12/03/1977 - Omelia Sabato II Quar

Sant’Ilario d’Enza, 12/03/1977
Omelia, Sabato II Settimana Tempo Quaresima

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Mic 7,14-15. 18-20; Lc 15,1-3. 11-32

Non possiamo mai leggere questa parabola senza commozione, perché veramente è la nostra parabola. È cioè la parabola che ci indica la strada, che ci indica il termine della nostra conversione: è nell’abbraccio paterno. Tutti noi abbiamo bisogno di migliorarci e in questo senso tutti noi abbiamo bisogno di una radicale conversione. Tutti noi dobbiamo capire sempre di più quanto siamo poveri e ingrati di fronte a Dio che ci dispensa abbondantemente le sue grazie, e quanto il Signore è largo e magnifico nella sua misericordia, questa sera poi particolarmente che meditiamo questa parabola alla luce di un battesimo. Perché il battesimo è proprio il punto base della nostra relazione con Dio. Perché col battesimo una piccola creatura, comunque una povera creatura, viene innalzata ad una dignità sublime. In lei si riversa la misericordia di Dio. In lei si verifica quanto il Signore ha fatto per tutta l’umanità. Per i meriti della sua Croce noi abbiamo una partecipazione alla vita stessa di Dio, in noi fiorisce questa misteriosa vita di grazia che deve poi maturare in una abbondanza di messi. Il battesimo è una grande cosa, è la cosa più necessaria e più valida. Noi siamo battezzati nell’acqua e nello Spirito Santo e lo Spirito Santo viene da Gesù, viene come frutto nella Risurrezione di Gesù. Quindi noi questa sera celebriamo la misericordia di Dio nel suo Mistero Pasquale, nel suo mistero di sofferenza e nel suo mistero di gloria, nell’associare una creatura alla sua mirabile realtà, la realtà di Lui, che Figlio di Dio, ci ha meritato di poterlo essere anche noi, di Lui che ha realizzato una redenzione sovrabbondante e ce ne ha fatto parte e ci rende anzi con Lui artefici di bene, artefici di redenzione. Il battesimo che noi tutti stasera quindi ricordiamo come il grande momento della misericordia di Dio. Lo ricordiamo come il grande momento del dono di Dio e perciò ognuno di noi deve confrontarsi: quanto ha realizzato del suo battesimo, quanto ha realizzato proseguendo il cammino della vita, o se la sua vita è stata un penoso ritorno, una mediocrità ossessiva, una resistenza posta così stupidamente ad oltranza. Ognuno deve vedere secondo la parola del Signore quali frutti ha portato, per ravvivare il ricordo del battesimo, ma soprattutto per ravvivare la grazia del battesimo, per realizzare in questa quaresima un itinerario ben deciso e ben forte alla Pasqua. E cosa auguriamo a questa bimba che riceve stasera il Battesimo? Di che cosa preghiamo il Signore? Ecco, di questo: noi auguriamo che possa veramente corrispondere a tanta grazia di Dio, la grazia del battesimo di una famiglia cristiana, possa corrispondere. Possa il tracciato della sua vita essere riassunto in un sì. Il sì alla bontà di Dio, il sì alla sua opera, il sì nella collaborazione. La sua vita sia un sì, perché nel sì sarà contenta. Tutte le nostre disillusioni, tutte le nostre calamità in fondo ci derivano dai nostri peccati, sono conseguenze dei nostri peccati. Augurandole un sì che eviti tutto il peccato noi le auguriamo molta gioia e auguriamo così molta gioia alla sua famiglia, perché la vedrà crescere come un magnifico giglio sotto la luce e il calore dello Spirito Santo.

CODICE 77CBQ013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 12/03/1977
OCCASIONE Omelia, Sabato II Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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