15/05/1984 - Catechesi mese Maggio

Sant'Ilario d'Enza, 15/05/1984
Catechesi mese di maggio

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L’inno prosegue e dice: “Profer lumen cecis”, cioè “porta la luce a coloro che sono ciechi”.

I ciechi sono quelli che non hanno fede, perché non vedono; non vedono Dio, le opere mirabili di Dio, non ascoltano la luce, non accolgono la luce, non ascoltano la parola.

Il problema è proprio qui: tutta la vita ha il suo significato nella fede. È molto misero chi non ha la fede; chi non ha la fede manca della massima sicurezza, della massima serenità.

La Madonna è stata mirabile nella fede, perché veramente, se grande è stato Abramo, Lei lo ha superato: ha creduto alla parola, ha posto tutta la vita in una fede intensissima, e questa fede è stata la sua gioia e la sua consolazione. Pur in mezzo a tutte le difficoltà. Ha avuto il bambino Gesù e sembrava un bambino come gli altri: lo ha nutrito come gli altri, lo ha allevato e gli ha insegnato a parlare, ha fatto tutto quello che è proprio di una mamma ma nella fede sapeva che quello era il Figlio unico del Padre, era la meraviglia dei secoli. La Madonna ha avuto Gesù che si è confuso in mezzo agli altri, un operaio come gli altri; lo ha visto sul Calvario in un’apparente, tremendo fallimento e ha sempre creduto. Ha creduto a Nazaret, ha creduto a Betlemme, ha creduto a Nazaret ancora e nella fuga in Egitto, ha creduto nei lunghi anni del silenzio della sua casa, ha creduto a Cana di Galilea e ha ottenuto il miracolo. Ha creduto sempre. E nella fede ha avuto la sua pienezza e la sua gioia profonda.

Ecco, stasera la Madonna richiama anche noi ad essere anime di fede. Dobbiamo credere molto, non dubitare mai della presenza e della bontà e della misericordia di Dio.

Avere la fede vuol dire non vedere, perché vediamo non con i nostri occhi, ma con gli occhi di Dio. Avere la fede vuol dire non toccare, non constatare, ma abbandonarsi soavemente alla grandiosa assicurazione che ci ha fatto il Signore.

La nostra fede deve essere convinta, la nostra fede deve essere profonda, la nostra fede deve essere umile, la nostra fede deve essere totale.

Chiediamoci com’è la nostra fede, se cerchiamo di aumentarla insistendo profondamente nella meditazione e nella considerazione della assoluta sicurezza che ci dà il Signore. E facciamo il fioretto di fare molti atti di fede, perché la fede cresce, ripetendo in tutte le circostanze della nostra vita: “Signore, io credo. Fa’ che possa crescere e credere sempre di più”.

CODICE 84EEM013
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/05/1984
OCCASIONE Catechesi mese di maggio
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Inno Ave Maris Stella

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