02/02/1976 - Omelia Presentazione Gesu Tempio

Sant'Ilario d'Enza, 02/02/1976
Omelia, Lunedì Festa Presentazione del Signore al Tempio

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Ml 3, 1-4; Eb 2, 14-18; Lc 2, 22-40.

Una festa di luce, una festa che ci chiama ad andare incontro al Signore, sentendolo luce nostra, luce di tutto il mondo. Questa festa, tanto cara al popolo cristiano, ha un significato molto profondo. Gesù è presentato al tempio. Quello che era il tempio vero, Gesù dirà: “Distruggete questo tempio” (Gv 2, 19), quello che era il tempio vero, dove si era manifestato Dio cioè il tempio del corpo di Cristo nel quale era avvenuta l’Incarnazione, entrava nel tempio che era il segno della provvidenza di Dio per il suo popolo, il luogo dove Dio aveva detto che si dovevano compire i misteri della redenzione.

Gesù è presentato al tempio, cioè si mette a disposizione del Padre. Maria lo presenta e pure lei si pone tutta nella volontà di Dio: “Solo a Dio onore e gloria”.

È così che ognuno di noi è chiamato a prendere sempre più coscienza del suo dovere di adorazione e ubbidienza a Dio. Ognuno di noi è chiamato ad essere veramente responsabile di quello che ha ricevuto. Abbiamo ricevuto tutto, dobbiamo dare tutto a Dio. Ritornano le parole di san Paolo: “Tutte le cose sono vostre, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor 3, 22-23).

L’invito allora è evidente. Cristo-Luce ci chiama a prendere vera coscienza della nostra posizione creaturale: siamo di Dio; Cristo-Luce ci parla del suo mistero pasquale: noi siamo chiamati a portare la luce del Cristo e a donarla agli altri, siamo chiamati, cioè, ad essere ben partecipi del mistero della salvezza e della redenzione.

Con Gesù e nello spirito di offerta della Madonna dobbiamo realizzare una sempre maggiore unione di fede, è la fede che si richiede per ognuno di noi, una fede completa, una fede viva, una fede operante, una fede che brilli. “Purificatevi!”, sentiremo ripetere nella Quaresima, “Purificatevi! Non potete partecipare al Mistero Pasquale con pienezza, se non nella vostra purificazione”. Ecco, la festa di oggi è il preludio. Noi abbiamo una grande responsabilità, perché abbiamo ricevuto questa luce e in questa luce dobbiamo operare.

Non allora un cristianesimo mediocre, non una vita cristiana realizzata solo così nell’esteriorità. La nostra fede deve essere grande e non lo può essere, se non è tradotta giorno per giorno nelle opere.

Gesù è luce, ma è anche segno di contraddizione: “Egli è per la rovina e la resurrezione di molti” (Lc 2, 34). Al suo apparire non si può più essere indifferenti: chi lo rifiuta è nella rovina, chi lo accetta è nella gloria di una risurrezione perenne. È segno di contraddizione e noi non possiamo accogliere questa luce, tanto meno possiamo portarla, se non facciamo delle scelte definite e chiare.

“Ci può essere”, dice la Scrittura, “ci può essere mescolanza tra le tenebre e la luce?” Certamente no! (cfr. 1Gv 1,5). Ecco la nostra precisa chiamata. “Voi”, dirà l’apostolo, “siete chiamati, siete predestinati ad essere santi e immacolati al suo cospetto” (cfr. Ef 1,4). Nel cospetto di Dio, infinita santità, siamo chiamati ad essere come Cristo e la nostra posizione deve essere ben precisa e ben chiara. Non si può essere di lui e non si può essere contemporaneamente del mondo, o si è di lui o si è di satana. La sensazione invece è proprio in un'ibrida mescolanza, in qualche cosa di brutto e d’informe, per cui si vuol essere con Gesù e si vuole partecipare del mondo, quando col termine

mondo intendiamo tutti i principi, tutte le teorie che Cristo rifiuta. È necessario che ognuno di noi sappia dunque scegliere umilmente e fortemente.

Questa grande festa ci richiama il volto della Madonna, il volto della Madonna che sarà così famigliare per tutte le nostre rappresentazioni grafiche, la Madonna che porta Gesù, la Madonna che dà Gesù, la Madonna che l’offre al Padre e sente già che cosa le costerà: “Un spada ti trafiggerà l’anima” (Lc 2, 35) e il paragone non potrebbe essere più forte. E costa ancora donarlo a noi, perché donarlo a noi vuol dire donarlo a delle povere anime, che possono anche tradirlo. Maria ce lo offre, perché ci ama. Maria ci dà Gesù e ci invita ad essere con lui, a realizzarci in quel piano meraviglioso di grazia e di santità. Ecco, accogliamo Gesù dalle mani di Maria e poniamoci in quei sentimenti cui accennavamo, nel sentimento di fede, nel sentimento di umiltà, nel sentimento di adorazione.

Soprattutto poniamoci in una crescita della nostra generosità. Essere con Gesù fino in fondo, partecipare sempre con lui, per essere così anche noi lode di Dio, essere lode vera per potere, pur nella nostra povertà, realizzare la Parola del Signore, quando ha detto: “è necessario che voi siate luce, perché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (cfr. Mt 5, 16).

CODICE 76B1O01333N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 02/02/1976
OCCASIONE Omelia, Lunedì Festa Presentazione del Signore al Tempio
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Cristo Luce
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