnata a quest’offerta per tutta la salvezza del mondo. Ecco, la nostra linea sia così: partecipazione al sacrificio di Gesù come la via unica per la nostra pace e per la redenzione del mondo, partecipazione al sacrificio di Gesù, per essere non solo di coloro che beneficiano della redenzione, ma coloro che ne diventano dei veri promotori, dei veri artefici.

CODICE 76N4V01311N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 5/12/1976
OCCASIONE Catechesi a Vespro, II di Avvento, Novena dell’Immacolata
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Novena: offrire, unirsi al sacrificio
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