08/12/1976 - Vespro Immacolata

Sant'Ilario d'Enza, 08/12/1976
Catechesi a Vespro, Immacolata

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È sacro questo giorno a un impegno specifico, a un impegno di azione cattolica. L’Immacolata è ancora la festa dell’azione cattolica, perché da Maria Santissima, madre e maestra, vogliamo sempre partire. È madre della Chiesa, ed è nello stesso tempo figura della Chiesa, perché come lei è stata immacolata, così il Signore vuole la sua Chiesa santa, senza ruga né macchia, come dice san Paolo. È maestra, maestra d’impegno, maestra di generosità, maestra di fede vissuta. Sotto la sua protezione dunque, mettiamo il lavoro di quest’anno: un lavoro che vuole essere essenzialmente il vivere lo spirito della Chiesa, non distinguendosi per altro che per maggior spirito di servizio, di umiltà, di docilità, di generosità. Io vorrei che tutti gli aderenti all’azione cattolica, sentissero questa consegna di essere veramente nella Chiesa, come il Signore li vuole; realizzare più che possibile l’ideale di Chiesa. Non vogliamo altre cose. Vivere la Chiesa, vuol dire sentire come siamo in dipendenza da Cristo, che è il capo della Chiesa. Come dobbiamo essere perciò docili allo Spirito Santo. Vuol dire sentire molta unione tra noi, perché il Signore ha voluto la sua Chiesa come l’estensione del suo corpo. L’unione tra tutti i cristiani è chiamata comunione dei santi. Dobbiamo sentirci in grande comunione. E poi l’impegno di missionarietà. La Chiesa è uscita dal cuore di Cristo, il grande missionario: è venuto dal Padre, è venuto per salvare, è venuto perché ognuno, in lui, trovasse la risposta all’interrogativo della propria vita. Noi dobbiamo con grande umiltà, proseguire l’evangelizzazione di Cristo, un’evangelizzazione perciò estesa a tutti, aperta a tutti, generosa sempre. Ecco, richiamandoci così all’idea centrale dell’azione cattolica, ognuno di noi faccia il suo esame di coscienza e faccia i suoi propositi per questo nuovo anno sociale. Si appartiene alla Chiesa, bisogna vivere bene come Chiesa. In particolare poi, ogni gruppo si snodi nella sua dinamica, nella sua forza, nei suoi precisi obiettivi. Tutti i gruppi - sono diciannove - tutti i gruppi siano ben compaginati dentro di loro e sentano che nella comunità parrocchiale, hanno uno speciale posto, una speciale vocazione di bene. S’impegnino così, ad essere sempre più dinamici e forti. Quest’anno è l’anno dell’Eucaristia. Attorno all’Eucarestia noi ci dobbiamo stringere: capire l’Eucarestia è capire la Messa, è capire il nostro posto nella Messa. Capire l’Eucaristia, è comunicare profondamente col Cristo, che viene a noi per trasformarci in lui. Vivere l’Eucaristia, vuol dire sentire la presenza viva e forte di Cristo risorto in mezzo alla sua Chiesa. Io mi auguro che ogni gruppo senta questo e lo senta nella maniera fervida, speciale. Lo senta, perché altrimenti mancherebbe la sua finalità e si renderebbe inutile, o peggio, diventerebbe qualche cosa di nocivo, perché diventerebbe un parassita. Nella comunità nessuno deve essere servito, tutti debbono sentire la vocazione del servizio. La liturgia è servizio: servizio a Dio e servizio alla Chiesa. Ci impegniamo dunque, secondo quella parola che leggevamo in Luca stamattina nella Messa, l’ha detta la Madonna, la facciamo nostra: “Eccomi, Signore, sono la tua serva” (Lc 1,38). Ad ogni gruppo faccio un augurio e lo dirò quando consegnerò le tessere di azione cattolica. Lo dirò come un’esortazione, come un'invocazione al Signore, perché ogni gruppo si realizzi, si realizzi in se stesso e si realizzi nella varietà per il bene di tutta la comunità.

CODICE 76N7V01331N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 08/12/1976
OCCASIONE Catechesi a Vespro, Immacolata
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Festa AC
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