Via Crucis 1983

STAZIONE I

GESÙ È CONDANNATO A MORTE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Da tutta la piazza gridavano: “Sia crocifisso!”. Tutto il popolo lo urlava: “Sia crocifisso!”. Ma non soltanto allora. Purtroppo lungo i secoli – e anche adesso – il grido orrendo si alza: “Sia crocifisso”1. Sono i peccati, i delitti, le nostre miserie, volute e accettate, che conducono all’assoluzione di Barabba e alla condanna di Gesù. Ritornano le parole di Isaia: “Israele non mi ha conosciuto; il popolo mio non ha avuto comprensione”2. Pensiamo intensamente ai nostri peccati. Pensiamo alla responsabilità dei nostri peccati voluti ed amati. Invece di amare Gesù, abbiamo amato i peccati. Quanto dobbiamo rinnovarci! Quanto dobbiamo porre, con tutto il nostro cuore, una nuova volontà! Signore, io ti benedirò, ti amerò in ogni tempo; sempre la tua lode sarà sulle mie labbra3.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑Abbi pietà di noi.

STAZIONE Il

GESÙ PRENDE LA CROCE SULLE SUE SPALLE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

S. Paolo, nella lettera ai Filippesi, sintetizza così tutta la vita di Gesù: “Ha annientato se stesso prendendo la forma di schiavo”4. Gli hanno sputato addosso. Hanno preso la canna e gliela hanno battuta sulla testa. Gli hanno levato il manto che gli avevano messo per deriderlo e lo hanno condotto ad essere crocifisso. Il Signore Gesù ha voluto l’umiliazione totale, profonda, incredibilmente terribile. Con la Croce ha voluto prendere tutti i nostri dolori; perché il nostro dolore sia santificato, redento; perché la nostra vita possa avere un significato anche quando umanamente non vale più niente. Gesù ha fatto sì che la nostra vita non solo valga anche quando è nella malattia e nel dolore, ma valga di più! Vale di più perché lui ha santificato la Croce, se l’è presa sulle spalle. Così ha saputo dare un valore grande, meraviglioso, a tutto il nostro tribolare, a tutte le nostre umiliazioni. Promettiamo al Signore di essere non solo rassegnati di fronte al dolore ma di essere sereni, per offrire tutto insieme alla sua offerta.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE III

GESÙ CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ecco! Il nostro Redentore con la faccia a terra. Prostrato su questa nostra terra, su questa nostra abitazione. Dio ci ha dato la terra non perché amassimo la terra, ma ce l’ha data perché sapessimo fare della terra un gradino sicuro verso il cielo. Ci ha dato la terra perché nella nostra vita potessimo dimostrare la nostra fedeltà attraverso il valore delle azioni buone, del lavoro e dell’impegno. È attraverso le azioni di lavoro, di dovere, di sacrificio, che possiamo veramente renderci degni di un premio che non verrà mai meno. Il peso della croce è grande, ma il peso della croce diventa leggero se pensiamo al Paradiso, se pensiamo al valore che queste nostre azioni ci ottengono per l’eternità. Un po’ di fatica, un po’ di travaglio, un momento… Il tempo è sempre un momento. Poi ci sarà l’eternità di gaudio e di pace in Dio.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE IV

GESÙ INCONTRA LA MADRE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Maria aveva detto il giorno dell’Annunciazione: “Sia fatto di me secondo la tua parola”5. Nel piano della Redenzione c’era anche questo. C’era la terribile condivisione che Maria doveva avere con Gesù. Doveva condividere tutto con lui! Una madre talmente unita a suo figlio che viveva di tutta la sorte del figlio! Il suo adorabile volto intriso di lacrime e di sangue, il suo volto deformato dagli schiaffi... Maria contemplava con un’infinita pena. In quel momento, Maria amava Gesù in un grado incredibilmente grande e gli offriva tutta la sua comprensione, tutta la sua riparazione. Uniamoci alla Madonna in questa comprensione delle sofferenze di Gesù. Uniamoci a lei nell’amarlo, nell’amarlo molto, nell’amarlo fino a quanto ci permettono le nostre povere forze. Amiamolo! Ecco, che cosa ci dice la Madonna: amarlo! Se lo amiamo, ripariamo. Se lo amiamo, aiutiamo i nostri fratelli a redimersi. Se lo amiamo, sicuramente gli presentiamo il nostro cuore come un vero rifugio, un luogo di consolazione per lui che, quotidianamente, è oggetto di offesa e di bestemmie.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE V

IL CIRENEO

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Era un invito a partecipare alla sua sofferenza, alla sua dura umiliazione. Il Cireneo rifiuta e acconsente solo perché lo costringono. Gesù aveva detto: “Venite a me voi tutti che siete stanchi e affaticati e io vi consolerò; voi troverete la pace per le vostre anime perché il mio giogo è soave ed il mio peso è leggero”6. Il Cireneo fa fatica perché non acconsente, non vuole, è costretto. Noi invece dobbiamo abbracciare le cose difficili e contrarie quando sappiamo che vengono dalla sua provvidenza, dalla sua tenerezza. Se vuole per noi le prove, è per il nostro bene. Se permette le tentazioni, è perché diventiamo più ricchi di amore. Promettiamogli di essere molto forti, molto decisi nel superare le nostre tentazioni, nel rifiutare ogni momento di stanchezza spirituale che ci fa dire: Signore basta! Signore non voglio più di queste prove. Signore voglio avere una vita molto tranquilla e placida. Accettiamo le tentazioni con amore e la croce di Gesù sarà la nostra vera consolazione, sarà il principio della nostra vera gioia.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VI

LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESÙ

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Sta scritto nel Salmo 27: “Il mio volto ricerca il tuo volto, io ti cerco, o Signore”7. Il suo volto! Cercare il suo volto vuol dire cercare l’incontro vero con Lui, la vera cognizione di Lui; vuol dire accettare la sua parola. È la sua parola che ci porta con pienezza il suo volto! Il volto di Gesù! Il volto così bello, così radioso, che manifestava lo splendore della sua anima, la luce della sua divinità! Ecco! La Veronica lo asciuga per far sì che ognuno di noi sappia veramente che il volto di Gesù è il volto di chi ha accettato di essere così sfigurato e maltrattato per potere dare a tutti – anche all’anima nostra – quella luce di verità di cui abbiamo bisogno: la luce della meditazione. Diciamo a Gesù che lo contempleremo nella meditazione, che vorremo seguirlo giorno per giorno, che pur attraverso le notevoli difficoltà saremo fedeli ogni giorno a meditare, ad accogliere la sua parola, ad essere completamente a sua disposizione. Sono a tua disposizione, Signore, perché Tu, con la luce del tuo volto, possa fugare le tenebre del mio errore, della mia stanchezza. Fammi vivere pienamente di Te!

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi

STAZIONE VII

GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ci vengono in mente le parole del Salmo 69: “Fammi salvo, o Signore Dio, perché le acque son giunte fino alla gola; sono immerso in una voragine fangosa, senza nessun sostegno; sono caduto nelle acque profonde e la corrente mi travolge”8. Gesù è caduto di nuovo, in una sofferenza indicibile. Gesù sapeva la terribile angoscia che prende il peccatore quando torna a cadere, a ravvoltolarsi in quel fango che pure ha deprecato. È per questo che offre la sua sofferenza; perché nonostante l’insistenza delle nostre cadute, possiamo veramente redimerci, salire di nuovo, fare di nuovo un passo, fare di nuovo una salita che sembra impossibile. È caduto perché possiamo rialzarci. È schiacciato per terra, perché noi non ci lasciamo prendere dalla terribile angoscia. Impegniamoci ad avere sempre fiducia, a non lasciarci mai prendere dallo sgomento e dalla disperazione.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VIII

GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ascoltiamo le parole di Gesù: “Figlie di Gerusalemme non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli”9. Gesù ci dice che non possiamo fermarci al nostro dolore, alle nostre preoccupazioni. Sono tanti nel mondo che soffrono nella malattia del corpo. Sono tanti che soffrono nella malattia dello spirito. Sono tanti, tanti milioni di persone, che anche in questo momento sono travagliate, muoiono di fame, vedono straziati i loro cari. Il cuore del cristiano si apre, come si apre il cuore di Cristo. Dobbiamo sapere – e sapere fino in fondo – che anche noi dobbiamo essere con Gesù Redentore. Con Gesù dobbiamo interessarci non solo dei vicini, ma dobbiamo partecipare anche alle sofferenze di quelli che sono lontani da noi. Soprattutto dobbiamo interessarci, pregare, offrire, per la conversione dei poveri peccatori; sono i peccatori quelli che sono più miserabili e soffrono di più, perché non hanno avuto il coraggio d’incontrarsi con il Signore che veniva loro incontro. Preghiamo per tutti, ripariamo per tutti. Nella Messa, in particolare, vogliamo essere con Gesù autenticamente redentori.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE IX

GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ritorna alla mente la parola di Giobbe: “Tu mi hai ridotto ludibrio della gente, lo scherno io sono in faccia a loro”10. Sembra proprio che Gesù non abbia più nessuna forza. Crolla – e con quanta indicibile sofferenza – sotto il peso di tutti i peccati degli uomini che sembrano caricati insieme su quel legno di croce. Gesù ha sofferto per tutti i peccati degli uomini, anche per i nostri. Pensiamo a quei peccati che hanno fatto soffrire di più Gesù, quei peccati che abbiamo commesso da poco o da molto tempo, ma che non abbiamo ancora espiato. Per alleviare la pena a Gesù dobbiamo fare penitenza dei nostri peccati, dobbiamo veramente infliggerci un castigo giusto, perché venga cancellata la nostra colpa, venga redenta la nostra iniquità. Pensiamo ai nostri peccati: non riusciamo neanche a contarli! Quanta vergogna! Quanta tristezza! Quanta voglia di penitenza dobbiamo avere! Quanto desiderio di potere, giorno per giorno, dimostrare al Signore che non più il peccato ma l’amore vuole regnare nei nostri cuori.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE X

GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ricordiamo il Salmo 22: “Si dividono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica”11. “I soldati – dice il Vangelo di Giovanni – presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato”12. Pensiamo a queste vesti strappate dal corpo di Gesù e divise. Sentiremo che, pressappoco, facciamo così quando non ci incontriamo con il suo amore, perché non ci incontriamo con i nostri fratelli. Invece di stringerci attorno a Gesù, ci dividiamo i suoi vestiti. Sotto il pretesto – e quale pretesto! – di essere giusti, siamo sommamente ingiusti, perché mettiamo la carità al secondo posto. L’amore verso gli altri deve stare al primo posto! Al primo posto di tutte le virtù! “Il secondo comandamento è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso”13. Non accampiamo dunque dei pretesti, non diciamo: “È giusto che io faccia così! È virtù che io faccia così! È dignità che io faccia così! Lo richiede il mio impegno!” Prima di tutto la carità! Prima di tutto la bontà, il cedere, secondo quanto dice il Vangelo: “Se uno ti schiaffeggia su una guancia, dagli anche l’altra; se uno vuole toglierti la tunica, cedigli anche il mantello”14. Carità, bontà, generosità, sempre, in tutto! “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha”15. Dobbiamo andare incontro agli altri e, volentieri, privarci delle nostre cose per coloro che ne hanno bisogno.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XI

GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ricordiamo le sue parole: “Come Mosè innalzò il serpente, così è necessario che sia innalzato il Figlio dell’Uomo, affinché chiunque creda in lui abbia la vita eterna”16. “Era circa l’ora terza quando lo crocifissero e l’iscrizione era: «Il Re dei Giudei». Crocifissero pure con lui due ladri, uno alla destra e l’altro alla sinistra; così si adempì la Scrittura che dice: «È stato annoverato tra i malfattori»”17. Accettare con umiltà la condizione della nostra vita! Accettare quella che può essere la pena che costa di più: quella di non essere stimato dagli altri, secondo quello che noi crediamo di meritare e secondo quello che noi possiamo pretendere. Guardiamo la croce! Gesù sulla croce! Guardiamo! È la salvezza perché è sulla croce! La croce: il posto dei malfattori, il posto dei condannati più infami, sul quale nessun cittadino onorato poteva finire i suoi giorni. Gesù accetta di essere tra i malfattori. Lui, l’innocente! Lui, il santissimo! Lui, l’amabilissimo! L’umiltà è anche accettare di essere messi da parte, di non essere considerati. Abbiamo bisogno di vincere il nostro orgoglio! Abbiamo bisogno di vincere le nostre insensate pretese. Abbiamo bisogno di vincere anche le giuste rivendicazioni. Se il Signore permette la nostra umiliazione, sia fatta la sua volontà! Gesù si offre vittima per noi al Padre suo e Padre nostro. Gesù si offre perché ognuno sappia unirsi veramente alla sua pena, alla sua Croce, e nella Messa sappia celebrare la redenzione, operare la redenzione per tutte le anime.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi. STAZIONE XII

GESÙ MUORE IN CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

“Era quasi l’ora sesta quando le tenebre si stesero su tutta la terra fino all’ora nona per essersi oscurato il sole. Il velo del tempio si divise nel mezzo. Gesù gridando a gran voce disse: «Padre nelle tue mani raccomando lo Spirito mio». Detto questo, spirò”18. Adoriamo. Amiamo. Cerchiamo di adorare e di amare al sommo. Il Signore ci domanda questa adorazione della sua bontà; ci domanda un amore che, pur debolmente, vuole ricambiare. Adorare la sua bontà! Per la sua bontà, per questo amore incredibile, noi siamo salvi! Impariamo a nutrire la nostra vita cristiana di amore, a vivere di amore, a progredire nell’amore. Il Venerdì Santo è il giorno in cui dobbiamo imparare l’amore, l’amore che porta la vita. Di fronte alle sue braccia spalancate – che vogliono abbracciare tutti gli uomini – diciamo anche noi: Signore, che il nostro amore sia forte, che il nostro amore sia vero, che il nostro amore sappia superare le difficoltà, che il nostro amore non si spenga come un lucignolo fumigante, che il nostro amore diventi una potenza che trasformi tutta la nostra vita. Donaci la grazia di amarti, donaci di essere veramente docili al tuo Spirito che ci insegna l’amore, che ci dà l’amore, che ci unisce a te.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIII

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

“Presso la Croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria Maddalena. Gesù, dunque, vedendo sua madre e lì presente il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese con sé”19. Contempliamo la Vergine Addolorata. Ricordiamo le parole della Scrittura: “Grande come il mare è la tua angoscia. Voi tutti che passate per la via, guardate e mirate se vi è dolore simile al mio! Guarda, Signore, in quali angustie mi trovo; le mie viscere fremono ed il mio cuore mi si consuma nel petto”20. Pensiamo a quanta sofferenza Maria ha incontrato per noi. È diventata Madre nel dolore; una madre tenerissima, una madre che ci ha preso come figli, come fossimo Gesù. Come ricambiamo a questo amore materno? Quanta tenerezza, quanta generosità, quanta devozione c’è nel nostro cuore per la Vergine Santissima, la Vergine Addolorata, nostra madre? Siamo i figli del suo dolore, i figli del suo martirio. Diventiamo dei figli tanto generosi e teneri! Diventiamo dei figli che sanno sempre di più dimostrare alla loro Madre la confidenza e l’abbandono.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIV

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

“Essendo sopraggiunta la sera, Giuseppe di Arimatea venne ed ebbe il coraggio di presentarsi dinnanzi a Pilato per domandargli il corpo di Gesù. Comprato un lenzuolo, deposto il corpo, lo avvolse nel lenzuolo e lo mise nel sepolcro”21. Adoriamo! Baciamo il sepolcro! Sentiamo che questa è veramente la nostra grande sicurezza. Gesù l’aveva detto: “Se il grano di frumento cadendo in terra non muore, non porta frutto”22. Il grano è nella terra. Il grano sta per portare frutto. Gesù sembra che sia stato vinto, ma la sua morte è la sua vittoria. Il peccato ed il demonio sono sconfitti. Il peccato ormai non dominerà più, se non coloro che vogliono essere dominati. Il peccato è vinto. Promettiamo al Signore di accogliere la pienezza della sua redenzione. Vogliamo vivere veramente, sempre di più, da redenti; approfittando dei mezzi così meravigliosamente grandi e numerosi che la Chiesa ci presenta: i sacramenti. I sacramenti ci arricchiscono, ci trasformano, sono il mezzo meraviglioso della sua presenza di Salvatore. Impariamo a confessarci bene, impariamo a relazionare bene con l’Eucaristia, impariamo a fare delle comunioni forti e vigorose e certamente i frutti saranno numerosi e magnifici.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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