27/05/1977 - Omelia Venerdi VII Pasqua Nov Pent 8

Sant’Ilario, 27/05/1977
Omelia, Venerdì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VIII giorno

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At 25, 13-21; Gv 21, 15-19

è certo, ed è la cosa più luminosa che esiste nella nostra fede, che Dio ci ama. Dio ci ama, ci ha dato delle prove assolute del suo amore, perché ci ha così amati da mandare il suo Figlio unigenito e da volere che il suo Figlio soffrisse una vita di umiliazione, di privazione e poi tutti i tormenti della passione e la morte ignominiosa sulla croce.

Chi potrà mai dubitare dell’amore di Dio? E se Dio ha dato alla morte per noi il suo Figlio, che cosa ancora non farà per noi? Quale colmo di grazie ci darà, solo che gli apriamo il nostro cuore?

Ecco, questa attesa dello Spirito Santo è l’attesa dell’amore di Dio che si riversi nei nostri cuori. Lo dobbiamo capire fino in fondo, perché noi siamo uomini di poca fede e dubitiamo spesso. Dubitiamo là dove non ci sarebbe alcun motivo di dubitare, dubitiamo per una cosa contraria, dubitiamo per un dolore, dubitiamo per un insuccesso, dubitiamo per una sofferenza, quasi che il Signore non sia così potente da trasformare le nostre tribolazioni in corone di gloria, quasi che Dio non fosse partecipe pienamente della nostra vita e non ci desse il suo aiuto.

Sicché alla domanda fatta a Pietro, dovremmo riflettere a lungo prima di rispondere, per non rispondere con una bugia, proprio perché, se diciamo al Signore che gli vogliamo bene, dobbiamo non dubitare mai del suo amore, lasciarci condurre momento per momento.

Il sapere la vera beatitudine della sofferenza, il sapere la vera beatitudine di una vita donata a lui, ecco, è quello che aspettiamo fino in fondo dallo Spirito Santo, che ci insegni, lui che è l’amore sostanziale, a capire un po’ di questo amore riversato in noi. Lui, che è l’amore infinito di Dio, ci insegni a contraccambiare all’amore. Lui, che in tutto il mondo moltiplica i miracoli, ci insegni a essere ben attenti ai segni suoi, alle sue indicazioni. Ci faccia capire come la nostra vita può essere tanto preziosa per noi e per gli altri, se ci lasciamo condurre, se ci lasciamo guidare, se siamo docili.

Imparare ad amare, perché noi non riusciamo ad amare Dio, se Dio non ci dà la sua potenza d’amore, perché noi non siamo capaci, immersi nella nostra debolezza e nel nostro egoismo.

Abbiamo bisogno del dono grande della carità. Venga lo Spirito Santo domenica nell’anima nostra e accresca questa virtù così importante della carità. Ci faccia essere logici all’amore, pronti all’amore, gioiosi nell’amore, non fiacchi, non perplessi, non inquieti, non sempre a metà, non pigri e tiepidi. Ci faccia essere fervidi nell’amore, fervidi nel suo dono, fervidi, perché sempre di più regni in noi la vera carità, che sa superare tutto, sa vincere tutto, trionfa di ogni ostacolo.

Interroghiamoci sull’amore, perché sono pochi quelli che amano davvero, perchè sono pochi quelli che si donano veramente all’amore di Dio, perchè sono pochi quelli che, di fronte alle prove, sanno andare avanti con il sorriso nel cuore e sulle labbra. Sono pochi. Il Signore ci conceda di essere di questi pochi.

CODICE 77ESN01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 27/05/1977
OCCASIONE Omelia, Venerdì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VIII giorno
DESTINATARIO Parrocchia
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Spirito Santo Amore, carità
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