Via Crucis 1985

STAZIONE I

GESÙ È CONDANNATO A MORTE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù subisce la condanna. È per noi. Il nostro peccato ha meritato tutto questo. Sono i peccati che devono essere espiati e abbandonati, i peccati che abbiamo ripetuto, compiuto con chiarezza, con triste continuità e pertinacia. Abbiamo cercato la felicità nel peccato e abbiamo trovato solo l’amarezza. Il Signore accetta la condanna. Accetta la volontà del Padre. Ha detto al Padre che vuole fare tutta la volontà, tutta la sua santissima volontà e il Padre lo abbandona alla morte. Gli iniqui sono solo strumenti. Lo abbandona alla morte per salvare noi. Quanto ci ama il Padre che per noi, peccatori, condanna alla morte il dilettissimo, innocentissimo, suo Figlio! Proponiamoci allora di vincere il peccato e di superare totalmente le nostre difettosità.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE Il

GESÙ PRENDE LA CROCE SULLE SUE SPALLE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Contempliamo Gesù carico della Croce. Il Signore prende sulle sue spalle piagate il peso terribile della Croce. Gesù sa che questo sarà per noi un grande conforto, perché la Croce arriva sulle spalle di tutti. Tutti per salvarsi devono prendere la Croce e seguire Gesù. Pensiamo quanto è stato buono il Signore che ha preso la Croce su di sé per alleviare le nostre croci, per darci coraggio e fortezza, per darci in ogni croce una speranza, una speranza di vita, una speranza di redenzione, un amore offerto per tutti. Nello stesso tempo, guardiamo come abbiamo accettato le cose difficili, le cose di ogni giorno che costano, come le abbiamo prese, come abbiamo saputo valorizzarle, come ci siamo impegnati a trasformarle in una strada breve per essere con Gesù, per essere con lui nella vera volontà del Padre.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE III

GESÙ CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù cade. L’Onnipotenza è debole. Non lo soccorre la Divinità. Gesù è lasciato in preda alla sua debole umanità, così provata, così martoriata, nel cortile dei sommi sacerdoti e nel pretorio di Pilato. Cade per darci il senso vero delle nostre cadute. Se cadiamo dobbiamo prendere atto che siamo stati lasciati a noi stessi dal nostro orgoglio o dalla nostra leggerezza. Se cadiamo, abbiamo confidato troppo poco nel Signore. Lo sappiamo bene: Dio è sempre con noi! In ogni cosa che dobbiamo fare, in ogni tentazione che dobbiamo vincere, con la sua grazia, il Signore è con noi. È con noi e ci assicura che nessuna tentazione è superiore alle nostre forze, se le nostre forze sono unite alle sue. Dobbiamo chiedere perdono perché tante volte i nostri peccati sono i peccati di chi confida troppo in se stesso e poco nel Signore; di chi si abbandona poco nel Signore e con stoltezza crede di riuscire da sé solo; di chi crede con stoltezza di vincere Satana – che è potente – con le povere risorse umane. Chiediamo la grazia di essere più forti nella preghiera, più assidui nella preghiera, perché con la preghiera riusciamo a vincere tutto.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE IV

GESÙ INCONTRA LA MADRE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

È un incontro doloroso e silenzioso. Non una parola della Madonna. Non una parola di Gesù. Gli sguardi si incontrano. I cuori palpitano. Ogni parola sarebbe inadeguata. Quanto carico di sofferenza! Quanto strazio traboccante! La Madonna ha il coraggio di andare a vedere Gesù e di offrirgli, con pienezza, la sua comprensione, la sua unione. Il Cuore di Maria pulsava con tanta forza in mezzo a una folla di nemici. Lei lo amava più di quello che loro lo odiavano. Gesù desidera anche da noi la riparazione per tutte le cose brutte che ci sono nel mondo, per tutti i peccati. Offriamo al Signore la nostra riparazione, la nostra consolazione. Offriamo al Signore noi stessi, offriamogli un amore intenso e fedele. Chiediamoci se siamo fedeli e generosi, se il Signore può consolarsi in noi.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi. STAZIONE V

IL CIRENEO G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Il Signore muore per tutti gli uomini, il Signore soffre per loro. Nessuno gli porta per un po’ la Croce, nessuno lo aiuta. Dobbiamo pensare sempre che il vero cristiano deve aiutare Gesù per la salvezza del mondo, perché il Signore vuole che le membra del Corpo Mistico aiutino il capo. Il Signore, che può fare da solo, vuole in noi dei collaboratori. Noi chiamiamo la Madonna «corredentrice» perché ha unito volontariamente le sue sofferenze alle sofferenze di Gesù. Dobbiamo seguire la Madonna: anche noi dobbiamo preoccuparci della salvezza delle anime di tanti nostri fratelli. Il male dilaga, le anime rischiano un’eternità disgraziata e terribile. Quanti muoiono ogni giorno! Quanto dobbiamo preoccuparci della loro salvezza eterna! Come dobbiamo impegnarci perché la grazia di Dio, anche per la nostra preghiera, per i nostri sacrifici, per la nostra viva unione alla Messa, possa strapparli dalla morte eterna e a portarli nella misericordia di Dio!

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi piedi di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VI

LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESÙ

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Asciugare il volto di Gesù è prendere i tratti della sua fisionomia. Il suo volto deve imprimersi nel nostro cuore. Il suo volto sofferente e sfigurato è il suo volto di amore. Egli ci ha amato così: ha dato la sua faccia ai persecutori, ai carnefici, che lo hanno picchiato, lo hanno schernito, lo hanno coperto di sputi. Dobbiamo invocare dallo Spirito Santo la comprensione del mistero di Gesù, la vera forma della nostra preghiera. La nostra preghiera non deve essere una ricerca di noi stessi, una forma di compiacenza; la nostra preghiera deve essere una vera comunione con Gesù, per avere il suo volto, per conoscerlo meglio, per conoscerlo nel suo dolore e, attraverso il dolore, conoscere il suo amore. Impegniamoci allora a revisionare la nostra preghiera perché sia una vera contemplazione e realizzi con Gesù un’unione strettissima, perché i sentimenti di Gesù devono essere i nostri sentimenti.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VII

GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Anche noi, con la faccia a terra, in un profondo gesto di amore contempliamo Gesù caduto per la seconda volta. Contempliamo come il suo amore lo ha portato a tutte le umiliazioni. La passione di Gesù è una dimostrazione enorme di cosa può l’umiltà. “Imparate da me, che sono umile e mite di cuore”1. Dobbiamo imparare l’umiltà, perché l’orgoglio troppe volte ci ruba tutto, ci ruba il merito. Fare le cose per gli altri, per far bella figura, per strappare una lode, per una compiacenza interiore, anche solo questo, ci ruba tutto! Il Signore premia solo le cose fatte per lui, fatte unicamente per lui. Pensate: unicamente! Bisogna strappare dal nostro cuore ogni altra finalità ed ogni altro intento. Essere umili è riconoscere che quello che facciamo di buono lo facciamo nella grazia di Dio. Del resto da soli saremmo totalmente incapaci. Fare tutto per Dio, solo per Dio, per essere nella verità, nella piena verità!

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VIII

GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Le parole di Gesù alle donne sono parole che dobbiamo a lungo meditare. Dice Gesù: “Piangete non su di me, piangete su di voi”2. Dobbiamo piangere su di noi. Perché piangere? Perché non abbiamo ascoltato la sua ispirazione, non abbiamo accolto il suo aiuto, siamo stati così scioccamente distratti e svogliati. Tanto spesso questa svogliatezza occupa le anime! Si fanno le cose tanto per farle, si fanno perché si vedono fare dagli altri. Troppe volte, delle cose che potrebbero essere preziosissime, sono solo formalità. “Piangete su di voi!”, su tante grazie sciupate, su tante occasioni perdute, su tante incertezze che abbiamo lasciato dominassero l’anima nostra. “Piangete su di voi!”. Serve una riforma radicale della nostra preghiera perché sia veramente amore, perché sia veramente ricerca di Dio, perché sia veramente dono. Riformiamo la nostra preghiera, perché non sia qualche cosa da buttare via, ma sia una meravigliosa unione con la potenza di Dio e con il suo grandissimo amore.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi. STAZIONE IX

GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Gesù cade per donare a noi la pienezza della speranza. Dobbiamo credere ma, ancora, dobbiamo sperare, perché il Signore è fedele e non viene mai meno alle sue promesse. Ci ha promesso la vita eterna. Misuriamo bene le parole: ci ha promesso una vita, la partecipazione alla sua stessa vita, una vita eterna, che non tramonterà mai. Gesù ce lo assicura perché – come diceva nell’ultima cena – dov’è lui dobbiamo essere anche noi. Dobbiamo guardare sempre a questa promessa, anche nei momenti più difficili, anche nelle situazioni di maggiore stanchezza e di maggiore squilibrio. Il Signore l’ha promesso! Il Signore mi aiuterà! Il Signore è al mio fianco! Non posso perdere la fiducia. Il Signore vuole che abbiamo una virtù della speranza che sia grandissima. Abbandonando le speranze umane, uniamoci come Chiesa di Dio nella speranza – che ci ha dato il Signore – di fare di noi il suo Regno e la sua Gloria.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE X

GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gli strappano i vestiti, se li divideranno. Gesù non ha più nulla. La povertà totale. Il salmista aveva detto che Gesù poteva dire di se stesso: “Ecco io sono come un verme, non sono un uomo”3. È il discorso della povertà, del distacco dalle cose della terra. Il Signore nato povero, muore poverissimo, non ha nulla e vuole insegnarci il distacco dai beni della terra, il distacco da tutto quello che ci può impedire di operare il bene e di avere Dio come l’unico centro. “Dov’è il tuo tesoro, ivi è il tuo cuore”4, ci ha insegnato Gesù. Con il termine «cose» intendiamo tutto quello che ci lega alla terra, che ci impedisce la valutazione delle cose spirituali, che ci impedisce di valutare bene la gerarchia dei valori, tutto quello che è pesante, ci aggrava e ci lega alla terra. Chiediamo la grazia di saper lasciare ogni forma di bene terreno – un divertimento, una cosa, una forma qualsiasi di attaccamento – e di camminare energicamente nella via della libertà dei figli di Dio.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XI

GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Inchiodato. Nessuna libertà di movimento. Uno strazio continuo. Gesù resta tre ore in questo orribile tormento. Resta fermo nella volontà del Padre. Il Padre sembra averlo abbandonato, ma Gesù è sicuro del suo amore e non pensa a sé, pensa agli altri. Pensa al ladro pentito e gli promette il Paradiso. Pensa a noi e ci dà come madre sua Madre. È in questo momento che Gesù compie un grande miracolo: con la sua parola onnipotente rende il cuore della Madonna un cuore così grande da potere ricevere tutti gli uomini, da poter guardare a tutti gli uomini, milioni e milioni. Lei li accoglie tutti, lei vuole bene a tutti, lei è per tutti. Ci dà sua Madre e noi siamo costituiti suoi figli. Inchiodato sulla Croce, nell’apparente impotenza, compie un grande miracolo di cui dobbiamo essere riconoscenti per sempre. Il Cuore di Gesù ci ha dato nel Cuore di Maria il rifugio di noi peccatori, l’aiuto, la soave comprensione propria di una mamma. Ringraziamo il Signore, procuriamo di essere fedeli alla devozione alla Madonna e di meditare con Lei, per avere i suoi sentimenti, i misteri della sua vita, quelli che chiamiamo i misteri del Rosario.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XII

GESÙ MUORE IN CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ha compiuto tutto. Ha dato ogni palpito del suo cuore ed ogni goccia del suo sangue. Ha dato tutto. Ora pone termine alla vita terrena e ci ripete quello che aveva detto poco prima nel Cenacolo: “Non vi lascerò orfani”5. Con la morte il Signore sembrava aver abbandonato il mondo, invece proprio per i meriti di questa morte abbiamo tanta ricchezza di presenza. Particolarmente nell’Eucaristia abbiamo una presenza meravigliosa di donazione, di conforto, di grandissimo e continuo amore. Dicendogli un grazie con tutta l’anima nostra per quello che ha fatto, cerchiamo di valorizzare la sua presenza. In ogni Messa Gesù muore per noi, cioè ripete la sua offerta al Padre. Il sacrificio si rinnova in una maniera sacramentale incruenta, ma l’abbiamo con noi, è tutto per noi e in ogni Messa ci dona i frutti di questa sua santissima morte. Cerchiamo di non essere ingrati e superficiali. Promettiamogli di partecipare alla messa con molta comprensione e con molta forza.

(momento di silenzio)

G. Abbi pietà di noi Signore. T. Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIII

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

G. - Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. - Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

È deposto ed è dato in braccio a sua madre. Ora può manifestare anche esteriormente tutta la sua tenerezza. Prima non ha potuto. Non ha potuto asciugarlo, dargli da bere, dirgli delle parole di amore, accarezzarlo. Non ha potuto! Gesù l’ha associata anche alla sua solitudine. La volontà del Padre era che Gesù morisse così, senza nessun conforto. Ora la Vergine può accarezzare quelle membra straziate, può parlare a noi e dirci: Perché non amiamo Gesù? Perché non lo amiamo fino in fondo dopo tutto quello che ha fatto? Perché non ci impegniamo a superare le nostre difettosità con energia con continuità? Perché stagniamo sempre in una forma odiosa di mediocrità? Ascoltiamo la Beata Vergine. Apriamo tutto il nostro cuore. Quanto ha fatto Gesù, quanto ci ha dato! Impariamo a contraccambiare in tutto, a contraccambiare con un’anima forte e generosa.

(momento di silenzio)

G. Abbi pietà di noi Signore. T. Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIV

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Baciamo il sepolcro e promettiamo. Promettiamo che la Passione del Signore sarà spesso davanti a noi. Promettiamo di guardare con fede il Crocifisso. Il Crocefisso è il nostro segno! È il segno del nostro cristianesimo, il segno della nostra vittoria. Desideriamo perciò di essere conformati a Gesù, di unire le nostre pene alle sue sofferenze, di ridestarci ogni qual volta la tentazione ci spinge a lasciarci andare, ad addormentarci. Baciamo il sepolcro e diciamo: Signore, io non mi dimenticherò di quello che tu hai fatto, di tutto ciò che hai patito, di tutto ciò che tu hai compiuto per me, per me. Sentiamo questa parola, perché quello che ha fatto per tutti, lo ha fatto per ogni singola anima: Signore, non mi dimenticherò di Te mai. Qui, vicino al tuo sepolcro, capirò bene che il tuo sepolcro è il sepolcro della gloria, è il sepolcro della Risurrezione. Vorrò perciò scegliere Te sempre, anche se sceglierti costerà sacrificio.

(momento di silenzio)

G. Abbi pietà di noi Signore. T. Abbi pietà di noi.

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