02/01/1985 - Omelia S. Macario

Sant’Ilario d’Enza, 02/01/1985
Omelia, Mercoledì feria Tempo Natale, Festa del compatrono San Macario

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1 Gv 2, 22-28; Gv 1, 19-28

I santi sono il riflesso di Cristo. È per questo che sono sempre attuali, dell’attualità della Parola di Dio vissuta e tradotta. Che cosa dice a noi questa figura di monaco austero, lontano tanti secoli dalla nostra epoca, vissuto in solitudine? Ci dice tante cose ed è un richiamo alle parole di Gesù: “Se non farete penitenza, perirete tutti” (Lc 13, 3), “Se voi non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18, 3), ancora: “Sia la vostra preghiera una preghiera che non cessa”.

Oh sì, abbiamo bisogno di rimeditare sul valore di quella che chiamiamo “vita interiore”, cioè non è una professione esterna quella che basta. La Parola di Dio dobbiamo viverla dentro di noi, interiormente, è per questo che dobbiamo accoglierla, accoglierla con molta fede, con molta umiltà, con vera trepidazione; è per questo che dobbiamo realizzare dentro di noi un ritmo vivace e forte. La chiamiamo “vita”, ricordando quello che ha detto Gesù: “Io sono venuto, perché abbiano la vita e l’abbiano in sovrabbondanza” (Gv 10, 10).

Abbiamo bisogno di prestare molta attenzione al nostro animo, allo svolgersi dei nostri sentimenti, alla realtà di una comunione con il Signore, che deve sempre più affermarsi e assorbire tutte le nostre energie, una vita interiore cioè, che sappia avere il silenzio necessario per ascoltare lo Spirito, quel silenzio di obbedienza e amore. Lasciarci guidare dallo Spirito passo per passo, situazione per situazione; lasciarci guidare e così avere il coraggio di tagliare le cose nocive e superflue: ecco lo spirito di penitenza. San Macario è stato un santo molto coraggioso. Per avere una vera comunione con Gesù, ha tagliato tutto quello che esternamente poteva frastornarlo. Ha lasciato tutto, è andato nel deserto e ha vissuto così nella contemplazione delle cose celesti e ha potuto così fare un bene immenso a quelli che, come lui e dietro la sua guida, volevano andare all’essenziale e al necessario, che è proprio quest’unione vera con il Signore che dà senso a tutte le altre cose.

Gli vogliamo chiedere allora che nella nostra comunità venga sempre più valorizzata la preghiera, venga sempre più valorizzata questa vita interiore, che possiamo sempre stare attenti a non lasciarci assorbire dalla moltitudine delle preoccupazioni delle cose, ma tenere lo sguardo fisso in alto, a quella che è la vera nostra patria, alla quale sempre dobbiamo anelare, perché le cose del mondo non pregiudichino le cose dell’eternità.

Domandiamo a San Macario che diventi potente la vita interiore in tante anime, da produrre i migliori frutti di bene, perché siamo tralci innestati nella vite; dobbiamo insieme produrre frutti e li produrremo abbondanti se stiamo uniti a Gesù, principio di ogni gioia, principio di ogni vera beatitudine.

CODICE 85A1O01320N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 02/01/1985
OCCASIONE Omelia, Mercoledì feria Tempo Natale, Festa del compatrono San Macario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI San Macario, parola vissuta
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