25/04/1982 - Omelia III Domenica Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 25/04/1982
Omelia, III Domenica Tempo Pasquale – Anno B

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At 3,13-15. 17-19; 1Gv 2, 1-5; Lc 24, 35-48

“Perché siete turbati?” (Lc 24, 38). Il Signore rassicura i suoi apostoli e la sua parola di certezza e di amore passa tutti i secoli. Ne abbiamo bisogno, perché la grande tentazione è proprio quella di avere paura; noi, lasciati a noi stessi, siamo gli esseri che hanno paura, paura di quella che è la sequenza della vita, di quella che è la trepidazione e sul piano fisico, e sul piano intellettuale e sul piano morale. Quanta gente ha paura! Vive di paura, vive di incertezza, vive nel dubbio e deve non pensare al domani per essere, con illusione, tranquilla.

Se si parla della morte, dicono: - Non bisogna pensarci. Se si parla del dopo morte, dicono: - E’ meglio non pensarci, chissà … Se si parla dell’avvenire, dicono: - Chissà il destino che cosa ci porterà. - Sono tutti discorsi pagani, sono discorsi senza fondamento, sono discorsi che per un cristiano si definiscono un non senso.

La parola del Risorto è una parola di grande certezza, di grande incoraggiamento perché c’è Lui, c’è Lui: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!” (Lc 24, 39). E ripete a noi: “Sono con voi, sono proprio io!”. La sicurezza di possedere Lui è la nostra grande conquista.

La sicurezza è la sicurezza della fede, è la sicurezza più grande di ogni altra certezza, di più certo delle cose che vedo e che tocco con i miei sensi. La fede è la certezza massima. “Io credo!”. Con me è il Signore e il Signore mi dice che nulla viene a caso, che tutto è guidato dal suo amore. “Gente di poca fede” (Mt 6, 30): sono le sue parole, “Non un capello del vostro capo cade, se non con il permesso del Padre vostro” (Lc 21,18). Gente di poca fede!

E’ la certezza che Gesù è con noi nella vita e nella morte, che Gesù è con noi oltre la morte, che Gesù condivide con noi tutte le cose che sembrano insultanti e poste a caso, è con noi, è con noi!

È la grande, magnifica proclamazione di questo tempo: Cristo è risorto, Cristo è il vivente nei secoli, Cristo è in mezzo ai suoi e ci ama uno per uno, ci ama nonostante i nostri difetti, nonostante i nostri peccati, nonostante le nostre contraddizioni. Cristo ci ama e ci ripete: “Sono proprio io”.

Vorrei che su questo facessimo molta riflessione e la riflessione la facessimo per noi individualmente e per noi come Chiesa, perché la Chiesa è il prolungamento del Cristo e, nonostante tutti i persecutori di ieri e di oggi, la Chiesa trionfa. La Chiesa è con Cristo e con Cristo divide il Calvario, ma divide anche il mattino della Domenica, il mattino della Risurrezione.

Vorrei che lo sentissimo e percepissimo con chiarezza la nostra missione, che è missione di fede. Il Signore ci ha mandato: “Andate – ha detto – e predicate!” (Mc 16, 15).

“Andate!”: noi non possiamo star fermi. “Andate!”.

Non possiamo tacere: “Predicate!”.

Tutti noi abbiamo la testimonianza, come uno dei primi impegni, abbiamo il comunicare secondo la sua parola. Oggi lo meditiamo anche per una circostanza: oggi è la giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dobbiamo sentire viva e forte la nostra responsabilità. L’Università Cattolica è la testimonianza che nella fede si costruisce quella cultura che è vera luce del mondo.

Noi dobbiamo sentire tutte le opere della Chiesa come nostre, tutte le opere della Chiesa come una nostra missione; tutti noi dobbiamo essere fortemente uniti al Papa. Dobbiamo sentire che camminare nella luce di Dio vuol dire portare ognuno il suo contributo, ognuno il proprio piccolo ma, davanti agli occhi di Dio, grande contributo di amore e di coraggio.

Viviamo così, sentendo che Gesù ci ama, che Gesù ci guida, che con Lui non possiamo temere.

CODICE 82DQO01362N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 25/04/1982
OCCASIONE Omelia, III Domenica Tempo Pasquale – Anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La fede nel Signore Risorto, nostra sicurezza
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