18/05/1983 - Omelia Mercoledi VII Pasqua Nov Pent 6

Sant'Ilario d'Enza, 18/05/1983
Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste – VI giorno, Catechesi Mese di Maggio

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At 20,28-38; Gv 17, 11-19.

La preghiera di Gesù è sommamente efficace; così ha pregato per noi, ha detto: “Custodiscili, o Padre. Custodiscili perché essi abbiano la pienezza della gioia. Consacrali nella verità”.

Ecco il nostro sforzo: la forza della parola di Dio entra in noi, noi dobbiamo cercare di accoglierla, noi dobbiamo essere felici di accoglierla. La parola di Dio, potente e grande, è la parola che arriva a noi ed è spiegata a noi dallo Spirito Santo.

La devozione allo Spirito Santo porta un’incredibile docilità al bene, un incredibile abbandono, un’incredibile sicurezza. Noi dobbiamo pregare, per avere lo Spirito Santo e, come ci ha insegnato Gesù, dobbiamo pregare di fare la volontà del Padre così, con perfezione sulla terra, come la fanno gli angeli in cielo.

Ecco, noi veneriamo la Vergine Santissima “Regina degli angeli”. Gli angeli non sono un mondo a parte, uno splendido mondo a parte. Dio è unità e la sua creazione è nell’ordine dell’unità. Gli angeli sono quindi nella creazione vicini a noi. E Dio Signore tante e tante volte ha agito su di noi mediante gli angeli, che chiamiamo suoi messaggeri.

La Madonna è Regina degli angeli, perché gli angeli si sono sottoposti a Cristo, Cristo Dio e Cristo uomo. E Gesù, anche come uomo, è stato più eccellente degli angeli. Sottoposti a Cristo, essi venerano in Maria Santissima una creatura di eccezione, più grande di loro nella dignità, perché loro sono i servi di Dio e la Madonna è la madre di Dio, più ricca di loro di grazie, perché la grazia che è andata nel cuore della Madonna è una grazia che tocca da vicino il mistero dell’Incarnazione. Più grande di loro: loro sono obbedienti e lieti e sentono come è la loro gioia e la loro gloria riconoscere la regalità della Madonna.

Ecco che noi vogliamo prendere gli angeli come un modello e preghiamo la Regina degli angeli a darci questa grazia di onorarLa, di venerarLa, di amarLa, così come fanno gli angeli, con tutta la loro magnifica intelligenza e tutto il loro grandissimo affetto. Essere come gli angeli, nell’amare la Madonna, è una gioia meravigliosa, preludio della gioia del Paradiso, quando tutti insieme faremo corona alla Madonna Santissima. Tutti insieme la benediremo e la ringrazieremo delle opere magnifiche che Lei ha compiuto.

La Vergine Santissima, fin dall’Annunciazione, è stata onorata da un angelo, che le ha parlato con tanto rispetto e con tanta umiltà. Oh, impariamo dall’angelo Gabriele dell’Annunciazione il rispetto, la venerazione alla Madonna e, quando diciamo l’Ave Maria e ripetiamo le parole dell’angelo, sentiamo tutta la nostra generosità prorompere dal cuore, tutto il nostro affetto. Le nostre Ave Maria devono essere altrettanti gesti di venerazione e di amore, devono essere altrettante grida dell’anima, che vuole riconoscere l’eccellenza grandissima della dignità di Maria Santissima e la nostra fiducia, fiducia immensa, fiducia di ogni giorno, fiducia senza confini in Lei, perché Lei ci è stata data come Regina e come Madre.

E, ricordando che queste «lodi della regalità», che sono l’ultima parte delle litanie, ci devono portare a questo senso di profondo rispetto: non diremo mai le Ave Maria distratti, svogliati, senza quel senso di profonda venerazione, che si richiede verso la Regina del cielo e della terra, la Regina degli angeli.

CODICE 83EHM013
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 18/05/1983
OCCASIONE Omelia, Mercoledì VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste – VI giorno, Catechesi Mese di Maggio
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Litanie Madonna: Regina degli angeli
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